Tutti gli uomini della trattativa

Tutti gli uomini dello trattativa A Porto Azzurro in primo piano Nicolò Amato, direttore dei penitenziari Tutti gli uomini dello trattativa lì funzionario del ministero è l'uomo della riforma: «Questa rivolta poteva metterla in discussione» -11 ruolo decisivo di quattro avvocati DAL NOSTRO INVIATO PORTO AZZURRO — Dorrebbero suonare le campane su al carcere, l'hanno promessa Ma non suonano, non è ancora finita. 'Questo carcere è il cardine della nostra riforma; dice Nicolò Amata Questo carcere sotto il sole, i panni stesi alle finestre, ora è un bunker accerchiato da uomini in divisa con le mitragliene ai fianchi, camioncini e auto blindate sulle stradine e negli spiazzi, sentinelle penino sui muri, elicotteri che volteggiano in cielo, e la folla da basso con il naso in su ad aspettare. Si attende ancora che la rivolta finisca, ogni minuto dovrebbe essere quello buono. E invece no, passano i minuti e le ore e alle sbarre del iinestrone al quarto piano Tutl continua a legare gli ostaggi, ha solo allentato un po' 1 nodi, niente di più. In questo carcere hanno cercato di colpire al cuore la nostra riforma, lascia capire al telefono Nicolò Amato, direttore degli Istituti di pena e prevenzione. Adesso che tutto sembra finire, l'attesa che comincia e va avanti è quella più emozionante ma forse meno drammatica. Amato lo confessa, è ottimista, siamo alla stretta finale, stanno per cedere. O meglio, qualcuno ha già ceduto, anche se lui non lo dice. Anzi, prudenza e di nuovo prudenza, si raccomanda: 'Queste cose sorto estremamente complesse, anche perché le trattative possono dipendere da stati d'animo mutevoli, da emotività contingenti: L'incubo si attenua, però non è svanito. I quattro avvocati voluti dai ribelli — il senatore pel Raimondo Ricci, Germano San germano, Adriano Cerquetti e Bernardo Aste — arrivano alla spicciolata e Amato 11 riceve nell'ufficio del primo piano in fondo al corridoio,, accanto a quello dove stanno i giudici, il colonnello Plataroti dei carabinieri e i funzionari della Digos. Lui è assieme a Raffaele decotti e al dott. Fazioli, ispettori generali del ministero di Grazia e Giustizia. Si tratta da sabato, quando 6 arrivato il ministro. Giuliano Vassalli. Da due giorni, però, è Nicolò Amato a condurre le trattative: ex pin duro e implacabile al primo processo Moro e a quello per l'attentato a Papa Wojtyla, è diventato da qualche anno l'uomo dello Stato che rappresenta e incarna la riforma. Anche qui non è venuto a chiudere le porte in faccia, come una prima lettura del comunicato emesso dal governo domenica potrebbe lasciare intendere. Tratta, Amato, fra le maglie della linea imposta da Roma, su quelli che vengono vagamente definiti 'benefici di legge». Resa incondizionata, si chiede, certo. Perché il governo non può perdere la faccia dopo 7 giorni di una ribellione davvero strana che forse sarà tutta da spiegare o rispiegare una volta conclusa. Ma si offrono garanzie: processo per direttissima, nessuna rappresaglia, poi carceri non troppo duri, affatto duri magari, e la promessa che si prenderanno in considerazione, nei limiti del possibile, alcune Istanze processuali. Basta? A qualcuno del rivoltosi si Non a Tuti però. Da qualche giorno lui si è defilato, non parla più al telefono sulla linea numero 19, se ne sta in disparte. Sabato, dall'ufficio nel primo plano rimproverano Maurizio Papi: stia zitto, per favore, se tutto va bene domani sera si chiude, lei però deve smettere di parlare. E domenica sera si è davvero 11 11 per mettere la parola fine. Ma Tuti riprende il sopravvento, c'è il comunicato del governo che pare una mazzata, avete visto?, dice, non ci si può fidare di quelli Gaetano Manca e Mario Cappai si fanno leggere e rileggere 1 termini della trattativa. Manca, Cappai e Marrocu chiedono la revisione del processo per romicidio in carcere di Baschi, un detenuto considerato infame. Cosimo Giordano li conosce bene, in fondo sa come prenderli. A mezzanotte, quando Amato torna in albergo per dormire, situazione è di nuovo incerta. Finisce, questa rivolta, si o no? Forse si, dice 11 direttore delle carceri. Alle 7,15 di ieri mattina torna di nuovo, dentro, in questo bunker, dove su al quarto piano stanno asserragliati sei banditi e 28 ostaggi Dovrebbe essere 11 giorno decisivo, lo si capisce dall'aria che tira, dai camioncini che arrancano su per la salita carichi di soldati, dagli elicotteri che ronzano sopra la testa prima, di andare a. posarsi, tutti e cinque, in un campo sportivo sotto la prigione, dalla folla che mai come oggi si assiepa vicino al posti di blocco. Lo si capisce dallo sguardo della guardia che con la camicia sbottonata sorride che quando suoneranno le campane sarà finita sul serio, quando le sentirete suonare a festa dovrete correre su. Ma il tempo passa e quelle campane non suonano. Arrivano gli avvocati ed è un buon segno, n primo è Bernardo Aste, alle 11,39. Lui è già qui da sabato, egli dissero: .siamo ottimisti, torni do¬ mani. E domenica: non va più tanto bene, ma non è chiusa: -Aspetti, per cortesia: Finalmente Ieri lo chiamano e Aste dice: 'Se mi chiamano vuol dire che va bene, che è fatta*. Amato riceve 1 legali, spiega i termini della trattativa, 'dobbiamo chiudere in fretta, è nell'Interesse di rutti., dice. Spiega che le strade del governo sono percorribili, che non si tratta di vie chiuse come qualcuno, dentro, poteva avere Interpretato. Non lo dice Amato, ma sono loro, proprio loro, 1 rivoltosi, che sono finiti In un vicolo cieco. E' un susseguirsi di telefonate tra Roma e l'Elba, chiamano dal ministero dell'Interno e chiama Vassalli, che ha rinunciato per ora a tornare nell'isola. Come va? Cedono? Non ancora, non cedono ancora. Poi alle 17,30 gli avvocati salgono su al quarto plano per parlare con 1 ribelli. Adesso Amato deve solo aspettare. Fuori, un signore con 1 capelli bianchi, la pancia che non riesce a nascondere, la borsa azzurra a tracolla, s'attarda all'Ingresso, vicino all'agente che gli apre il portone. Si chiama Sandro, un ergastolo da scontare perché nel '62 uccise tre persone, dopo aver passato altri guai con la giustizia per storie di rapine. Deve rientrare, e addio semilibertà finché dura questa rivolta: se ne starà tappato in cella. Lo sapevamo, dice Amato, che 'il progetto del carcere umano poteva essere messo in discussione da questa situazione: Per questo, dice, tutti nel ministero hanno lavorato come disperati, •quante ore convulse e terribili a Roma, quante riunioni: n risultato è nell'aria, lo sapremo fra poche ore, forse domani Quando suoneranno le campane. '> Pierangelo Sapègno Porto Azzurro. Arrivano al carcere la sorella, il padre e la madre d'un ostaggio, lo psicologo Antonelli

Luoghi citati: Baschi, Porto Azzurro, Roma