La guerra all'epatite ha quattro obiettivi
La guerra all'epatite ha quattro obiettivi A Torino i più grandi specialisti europei La guerra all'epatite ha quattro obiettivi Ottenuti straordinari risultati nei trapianti di fegato Da oggi al 5 settembre, a Torino, i più grandi specialisti europei del fegato discutono, ad altissimo livello scientifico, i problemi delle biologia molecolare dei virus epatitici (F. Bonino, A. Smedile, A. Alberti, P. Pontisso, A. Ponzetto), i risultati sperimentali di farmaci antivirali nell'epatite cronica virale (L. Barbara, F.. Williams, F. Dianzani, S. Sherlook. F. Rosina, O. C. Actis), i problemi del virtù .Delta. (M. Rizzetto, F. Bonino), le più avanzate esperienze nel trapianto di fegato (J. P. Benhamou, H. Bismuth, K. HOckerstedt, J. B. Otte. D. Oalmarini) e della ^litotrissia extracorporea a onda d'urto- della calcolosi della colecisti (O. Paumgartner, K. H. Mayer zum Buschenfelde), la fisionomia delle complicazioni batteriche (R. Williams), le moderne acquisizioni molecolari sul metabolismo e la fisiopatologia (D. James, J. Rodés, D. Lebrec, 8. Brllnger, P. Ferenci) e la finissima biochimica dei •mediatori» dell'Infiammazione epatica (D. Kappler). Presieduto da O. Verme, questo è il 22* convegno dell'Easl — Associazione Europea per gli studi del fegato — la Società di epatologia più grande e prestigiosa al mondo, subito dopo la consorella americana. A livello universale, il problema delle epatiti acute virali (da virus B, virus A, virus nonA-nonB. virus Delta), delle epatiti virali •persistenti» e •croniche attive» e delle cirrosi postepetltiche ha dimensioni tragiche, se non terrificanti: tali che il virus dell'Aids, a suo confronto — se mi è concessa l'offesa — fa solo la povera figura del dilettante. Di epatite B, muoiono, ogni anno nel mondo, 2 milioni di persone: e 50 milioni si ammala)-' no e 200 milioni ne sono portatori cronici. Solo l'attuale esasperato furore emotivo per l'Aids riesce a deviare l'attenzione dalla pesante realtà di una malattia che è «killer a tempi lunghi» (epatiti croniche, cirrosi, carcinoma epatocellulare) più che a tempi brevi (6000 morti all'anno, in Italia, per epatite acuta): oltre che esser maligna •proprietaria» del più grande serbatolo mondiale di contagio interumana Nelle relazioni degli esperti al Convegno di Torino — ci ha detto Giorgio Verme — sono essenzialmente quattro le linee dell'Impegno e del progresso scientifico: 1) la sempre più precisa individuazione sino a livello di proteine specifiche, acidi nucleici. Dna e Rna — del virus epatitici 2) 11 sostanziale passo avanti nella prevenzione, col vaccino antiepatite B 3) i primi contributi sperimentali, già piuttosto promettenti, della terapia dell'epatite cronica attiva con i nuovi farmaci antivirali 4) il recente concreto progresso nei risultati del trapianti di fegato. E infatti, le relazioni scientifiche parlano chiaro. Le più affinate tecnologie di biologia molecolare a cui il gruppo di studio torinese ha portato sostanziale contributo — permettono oggi di studiare 1 meccanismi di •replicazione» con cui 11 virus guadagna terreno, di dimostrare quantità anche minime di •genoma» virale e di localizzare 1 «siti» di attacco all'interno delle cellule epatiche. Sono state messe a punto metodiche di identificazione delle svariate proteine del «mantello esterno» del virus e del suo •nucleo centrale»: e sono addirittura state messe in luce le varie componenti specializzate (come la regione «preSl» e «preS2» che permettono al virus di riconoscere o scegliere la cellula epatica, di aderirvi e poi di penetrarvi). Oggi si è in grado, con metodi lm munoistochlmici — come ha dimostrato F. Callea — di identificare tutte le proteine virali sul frustolo "di tessuto ottenuto con l'agobiopsia epatica. Non occorre spender parole sul positivo significato sanitario ed epidemiologico del recenti vaccini biosintetici antl-e patite B: perché, con la rigorosa campagna di protezione di ogni soggetto a rischio — e con la spontanea «fine ad esaurimento» dei portatori sani — potranno condurre, entro qualche decennio — se non un mezzo secolo — alla controllata eliminazione della malattia. •Levamisolo», «adenina arabinoslde» e «interferoni» sono le terapie antivirali, da almeno 2 anni in fase sperimentale, che mirano a inibire la «replicazione» del virus nei fegati epatitici cronici e ad arrestarne la lenta e subdola attività. Di fronte ad una malattia sin qui senza la minima terapia causale, i primi risultati risultano perlomeno incoraggianti (un terzo del malati sembra guarito, un terzo ha avuto favorevole remissione, un terzo è rimasto invariato) e 1140 per cento di un gruppo di malati di epatite cronica Delta è sensibilmente migliorato). Straordinaria la notizia, in campo di trapianto di fegato, dei risultati raggiunti da H. Bismuth e J. P. Benhamou con il «trapianto d'emergenza» in 17 malati di «epatite acuta fulminante», malattia che senza eccezioni, non perdona. A 1-15 mesi dall'intervento ben 12 malati sono vivi e In buone condizioni. Nella chirurgia «normale» di trapianto epatico (per epatopatia infantile da errori del metabolismo, cirrosi biliare primitiva, colangite cronica sclerosante, casi di cirrosi non virali e non alcoliche) 11 progresso è ormai indiscutibile (85 per cento di sopravvivenza a 3 anni), per merito delle migliorate tecniche e dell'impiego della ctclosporina. La frantumazione dei calcoli colecistici con •onde-shock»? La tecnica — in associazione ai cosidetti «farmaci dissolventi» — e soddisfacentemente uscita dalla fasespe rimentale ma resta limitata a casi selezionati (calcoli solitari, radiotrasparenti, in colecisti non alterate). In 155 pazienti, O. Paumgartner ha ottenuto la scomparsa ecograflca del calcolo nel 70-100 per cento del casi, a 6-12 mesi dall'applicazione dell'onda-shock. Ezio Mlnetto
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