De Cuéllar domani a Teheran

De Cuéllar domani ce Teheran Tacita sospensione delle attività belliche nel Golfo De Cuéllar domani ce Teheran US rSnfc L'Iran fa sapere all'Orni le condizioni per accettare la tregua - Gli Usa minacciano l'embargo in caso di fallimento della missione - Preoccupazione a Washington per .'«Irangate italiano» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — La crisi del Golfo Persico sembra approssimarsi a una svolta decisiva. Da sabato, l'Iran e l'Iraq hanno sospeso la guerra delle petroliere. Secondo ambienti dell'Onu, l'Iran avrebbe segnalato segretamente la propria disponibilità ad accettare la risoluzione 598 del Consiglio di sicurezza sulla fine delle ostilità, ma ad alcune condizioni. Non si sa se in veste di mediatore, proveniente dal Kuwait il ministro degli Esteri Ubico Al Talhl si è recato a Baghdad, dove rimarrà alcuni giorni: come è noto, Gheddafi è stato uno del più stretti alleati di Khomeini nel conflitto del Golfo. La schiarita si è delineata in vista dell'arrivo a Teheran, domani, del segretario generale dell'Onu De Cuéllar, che si recherà anche In Iraq, per stabilire se esistano le basi per la pace. Gli Usa sostengono che se la missione di De Cuéllar fallisse, chiederebbero all'Onu l'embargo delle forniture militari all'Iran e lo farebbero rispettare con un blocco navale. La tregua di fatto In corso da tre giorni dovrebbe consentire a due mercantili italiani, i primi dopo l'attacco di giovedì alla -Jolly Rubino», di attraversare indenni il Golfo Persico: si tratta delle portacontainers «Arturo Merzario» e «Merzarìo Italia» il cui ingresso nello stretto di Hormuz è previsto per stamane. A quanto riferito dai circoli dell'Onu, 11 regime di Khomelni si è impegnato infatti all'armistizio per tutta la durata del viaggio del segretario generale nel Golfo. Le condizioni principali che l'Iran porrebbe per l'attuazione della 598, e in parte da essa già soddisfatte, sono le seguenti. 1) Cessazione graduale della guerra, In primo luogo degli attacchi navali e secondariamente dei bombardamenti del centri abitati; 2) fine dell'appoggio finanziario e militare del Kuwait all'Iraq; 3) nomina di una Commissione per l'esame e la condanna delle responsabilità del conflitto, che secondo l'Iran sono per intero del presidente Iracheno Saddam Hussein; 4) ripristino del confini stabiliti ad Algeri nel '75- A Washington, si attribuisce alla missione di De Cuéllar un carattere ultimativo. Si spera che il rischio di una rottura con la Siria, che sta trattando per la liberazione degli ostaggi occidentali In Libano, e la gravità della crisi economica iraniana inducano l'Ayatollah alla moderazione. Il Dipartimento di Stato non esclude qualche concessione a Teheran, ma sottolinea che il Consiglio di sicurezza dell'Onu «é quasi d'accordo* per l'embargo delle forniture militari contro l'Iran qualora rifiuti la pace. Ieri 11 Washington Times ha scrìtto che l'embargo verrebbe messo al voto entro la fine del mese, e che un massiccio blocco navale americano delle coste iraniane incomincerebbe subito dopo. In questo quadro, l'Amministrazione insisterà con tutti gli alleati perché Impediscano i traffici di armi con Teheran. Bruciata dal baratto armi-ostaggi voluto da Reagan, e rivelatosi un tragico errore, Washington é rimasta doppiamente scossa dall'.Irangate italiano», ma ha evitato pubblici commenti per non compromettere l'operato della nostra magistratura e del nostro governo. Alti funzionari hanno indicato che agenti della Cia e del Pentagono stanno adesso seguendo In segreto «la pista italiana» anche per approfondire 1 legami tra Teheran e il terrorismo. Gli Stati Uniti erano al corrente dei traffici che avvenivano nel nostro Paese, ma non ne avevano le prove. e. c.

Persone citate: Arturo Merzario, Gheddafi, Khomeini, Reagan, Saddam Hussein