Come l'Aprilia ha battuto Honda e Yamaha di Carlo Florenzano
Come"A^ MOTO Parte da Reggiani la storia della piccola casa italiana che ha trionfato nella 250 Come"A^ L'ingegner Oguma, il direttore sportivo della Honda Racing Corporation, la più grossa organizzazione che si sia mai vista nel mondo delle corse di moto (decine di ingegneri e centinaia di dipendenti impegnati a costruire esclusivamente moto da corsa), era 11 sul traguardo quando Loris Reggiani domenica scorsa ha vinto 11 Gran premio di San Marino con una «250» artigianale che porta 11 nome di una giovane Casa italiana, la Aprilla, che nel suo insieme ha meno dipendenti del solo reparto corse della Honda. Oguma, che segue con attenzione la Aprilla e Reggiani che potrebbe finire l'anno prossimo su una Honda, non si è stupito del risultato del Gran premio di San Ma¬ rino. Ma a valutar bene la vittoria dell'Aprala ha del miracoloso perché è stata ottenuta in una categoria in cui le due più grandi Case giapponesi sono impegnate con enorme dispendio di uomini e mezzi A rendere ancora più singolare il fenomeno Aprilla c'è 11 fatto che non si tratta di un'antica marca con grandi tradizioni sportive alle spalle. Tutto è cominciato soltanto 3 anni fa, quando Loris Reggiani uscito da due stagioni disastrose si presentò assieme all'amico e protettore Michele Verrini (concessionario Aprilla di Firenze) da Ivano Beggio, quarantenne titolare della marca di Nòale (Venezia). Aveva una proposta interessante. La Rotax, casa austriaca che costruisce motori per varie marche fra cui anche l'Aprilla, aveva un buon propulsore 250 da corsa; costruendoci intorno un telaio tenendo anche come riferimento le Kawasakl usate da Loris l'anno prima si poteva con poca spesa tentare l'avventura delle corse. Beggio disse di si e la casa di Reggiani a Forllmpopoli diventò un reparto corse, Oggi la casa di Reggiani con officina al piano terra, è ancora un reparto corse, con due meccanici a tempo piena un magazziniere ed alcuni volontari super-appassionati che danno una mano, mentre l'impegno Aprilla si è fatto più consistente e si concretizza anche nella collaborazione a tempo pieno di un giovane ingegnere, Dolph Van Der Woude, che per la sua barba da montanaro qualcuno chiama «Messner». L'escalation continua perché ad ottobre verrà provato il nuovo motore bicilindrico a V, questa volta costruito interamente dall'Aprilia e 1 programmi di investimento saliranno verticalmente: •Spendiamo il 3 per cento del nostro fatturato per le corse — spiega Beggio —. Può sembrare un investimento molto alto, ma non è follia dettata da una passione personale per le gare. Oggi la moto, almeno in Italia in cui vendiamo l'SS per cento dei nostri prodotti ed occupiamo circa l'8 per cento del mercato, non è più un metto di trasporto, ma qualcosa di ben diverso e per vivere ha bisogno dello stimolo deUe corse. Ventanni fa, quando rilevai la Aprilla che fabbricava biciclette e ciclomotori con 18 dipendenti (oggi 180, di cui 60 impegnati nella progettazione e ricerca) assunsi i primi tecnici per fare del 'cinquantini'' da motocross con cui correvo io stesso. Dunque, proprio per le corse abbiamo allargato i nostri orizzonti e siamo diventati una fabbrica di motociclette, imparando a progettare interamente una moto, per poter poi delegare all'esterno la costruzione delle parti staccate che assembliamo per produrre 27 mila moto e ciclomotori all'anno». Carlo Florenzano
Luoghi citati: Firenze, Italia, San Marino, Venezia
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