Inchiostro indiano di una «londinese»
Inchiostro indiano di una «londinese» Inchiostro indiano di una «londinese» Dopo un'ultima mostra nel lontano 1963, alla galleria «fi Punto* di Remo Pastori (allora attiva all'inizio di via Principe Amedeo), la torinese Renata Surbone s'era eclissata, senza lasciar quasi traccia di sé, al di là d'una sua presenza in campo didattico in Germania. L'invito e il pieghevole di una sua recente mostra londinese fa risalire al 1962 quel suo impegno tedesco mentre informa che fin al '65 si è poi stabilita a Londra dove tuttora vive. Intatta è rimasta in lei la lucida ricerca formale con quel sottile suo segno ad inchiostro .«indiano» (noi diremmo di Cina) che ricopre le superfici figurate dei suol paesaggi, alquanto fantasticati (Giardino, Il sussurro), come di qualche ritratto (Oppenheimer) con una minuta rete a maglia più o meno fitta che della pelle umana giunge a dare un'apparenza squamosa, ridisegnandone ingigantite le porosità. Oggi, tuttavia, s'avverte una maggior libertà di impiego che le consente di chiaroscurare le Immagini sino al nereggiare dei tron¬ chi in controluce, ma con chiome alberate che svaporano nell'aria, mentre sotto più d'un aspetto l'artista è poi indotta a manifestare la profonda sua matrice surreale nell'ambiguità in cui un nido intrecciato fra due rami, visto in un certo modo, può diventare l'occhio d'un profilo umano. In questo clima sempre teso e inquietante, percorso a volte da una vena erotica, le figurazioni tendono facilmente ad assumere misteriosi valori emblematici, come nella Scena di giardino dove quattro donne nude sedute su una panchina,! vòlti copèrti da foulards fittamente retinati che le legano ai sottili tronchi neri innalzati dietro ciascuna di loro, si trovano al centro d'un girotondo di ignudi che innalza tutt'inglro una sorta di palizzata umana. Il caso della Surbone è interessante poiché è l'ulteriore prova che gli artisti torinesi esistono, a livello internazionale, ma purtroppo anche per loro c'è la dura legge del «nemo propheta in pa- tria*- an. dra.
Persone citate: Oppenheimer, Remo Pastori, Renata Surbone, Surbone
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