Honecker scavalca il Muro di Alfredo Venturi

Honecker scavalca il Muro Il presidente della Germania Est da domani nella Repubblica federale Honecker scavalca il Muro Il protocollo della visita affossa il mito della rìunificazione - La missione apre però spazi per nuovi sviluppi - Una vigilia carica di emozioni - Il ritorno alla casa natale nella Saar ; DAL NOSTRO CORRISPONDENTE } BONN — Arriva In Oermanta un tedesco, viene dalla Germania. Cosi Stern riassume 11 grande evento della settimana che si apre: la visita nella Repubblica Federale di Erich Honecker, capo dello Stato e del partito della Repubblica Democratica, il Paese vive una vigilia tesa, emotiva, mentre l'intenso programma di quel cinque giorni, e le attentissime misure di sicurezza, sonò a punto nei minimi dettagli. Questa non è ufficialmente che una visita di lavoro, ma nessuno è disposto a metterne in dubbio lo spessore storico. ' Come ogni volta che la Germania, in qualche modo, si muove, l'avvenimento è seguito all'estero con qualche apprensione. Per esempio in Francia: dove qualcuno riesce a agitare lo spettro dell'unità politica, questo incubo di ottanta milioni di tedeschi, di fronte a uno sviluppo che significa esattamente il contrario. Perché questa visita, come sottolinea lo Spiegel, rappresenta la fine dell'illusione a lungo nutrita dalla retorica federale: 11 mito della ri unificazione. Anche se questa fine è accompagnata da non poche ambiguità. Per esempio il protocollo. Domani mattina, davanti a Kohl e Honecker impettiti sul tappeto rosso disteso nel prato della Cancelleria, la banda della Bundesuxhr non suonerà gli Inni nazionali, suonerà semplicemente gli inni. Come possono esistere due inni nazionali tedeschi, si spiega con candida enfasi, visto che la nazione tedesca è una sola? Ecco perché nel programma ufficiale c'è quella insolita omissione di aggettivo. Altra acrobazia protocollare: il capo di Stato Honecker è ospite del capo del governo Kohl, non del suo omologo Weizsaecker. Gli onori, tuttavia, sono quelli riservati ai capi di Stato: bandiere, musica, reparto in armi. Con qualche ritocco riduttivo, pazientemente negoziato fra le parti: per esempio 1 motociclisti che scorteranno la nera Mercedes $00 saranno quindici, non i ventuno soliti. Altro dettaglio: nel programma 1 riferimenti a Honecker sono preceduti dall'appellativo di segretario generale, non di presidente. Inoltre non ci sono Inviti al corpo diplomatico, com'è la prassi quando arriva un ospite straniero di rango. Straniero, l'uomo che è venuto al mondo 75 anni fa a Neunkirchen, nella Saar, e che si prepara a rivedere, 11 quarto giorno della sua visita all'Ovest, l'adorato villaggio natale? C'è il racconto di un vecchio amico, che dalla Saar era andato a trovarlo a Berlino. Ecco il duro dirigente, il costruttore del Muro, che recita una poeaiolà infantile nel dialetto sarrese, poi tira fuori un fazzoletto e scoppia ih un pianto dirotto. Sono passati dieci anni da quelle lacrime, e Honecker' sta per tornare a Neunkirchen e nella vicina Wiebelskirchen, dove crebbe e si formò nella fede marxista. Un risvolto umano che completa un trionfo politico. In questi giorni cessa, dopo 38 anni, la quarantena protocollare della Ddr. I giorna li del gruppo Springer conti nueranno a scrivere Ddr fra virgolette, e a ricordare di Honecker, prima di tutto, la vergogna del Muro: ma il gran passo ormai è fatto. E proprio sotto un governo conservatore il processo intertedesco, avviato dai can cellieri socialdemocratici, raggiunge il suo culmine. Come scrive Die Zeit, la que¬ stione tedesca cessa di essere una politica operativa, entra nella dimensione di problema storico. Il settimanale amburghese è in prima fila nella difesa di questa nuova visione. Il suo editore è Helmut Schmidt, il cancelliere che nel dicembre '81, in un castello prussiano, rivolse a Honecker l'invito destinato a giacere Inattuato sei anni. Riunificazione? Se ne potrà parlare nel ventunesimo secolo, dice Schmidt. Oli elmi d'acciaio, come qui si chiama la destra revanscista, possono strepi¬ tare quanto vogliono: la storia impone realismo. Non si deve piti parlare di Germania divisa, raccomanda Die Zeit: semmai di Germania raddoppiata. L'accento non è piti sulla riunificazione, è piuttosto sull'unita. Cioè non si tratta d'inseguire un obiettivo poli' tico nel senso dell'organizzazione statuale, ma obiettivi culturali, economici, sportivi comuni. Una sola nazione, politicamente organizzata in due Stati. In fondo, nella storia germanica soltanto poche generazioni, fra il 1870 e il 1945, sono vissute nei confini di un unico Stato. Per il resto è una storia di estrema