Mercato nero,l'Urss alza il velo di Emanuele Novazio

Mercato nerof l'Urss alia il velo Mercato nerof l'Urss alia il velo Su un settimanale mappa dell'economia clandestina - «Si trova tutto, dai dadi alla Toyota» - «Tra i servizi il primato è alle pompe funebri» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Quello nero è 11 più sofisticato, il più elaborato. Quello grigio ha meno varianti, ma garantisce interventi di pregio. Quello rosa è il meglio protetto, ma anche il meno diffuso. L'indagine sui mercati paralleli si affranca da antichi imbarazzi, nell'Urss; e, per la prima volta, offre una tipologia esauriente. Una classificazione «a strati», con curiose incursioni nella dimensione sociale e di classe; arricchita da risvolti cromatici per meglio precisare diffusione e specializzazione: nero per la vendita illegale di merci, grigio per i servizi, rosa per i rifornimenti privilegiati della nomenklatura. . Il settimanale Ogoniok riassume. Al mercato nero •c'é di tutto, da un dado di pochi kopeki alla Toyota da quarantamila rubli: Ma, naturalmente, bisogna saper cercare: chi «non è al passo coi tempi- s'illude di poter acquistare ogni cosa, ma quasi sempre si ferma a jeans importati e già usati o a cosmetici di dubbia provenienza. Per trovare personal computer e lampadari finlandesi, tè inglese e giradischi giapponesi, bisogna stabilire contatti con -persone utili-, avere «amicizie che rendono-. Per esempio con chi va all'estero. C'è, tra di loro, una «vera divisione del lavoro»: i dipendenti del ministero per il Commercio estero portano di preferenza prodotti elettronici. Sportivi e attori scelgono l'abbigliamento. Marinai e ferrovieri sono specializzati nelle grandi quantità: come l'elettricista Provotorov, imbarcato sulla nave Rapla, che comprò in trancia 2900 catenine d'oro, guadagnandoci su un milione di rubli; o come due coppie di inservienti di vagoni letto, che importarono clandestinamente ventimila foulard e oltre mille orologi, intascando oltre un milione di rubli. Al «mercato grigio» ci si rivolge, quotidianamente, per ottenere servizi migliori, più sicuri, più svelti: dall'idraulico, dal parrucchiere, dal meccanico. O dai funzionari dei cimiteri: per avere un loculo personale si è disposti a sovrapprezzi molto consistenti. -Il primato in questo campo spetta anzi alle pompe funebri-. Subito dopo, vengono i venditori di salame: secondo il giornale, ogni anno in Unione Sovietica si spende almeno un miliardo e mezzo di rubli in sovrapprezzi per acquistare salami, prodotti in quantità insufficiente e dunque molto contesi. Nella maggioranza delle città, anzi, -gli alimentari del "defizit" non arrivano quasi mai sul banco di vendita-: si fermano prima, a quei clienti disposti a pagare di più. Quanto al «mercato rosa», non si tratta propriamente di uno scambio clandestino, ma di una consuetudine legittimata: l'eufemismo cromatico indica infatti la priorità nei rifornimenti ad alcune categorie sociali; e dunque -il sistema dei pacchi viveri all'interno delle imprese più importanti, la distribuzione chiusa per la nomenklatura-, criticata da Oorbaciov ma ancora in uso, •l'ineguaglianza della distribuzione nelle varie regioni del Paese-, a seconda che siano abitate da gente che conta o no. Le conseguenze, questa volta, sono più amare: perché •questo sistema toglie i rifornimenti ai negozi normali e costringe il resto della popolazione a comprare gli alimentari nei mercati kolkosiani, dove i prezzi sono molto più elevati-. Ma sperare di eliminarlo con le sole sanzioni sarebbe vano: come riconosce Ogoniok, le radici del male sono nella struttura economica del Paese. Per guarirlo, ci vogliono -la saturazione del mercato di beni e servizi-, la -fine del monopolio tra produttori-, la •modifica del sistema dei prezzi-. Come dire, il successo della «riforma». Emanuele Novazio

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica, Urss