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PASSA PASSA Pennelli e monti LA montagna e la sua gente sono protagonisti di una mostra singolare, dedicata al recupero dell'opera di Francesco Rizzi (18681952) della Val di Fassa, artista di valore ben più che locale. La mostra, organizzata presso l'Istituto culturale ladino a San Giovanni di Fassa fino al 12 settembre (orarlo 10-12, 15-19, chiuso il sabato mattina e la domenica), era già stata esposta nella prima parte della stagione turistica al Comune di Campite Ilo, paese natale dell'artista. Gli oli e i numerosi pastelli esposti, una settantina di opere, non riuniscono certo l'intera produzione di Rizzi, dispersa nel corso di oltre un cinquantennio in moltissime località dell'Impero austro-ungarico prima e della Germania hitleriana poi, nelle città attraverso cui il pittore pellegrinò sempre, alla ricerca di un lavoro, All'Esposizione cispadana delle Belle Arti, nella Trento appena tornata italiana dopo la Grande Guerra, i futuristi e gU espressionisti allora In auge lo confinano in una «sala dei passati». L'artista fassono infatti si ispirava all'-eterna verità della natura»: perciò i «Gruppo del Sella», pastello ssoggetti d'occasione che ritrae, gente del popolo, soldati, albergatori, famigliari o amici sono singoli individui fissati con dignità nella posa per un evento raro e importante. Nel catalogo, che contiene una biografia e un breve saggio, e riproduce un terzo delle opere in mostra, si ricorda che la fortuna di ritrattista dei poveri di Rizzi ebbe una fiammata di successo nel 1933. Chiamato a Londra per ritrarre una signora benestante, colà ebbe l'occasione di realizzare anche due ritratti a matita di Einstein, che lo scienziato gradi molto. Tra i tanti ritratti c'è un autoritratto, un pastello su carta del 1929, che ne tramanda la fisionomia canonica. Alle proprie spalle l'artista pone un massiccio montuoso: oltreché lo scenario di una biografia, la monta¬ grssSsrislddaGsbn