Zanone: guai a scherzare di Marcello Sorgi
Zanone: guai a scherzare Per il ministro della Difesa le navi devono partire al più presto Zanone: guai a scherzare «La nostra è stata una decisione sofferta ma obbligata» - «Modificheremo l'atteggiamento solo se l'Onu imporrà la tregua tra Iran e Iraq» - «Avremo le basi di appoggio per le nostre navi» ROMA — Slittamento, frenata? Uscendo dall'aula del Senato il ministro della Difesa Valerio Zanone trasecola, e sembra molto contrariato dall'idea di un annacquamento della missione Italiana nel Golfo. Zanone non ha gradito — e lo dice — né lo «strattone» di Craxi al governo, per spostare Goria sulla linea dell'intervento, né i successivi passi di Andreottl e della de per rallentare, ammorbidire e se possibile evitare l'iniziativa militare. •Stiamo scherzando? Mi chiedo se siamo qui a prendere una decisione delicata, sofferta, ma obbligata per garantire un principio internazionale, o a fare una recita da operetta». — Eppure l'impressione di un ripensamento è diffusa. Nella risoluzione approvata dall'aula si dà la preminenza alle iniziative Onu piuttosto che all'intervento militare. E qualcuno, come il capogruppo della de Nicola Mancino, sostiene che «decidere di far partire le navi non equivale necessariamente a farle salpare». A questo punto, ministro, le navi partono o no? «Certamente, e mi stupisco che si possa metterlo in dubbio. Io non mi ero mai fatto illusione sulla facilità di arrivare al dunque: ma ormai la decisione è presa, il governo l'ha assunta dopo un attento esame della situazione, e sarà attuata dopo una discussione parlamentare che fra commissione e aula avrà occupato un'intera settimana». — Le navi salperanno domenica? «Ho detto a conclusione del dibattito parlamentare. Per precisare l'ora e il giorno mi consulterò con il presidente del Consiglio». — Salperanno anche se l'esito della missione del segretario generale dell'Onu dovesse avere esito positivo? «Ho detto alla Camera e al Senato che la missione nel Golfo potrà essere modificata se, come è augurabile, l'azione dell'Onu riuscirà a im¬ porre la tregua fra Iran e Iraq. Ma contesto nel modo più fermo che la presenza di scorte militari nell'area del Golfo sia Incompatibile con l'azione dell'Onu. In quell'area oggi ci sono navi di quattro su cinque del Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: se la loro presenza fosse in contrasto con l'Iniziativa Onu dovremmo dedurne che è già fallita, mentre non lo è». — Ministro, lei è stato il più convinto della necessità dell'intervento della Marina. Ma per un mese il governo non le ha dato ascolto. A fare scattare la decisione, dopo l'attacco a una nave italiana, è stato un intervento diretto di Crasi. Oggi però la de sosUene che la flotta potrebbe anche aspettare a muoversi e U psi dice che un successo di Perez de Cuéllar farebbe «venir meno le ragioni di una presenza militare» italiana. Che ne pensa? «Io dico che a imporre la decisione è stato l'attacco contro una nave con bandiera italiana, contro la vita di marinai italiani. A quel punto l'intervento è diventato per il governo un obbligo indeclinabile. E mi consentirà che un fatto cosi grave e la difesa di principi irrinunciabili come la libertà di navigazione varranno qualcosa di più che un intervento di Craxi o una telefonata di Calo o di Sempronio. Se poi si voglion ridurre grandi questioni internazionali a piccole beghe di partito, se si vuol continuare con le recite Marcello Sorgi (Continua a pagina 2 in prima colonna)
Persone citate: Craxi, Goria, Nicola Mancino, Perez De Cuéllar, Valerio Zanone, Zanone
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