Gli armatori: intanto chi ci protegge?

Oli amatori: intanto €hi€i protegge? Oli amatori: intanto €hi€i protegge? DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Una squadra navale proteggerà 1 mercantili italiani: ma chi proteggerà quella squadra navale? Prima ancora che il Parlamento esamini la proposta del governo, già si torna a battere sul tasto della presunta sproporzione tra l'intraprendenza della politica estera italiana e la dotazione delle forze armate, che della politica estera in particolari circostanze rappresentano l'inevitabile complemento. Nel concreto, quale che sarà la composizione della squadra italiana, sembra improbabile che essa avrà una protezione aerea propria. In primo luogo, perché le forze armate italiane non dispongono di una portaerei. In secondo luogo, perché nessun Paese mediterraneo o mediorientale — pronosticano in ambienti militari — accetterebbe di ospitare in parcheggio .caccia • di una nazione terza, accollandosi il rischio conseguente di dover condividere la responsabilità di eventuali azioni di guerra. Queste obiezioni sono abbozzate soprattutto in quegli ambienti della de che sono più tiepidi verso la progettata spedizione nel Golfo, soprattutto per ragioni politiche. Poiché tuttavia Goria garantisce che la spedizione italiana avverrà all'insegna della -massima efficacia e massima sicurezza-, si deve pensare che sia allo studio una soluzione per impedire che, nel malaugurato caso di uno scontro, le navi siano prive di adeguata difesa aerea. E' possibile, quindi, che il «piano Zanone» preveda un rapporto di collaborazione con la flotta americana, che incrocia nel Persico con numerose e agguerrite portaerei. Ma in questo caso l'Indispensabile coordina¬ per scontato l'invio di otto navi: tre fregate della classe «Maestrale», tre cacciamine «LericU («50710 unità dimezzate, perché prive dette apparecchiature per il dragaggio magneto-acuslico», già protesta l'ex ammiraglio Falco Accame) e due navi appoggio. Le fregate in questione dispongono di sistemi missilistici di difesa antl-aerea e anti-missile. Le navi italiane dovrebbero impiegare circa 25 giorni per raggiungere il Golfo Persico, e nessuno può dire quale sarà lo scenarlo che troveranno quando le loro prue vi si affacceranno. I mercantili italiani non staranno ad attenderle, e cinque di essi nel prossimi giorni entreranno nello stretto di Hormuz. Gli armatori avevano discusso l'ipotesi della protezione navale militare con 11 ministro della Marina mercantile, Pi-andini, e questi ne aveva ricavato l'impressione, esplicitata ieri al termine del Consiglio del ministri, che gli armatori considerassero inopportuna la presenza della flotta «tascabile» italiana. Ma la Conf itarma ha smentito Prandi ni: la loro perplessità, ha spiegato, nasce dal fatto che passeranno giorni prima che le fregate italiane entreranno nel Golfo; e nel frattempo i mercantili saranno mento militare assumerebbe anche forti valenze politiche. Oli aspetti militari, che sono anche politici, della spedizione proposta del governo, saranno illustrati da Zanone al Parlamento, n ministro della Difesa è rimasto in argomento molto circospetto, nel timore che con il pretesto di obiezioni tecniche la de bocciasse la spedizione nel Golfo. Voci rimbalzate ieri, ma prive di alcuna conferma ufficiale, davano esposti all'eventualità di rappresaglie per la decisione DI fatto, comunque, al ministero della Marina mercantile non si è entusiasti per la decisione del governo; un alto funzionario ieri ricordava, con ironia, l'Involontaria battuta del generale Armando Diaz alla vigilia di Vittorio Veneto: «Su tuffo il fronte bocche grandi e piccole aprano il fuoco... e poi vediamo come va a finire». Resta infine la possibilità teorica che quando la Marina italiana arriverà nel Golfo, non vi siano più mercantili da difendere: i sindacati dei marittimi non escludono di proclamare uno sciopero sul mercantili, se 1 rischi connessi alla situazione diventeranno eccessivi. Già altre volte, negli ultimi anni, la Marina militare si è trovata ad operare in scenari di guerra non dichiarata, soprattutto nelle acque libanesi (tra 1*82 e l'84). Il deputato radicale Mauro Melimi si preoccupa perché, in forza dell'anacronistico articolo 9 del codice penale militare, «i corpi di spedizione all'estero... sono soggetti al codice penale militare di guerra», che contempla la pena di morte. Non risulta tuttavia che nelle spedizioni precedenti alcun militare italiano sia finito davanti al plotone d'esecuzione.

Persone citate: Armando Diaz, Falco Accame, Goria, Mauro Melimi, Prandi, Zanone

Luoghi citati: Roma, Vittorio Veneto