Caccia nello Jonio ai sub tombaroli

Caccia nello Jonio ai sub tombaroli Con esperti e agenti della Finanza Caccia nello Jonio ai sub tombaroli Sorpresi solo i pescatori di frodo TARANTO — Da Taranto a Santa Maria di Leuca, a Taranto: circa 150 miglia della costa Ionica del Salente «battute» con scrupolo per individuare subacquei «predatori» di reperti archeologici di cui la zona e ricca. Al «tombaroli subacquei» il ministero per 1 beni culturali ha dichiarato guerra promuovendo una serie di controlli sulle coste, 1 laghi e i fiumi italiani La prima operazione si svolse il 10 agosto nelle acque tra Civitavecchia e Ventatene. Domenica per tutta la giornata esperti della soprintendenza archeologica della Puglia e militari della Guardia di Finanza hanno perlustrato a bordo del guardacoste «G 16 Denaro» per 13 ore le coste pugliesi dello Jonio. Nello stesso tempo, un'altra operazione era in corso sul Lago di Garda e un'altra ancora è in programma nel prossimi giorni nei mari vicini alle frontiere. «Qui — sostiene Claudio Moccheglani vicedirettore del servizio tecnico subacqueo del ministero — furiati anche stranieri troppo spesso fanno man bassa di quanto trovano sui fondali: Anche se non è stato sorpreso nessun «tombarolo» , la missione nello Jonio è stata ugualmente positiva poiché — dirà al rientro lo stesso Moccheglani — «si * dimostrato che operazioni di questo tipo si possono fare». Sul guardacoste della Guardia di Finanza — undici uomini di equipaggio comandati dal maresciallo Cosimo Quietato — ci sono anche due volontari subacquei Subito dopo la partenza, 11 comandante della stazione navale della Guardia di Finanza, capitano Stello Slclari, e l'Ispettore della soprintendenza archeologica della Puglia, Giampaolo ClongoU, prendono i primi accordi di massima per le prossime operazioni Quindi si decide la rotta con i «punti caldi» da perlustrare con maggiore attenzione. Soprattutto le acque di «Torre Saturo», con giacimenti connessi alla presenza a terra di due ville romane, pjl «Punta dell'Aspide» e ancora le secche di Ugento. Nel frattempo vengono bloccati i primi subacquei sospetti I due collaboratori della soprintendenza, l'architetto Roberto Bozza e il geometra Luciano De Donno, si immergono a turno perlustrando 1 fondali: niente «tombaroli» ma solo pescatori di frodo come se ne troveranno altri durante la navigazione. Per tutti, 11 sequestro del pescato e degli attrezzi. Molti di essi non hanno le necessarie attrezzature d'emergenza. I due «sub» volontari sono molto utili nell'individuare 1 punti più interessanti sotto 1' aspetto archeologico. E proprio su questo aspetto si soffermano il capitano Slclari e il dott. ClongoU: è possibile mettere in comune conoscenza archeologica da una parte e mezzi e sommozzatori dall'altra per la protezione del fondali A Santa Caterina di Nardo, tre boe a circa trecento metri dalla riva segnalano che quella zona di mare è sotto sequestro. Il pretore di Nardo, Angelo Sodo, ha ritenuto di difendere in questo modo i resti di una nave romana del terzo secolo dopo Cristo, ricca di anfore ma già abbondantemente saccheggiata dai «tombaroli» . Molti di essi — sostiene Moccheglani—durante precedenti missioni hanno mostrato di pentirsi arrivando ad offrirci la loro collaborazione. Ed è proprio sulla sensibilizzazione dei subacquei che insiste il dirigente del ministero. . (Ansa)

Persone citate: Angelo Sodo, Giampaolo Clongou, Luciano De Donno, Roberto Bozza, Stello Slclari

Luoghi citati: Civitavecchia, Puglia, Taranto, Ugento, Ventatene