Scienziato «libera» in Usa batteri mutati di Giancarlo Masini

Scienziato «libera» in Usa batteri mutati Scienziato «libera» in Usa batteri mutati 1 microorganismi erano stati modificati geneticamente per combattere malattie delle piante - Lo specialista, privo del permesso delle autorità federali, si difende: «Sono completamente innocui» SAN FRANCISCO — La storia potrebbe costituire la trama di uno dei tanti film di fantascienza riguardanti la creazione di entità biologiche mostruose, che sfuggono dalle mani dei creatori, oltrepassano le barriere del laboratori e invadono il mondo. In questo caso per fortuna le creature artificiali sono solo due tipi di batteri non patogeni e che — stando a quello che dicono gli scienziati del settore — non soltanto non fanno male, ma aiutano le piante a vivere meglio. La notizia ha messo a rumore tutto il mondo scientifico ed ha suscitato vivaci reazioni soprattutto da parte degli ambientalisti. Ma cominciamo da principio. Nel giugno scorso un certo dottor Gary Strobel, specialista di patologia delle piante all'Università dello Stato del Montana — senza dire una parola, ai colleghi, né alle autorità accademiche del suo ateneo, né tantomeno alle agenzie federali addette al controllo dell'ambiente e della salute pubblica —, Inoculò In 14 olmi situati all'esterno del recinti sperimentali batteri geneticamente modificati e capaci di combattere una malattia che colpisce tali piante. La notizia è venuta fuori una settimana fa suscitando apprensione e polemiche, nonché una reprimenda nei confronti del dott. Strobel, per non- aver rispettato le regole che impongono la richiesta e la concessione dei • permessi previsti dalle autorità federali per slmili esperimenti. Ma le discussioni su questo episodio erano ancora in corso quando è venuta fuori un'altra notizia: lo stesso dott. Strobel fra il maggio e il giugno 1884 aveva compiuto una simile azione Immettendo nell'ambiente esterno un altro tipo di microrganismi geneticamente alterati e quindi contravvenendo alle regole deontologiche che 1 biotecnologi si sono dati e alle norme stabilite dall'Environment Protectlon Agency e dai National Institutes of Health. Come ha riferito lo stesso poco scrupoloso ricercatore del Montana, egli, tre anni fa, prese un tipo di, batteri che normalmente vivono nel suolo — 1 «Rhizobium meliloti» — e provocò mutazioni genetiche in tre sta¬ di. Per prima cosa estrasse materiale genetico dal noto •Escherichia Coli» (un batterio che vive anche nell'intestino umano) e lo inseri negli Agrobatteri rizogeni, mediante la tecnica del DNA ricombinante. Qui merita ricordare al lettore che con la sigla DNA si indica l'Acido Desossiribonucleico ovvero la grossa molecola che contiene il codice (o patrimonio) genetico di ogni essere vivente, n termine ricomblnante indica il fatto che determinate porzioni di DNA obbligano il materiale biochimico circostante a replicare appunto quel DNA. Il terzo stadio dell'operazione di Strobel consisté nel mescolare gli Agrobatteri rizogeni modificati con 1 Rhizobium meliloti. Va ricordato che 1 primi microrganismi alutano certe piante a sviluppare più robuste radici; 1 Rhizobium meliloti inducono la formazioni di noduli attraverso 1 quali le piante possono assimilare l'azoto atmosferico molecolare senza aver necessità di concimazioni chimiche. n dott. Strobel ha chiesto scusa per il suo comportamento anche se ha criticato le regole federali che non sarebbero chiare e risulterebbero inefficaci. Per di più, egli si è detto sicuro che i microrganismi da lui Immessi nell'ambiente sono assolutamente innocui. Dello stesso parere si sono detti molti studiosi di ingegneria genetica vegetale anche se hanno aspramente criticato il comportamento del loro collega. Da parte dei National Institutes of Health 6 stato costituito un comitato scientifico d'inchiesta che esprimerà 11 suo giudizio solo dopo che avrà compiuto tutte le analisi del caso, che richiederanno mesi di lavoro. Infatti si tratta di vedere quello che succede nelle interazioni con gU altri organismi naturali Per quanto riguarda l'esperimento del giugno scorso il dott. Strobel ha dichiarato che prowederà a tagliare 1 quattordici olmi trattati e a bruciarli in un inceneritore deUTJniversità. Per quanto concerne l'esperimento di tre anni fa ogni tentativo di recupero e impensabile. C'è solo da augurarsi che le previsioni di Strobel siano giuste e che i suoi colleglli rispettino sempre le regole. Giancarlo Masini

Persone citate: Gary Strobel, Strobel

Luoghi citati: Montana, San Francisco, Usa