Caccia a chi attendeva la nave arsenale

Caccia a chi attendeva la nave arsenale t7- II mercantile libanese sequestrato aveva appuntamento con un'altra imbarcazione Caccia a chi attendeva la nave arsenale Il sospetto degli inquirenti nasce da una dichiarazione di Roberto Sandalo - Il pentito di Prima Linea disse ad un processo: «Le armi per l'eversione italiana vengono sbarcate tra Bari e Brìndisi» - Lo scafo sarà smantellato DAL NOSTRO INVIATO BARI — Continua a uscire droga dalla stiva del cargo libanese «Boustani 1», bloccato dalla Finanza, domenica notte, davanti a Bari, a un miglio dalla costa. Ma i carabinieri stanno cercando altre armi che potrebbero essere nascoste nelle intercapedini delle paratie. Tutta la stiva è stata vuotata dal carico di rottami ferrosi e gli investigatori controllano centimetro dopo centimetro lo scafo. Lunedi hanno trovato un missile antielicottero di fabbricazione americana un lanciagranate sovietico, un bazooka anticarro con relative munizioni. C'era anche mezzo chilo di eroina purissima e 23 chili di hascish. Ieri, in una piccola tanica impermeabile, di quelle che vengono poi gettate in mare per essere raccolto dai trafficanti, un altro mezzo chilo di eroina e 20 grammi di cocaina. Gli inquirenti sono convinti che la stiva nasconda un arsenale: «Se necessario smantelleremo tutta la nave., dicono. E non lasciano avvicinare nessuno. Un fitto cordone di carabinieri e polizia tengono lontano tutti dal molo foraneo, dove è ormeggiato quello che ormai chiamano il «vascello fantasma». Fantasma perché non si sa neppure se •Boustani 1» sia il suo vero nome, che è stato scritto su un altro nome cancellato con la vernice nera. Boustani risulta essere una ricca famiglia di armatori libanesi che però con questa nave avrebbero niente a che fare. E mentre gli artificieri cercano armi e droga, la magistratura di Massa Carrara che ha dato il vìa alle indagini, ha già emesso 45 ordini di cattura. Sarebbero persone implicate in traffico di armi e droga con il medioriente e una fitta documentazione trovata nella cabina del comandante, avrebbe fornito le prove che sono servite alla magistratura di Massa per far scattare gli ordini di cattura. Il comandante del cargo, Samir Boutros, 35 anni, di Beirut, è stato arrestato e con lui tutto l'equipaggio: quattro libanesi, quattro sudanesi, due pakistani, due del Bangla-Desh, due egiziani e due della Sierra Leone. Più un clandestino pakista- no che che aspettava 11 momento buono per sbarcare senza essere visto. Tutti dicono di non sapere che sulla nave c'erano armi e droga e il comandante sostiene di essere stato ingannato: •Materiale che hanno caricato a bordo a mia Insaputa; succede e ti comandante è l'unico a non saperlo.. Ma secondo gli investigatori Samir Boutros mente. Incerta è anche la rotta seguita dalla nave. Si dice, ma tutta l'operazione è coperta da assoluto riserbo, che il cargo sia partito dal Libano diretto in Liguria o Toscana per scaricare 1 rottami di ferro. Ma nello Ionio ha virato a destra e imboccato il Canale di Otranto per «avarìe al motore» fermandosi a un miglio da Torre a Mare, dove lo hanno trovato le motovedette della Finanza. •Falso-., dicono gli investigatori però non aggiungono altro perché tutta l'operazione è coperta dal massimo segreto. E se l'avaria c'era, i tecnici devono ancora scoprirlo; prima vogliono sapere esattamente che cosa nasconde ancora la nave. Gli investigatori sono convinti che la «Boustani» avesse l'appuntamento con qualche natante per scaricare armi e droga. Il sospetto nasce da una dichiarazione che fece il pentito di «Prima linea», Roberto Sandalo, al processo di Torino. Disse che le armi che alimentavano reversione italiana venivano sbarcate sul litorale pugliese, a Savelletri, tra Bari e Brindisi, attraverso il canale del contrabbando di stupefacenti Il litorale pugliese è denso di misteri. La scorsa primavera sulla battigia vicino a Bari furono trovate mine e razzi an ti grandine portati dalla marea. Qualche mese prima fu rinvenuto il cadavere di un sommozzatore con tuta e bombole. Non si è mai saputo chi fosse. Si torna indietro nel tempo: nell'83 fu trovato morto un altro sub che aveva documenti inglesi. Le indagini appurarono che i documenti appartenevano a un suddito britannico che è ancora in vita e che gli erano stati rubati. Erano mesi che le capitanerie di porto davano la caccia al «Boustani». Sembra lo stessero aspettando all'entrata del Tirreno, poi deve essere arrivata la segnalazione che aveva puntato la prua verso l'Adriatico. Le motovedette erano state messe in allarme e domenica notte la cattura. Ieri sera la magistratura barese ha comunicato che sul cargo sono stati trovati anche sette passaporti. Non aggiunge altro se non episodi già noti. Le indagini continuano in stretta collaborazione con la procura di Massa Carrara. Aldo Popaiz

Persone citate: Aldo Popaiz, Mare, Roberto Sandalo, Samir Boutros