Già troppi morti non annunciati

Già troppi morti non annunciati Nasce la domanda più banale e tragica: lo sport fa male? Già troppi morti non annunciati Perchè la droga nello sport? La risposta introduce una serie di osservazioni sul fenomeno del doping che è esploso giusto alla vigilia dei Mondiali di atletica. Le immagini delle marciatrici ai campionati mondiali di Roma si sono allacciate nella memoria, ed anche nella documentazione dello strazio sportivo, a quelle della maratoneta elvetica, la Gaby Andersen-Schless, alla fine della prova olimpica di Los Angeles 1984. Quasi contemporaneamente dagli Usa è arrivata la notizia di quattro giocatori di football americano dei New York Giants — il cui stadio si trova nel New Jersey e fa parte del complesso detto Meadowsland — colpiti da tumore: tre morti, uno costretto comunque a lasciare lo sport. Da qui la domanda, cosi semplice da apparire quasi banale, quasi cretina: lo sport, o almeno certo sport praticato intensamente, fa male? La prima risposta, altrettanto semplice ma secondo noi assolutamente non cretina, è stata fornita una ventina d'anni fa da Per Olaf Astrand, svedese, uno del padri della fisiologia sportiva: « Tra il fare lo sport male e il non farlo, e sempre meglio farlo male.. Poi si è arrivati, doverosamente, alle sfumature, ai dettagli, alle precisazioni. Ma sempre è stato tenuto presente, dicendo ad esemplo di un morto per infarto durante la pratica sportiva, che molti, di fronte a quell'uno, sono morti di Infarto proprio per non avere praticato sport. Mancano le cifre, le statistiche del non sport, ma si sa che devono essere terribili. Per ogni morto prematuro In una Stramilano, in una Romaratona, in una Vasaloppet, quanti morti precoci per non avere mai fatto podismo o sci di fondo? E addirittura: per ogni morto «là», dove si fa sport impegnato, quanti salvati, «là» e anche «qui», dove si fa sport per sport, in dosi anche minime, da agguati altrimenti mortiferi? Nell'insieme lo sport pare in grado di resistere ad ogni demonizzazione. Se uno degli inventori della pratica podistica chiamata Jogging muore proprio mentre corre e saltella in un parco — è accaduto negli Usa —, subito si fa presente che questo jogging ha probabilmente rinviato di un bel po' di anni l'ultimo appuntamento per questo tipo, pluriinfartuato. Se Jack Kelly, 11 fratello di Qrace la principessa, grande ex atleta del canottaggio, muore lui pure di podismo dopolavoristico, si può anche decidere che l'intensa prati¬ ca sportiva gli ha regalato vita, che cioè, handicappato cardiologicamente, senza jogging sarebbe morto prima (salvo poi attribuire al canottaggio questo handicap...). Stabilita comunque questa capacità di resistenza dello sport ad accuse sommarie, non è però sbagliato scéndere dentro ad alcuni casi, per rintracciare coincidenze inquietanti, anche se statisticamente non ancora preoccupanti. Quasi che, di fronte alla accertatissima miglior salute generale dispensata dallo sport, esistano zone scure, misteriose, nelle quali la scienza non penetra ancora, forse soltanto per difetto di campionatura. Oppure dove entra facendo un certo giro, come è 11 caso dei quattro giocatori di football americano colpiti dal cancro: la squadra gioca e si allena dal 1976 su un campo, costruito su una base di rifiuti, di scorie Urbane, e il primo caso di tumore è del 1980, quello e gli altri casi potrebbero essere casualità, coincidenze. Casomai preoccupa una forma di cancro del sistema linfatico contratta da un giocatore della squadra di Tampa, Florida: quest'uomo è cresciuto a Rutheford, che è adiacente proprio a Meadowsland e che è una cittadina di 21000 abitanti con ben 32 casi di leucemia dia¬ gnosticati nel solo 1978. Ma in ogni modo qui non c'entra lo sport, sotto accusa possono . essere le radiazioni di quelle scorie, peraltro controllatlsslme e ufficialmente pulite. Tornando a mali, malesseri e malanni direttamente da sport, si deve dire che la campagna condotta prima delle gare di Roma, per suggerire l'Idea di un'atletica artificiale, senz'altro contribuisce a creare sospetti e confusione. Probabilmente quasi nessuna marclatrice assume steroidi anabolici, che appesantiscono la massa muscolare, dando un tipo di forza che a questa disciplina non è utile: ma come Impedire che la gente pensi a queste signorine, a queste signore, come a consumatrici accanite di diana boi e prodotti similari? C'è coltivazione, addirittura culto del mistero. E lo sport, un po' per 1 suoi silenzi, un po' per ìe residue cagliostrerie, un po' per una nascente scienza piena di pudori e timori, un po' per il caso, b senz'altro terreno fertile di supposizioni, di paure anche. Raccontarle significa esorcizzarle, almeno in parte. Cominciamo dai misteri, finiremo con gli embrioni di statistiche, di elenchi organici, Gian Paolo Ormeziano (1. continua)

Persone citate: Gaby Andersen, Gian Paolo Ormeziano, Jack Kelly, Olaf Astrand, Rutheford

Luoghi citati: Florida, Los Angeles, New Jersey, New York, Roma, Tampa, Usa