frammentazione politica, ciò che non ha mai impedito al tedeschi di riconoscersi in una comune identità nazionale. Alle analisi degli intellettuali, sul senso da darsi a questa visita, fa riscontro l'interesse popolare. Secondo un sondaggio recente, 11 54 per cento dei tedeschi considera positivo il viaggio di Honecker, mentre soltanto sette su cento preferirebbero che non se ne facesse nulla. Oli altri, 1139 per cento, si proclamano indifferenti: ma questa indifferenza, in gran parte, non è che un modo di riservarsi il giudizio a dopo. Perché c'è un'aspettativa, attorno agli esiti di questa visita, che non manca di impensierire il governo. Fino da meta luglio, quando Bonn e Berlino Est diedero contemporaneamente l'annuncio, le fonti federali si sono preoccupate di smorzare le attese. Si sottolinea come l'importanza del viaggio sia nel viaggio in sé, che va considerato una tappa in un processo che continua. Oli adempimenti concreti del resto non mancano: saranno firmati accordi di cooperazione in materia di ecologia, di sicurezza nucleare, di scienza e tecnologia. Si parlerà del modo di approfondire i legami, che da anni s'intrecciano fra i due Stati tedeschi. Per esempio, i rapporti economici, un sistema di relazioni basato su un meccanismo di compensazione simile al baratto: con un saldo di fine anno, che sistemati¬ camente è un disavanzo a carico della Ddr, regolato con un credito senza interessi da parte di Bonn. Considerata la disparità dimensionale fra i due Paesi, e soprattutto fra le due economie, il commercio lntertedesco ha importanza molto maggiore per la Ddr (fra 18 e il 10 per cento dell'interscambio, il secondo bilancio commerciale dopo quello con l'Unione Sovietica) che per la Repubblica Federale. Ma il dato puramente quantitativo (appena l'i,4 per cento delle esportazioni federali va nell'altra Germania) è secondario rispetto all'essenza di questi legami, che è soprattutto umanitaria. I rapporti intertedeschi si reggono sull'incontro di due interessi. L'interesse orientale a robuste iniezioni di tecnologia e finanziamenti federali L'interesse di Bonn a assicurarsi concessioni politiche e umanitarie: prigionieri riscattati, amnistie, più permessi di viaggio per i cittadini Ddr nella Repubblica Federale, più visti di emigrazione. Bisogna dire che questo scambio unico al mondo funziona molto bene. Da una parte ha aiutato la Ddr a diventare la seconda po tenza economica del blocco orientale, e paradossalmente a essere presente nel mercato della Cee, grazie ai meccanismi di deroga che Bonn ha fatto accettare a Bruxelles. Ma il bilancio è positivo anche dall'altra parte: fino a pochi anni fa, per esempio, soltanto poche migliaia di pensionati venivano autorizzati da Berlino Est a visitare i loro parenti in Occidente. Quest'anno sono attesi due milioni di visitatori orientali. E poi ci sono le ricorrenti amnistie, l'abolizione della pena di morte nella Ddr. Purtroppo è rimasta in piedi una pena di morte di fatto: è lo Schiessbefehl, l'ordine che autorizza 1 reparti di frontiera a sparare sui fuggiaschi lungo quel tragico confine. In questi giorni, per non turbare la visita, l'ordine è sospeso. Ma si vorrebbe qualcosa di più di una revoca temporanea. Lo Schiessbefehl sarà uno dei temi che Kohl sottoporrà a Honecker, durante le quattro o cinque ore di discussioni in programma. Se il culmine politico della visita è nei due giorni a Bonn, negli incontri con 11 Cancelliere, nel colloquio con il presidente Weizsaecker, nelle conversazioni con i dirigenti dei partiti, di non minore interesse è il successivo viaggio in provincia. Honecker vedrà quattro capi di governi regionali: i socialdemocratici Johannes Rau (Nord Reno-Westfalia) e Oskar Lafontaine (Saar), il democristiano Bernhard Vogel (Renania-Palatinato), il cristiano-sociale Franz-Josef Strauss (Baviera). Incontrerà anche gli ex cancellieri Helmut Schmidt e Willi Brandt. Poi sarà ospite a Essen di Berthold Beitz, presidente della Krupp. Che cosa ci fa il dirigente comunista dal capitalista mercante di cannoni? Una visita d'amicizia, come quelle che Beitz gli ha reso dall'altra parte del Muro: quando i due, appassionati cacciatori, se ne vanno col fucile in spalla nei boschi del Brandeburgo. Del resto Honecker compenserà questo cedimento ideologico con un pronto ravvedimento: il pellegrinaggio a Treviri, alla casa natale di Karl Marx. E a Dachau, dove fu decapitata quella resistenza comunista al nazismo che aveva visto il giovane Erich fra i combattenti più decisi. Alfredo Venturi l/incontro tra il Cancelliere tedesco Helmut Kohl e il presidente della Germania Est Erich Honecker lo scorso anno a Stoccolma