Le nuove frontiere per l'ernia al disco

Le nuove frontiere per Pernia al disco Una lettera del prof. Gallinaro Le nuove frontiere per Pernia al disco «Tecniche ancora in cerca di collocazione» Quali saranno gli sviluppi della nuova tecnica per l'asportazione dell'ernia del disco lombare praticata da alcuni mesi dal prof. Antonio Solini alle Molinette e di cui ha riferito .La Stampa, domenica scorsa? Sul problema interviene il prof. Paolo Gallinaro, vicepresidente della Società italiana di ortopedia. .Si tratta di una metodica ancora in cerca della sua giusta collocazione nel trattamento dei pazienti affetti da ernia discale ed è bene che tale collocazione sia trovata senza spinte emozionali. Lo stesso inventore, Gary Onik, lamenta 4 insuccessi (cioè casi poi risolti con la tecnica tradizionale) tra i suoi primi 20 pazienti. Solo le ernie contenute e cioè senza frammenti espulsi possono fruire di questa tecnica e con esclusione di quelle del disco lombosacrale (peraltro assai frequenti) per ora irraggiungibile dalla cannula per motivi anatomici.. .Purtroppo, per ammissione dello stesso Onik, la certezza che non vi siano frammenti espulsi è assai difficile se non impossibile da ottenere, anche con le tecniche diagnostiche più raffinate quali la risonanza magnetica. Va anche ricordato che queste ernie contenute, ideali per la discectomia percutanea, sono proprio quelle che più facilmente guariscono spontaneamente.. .Va ricordato inoltre che in America questi malati vengono operati con frequenza otto volte maggiore rispetto alla Svezia, senza che gli americani stiano otto volte meglio degli svedesi. Mi permetto di osservare che sarebbe più utile riferire e discutere i risultati clinici di nuove metodiche nelle opportune sedi scientifiche e dopo adeguati controlli a distanza al fine di evitare pericolosi entusiasmi:

Persone citate: Antonio Solini, Gary Onik, Paolo Gallinaro, Pernia

Luoghi citati: America, Svezia