Madagascar, la cassaforte della diversità biologica

Madagascar, la cassaforte della diversità biologica Madagascar, la cassaforte della diversità biologica IL Madagascar è oggi in cima alla lista dei Paesi dove si fa un'attenta polisca per la conservazione della natura. In quest'isola immensa, situata al largo dell'Africa Orientale, gli animali selvatici si seno evoluti In isolamento per almeno 30 milioni di anni. Qui la natura ha preso una strada indipendente, dando vita a una grande quantità di piante e di animali unici. Nelle foreste ci sono un migliaio di specie di orchidee, più di quante ce ne siano in tutto il resto dell'Africa, che è 50 volte più grande. Metà delle varietà di camaleonte registrate in tutto il mondo abitano soltanto in quest'isola, che è d'altronde l'unica patria per 142 specie di rane, 106 di uccelli e 6000 di fiori. Le 28 specie di lemuri — piccoli mammiferi che abitano per lo più sugli alberi — comprendono un intero ramo di primati. Grazie ai loro occhi imploranti, sono i beniamini di tutti i frequentatori di giardini zoologici. E, per tutt'altre ragioni, sono i beniamini anche degli antropologi: sono infatti la miglior approssimazione vivente a quegli antenati di tutti i moderni primati, uomo compreso, che erano simili a scoiattoli. Questo mondo biologico deve fare i conti con una popolazione umana molto povera di risorse. Oli agricoltori distruggono l'habitat per sbarcare il lunario, eliminano la foresta per piantare cereali, tagliano gli alberi per fare il fuoco e cucinare. n destino dei lemuri è esemplare della condizione di tutta la natura nel Madagascar. Con l'arrivo degli uomini, circa 1500 anni fa, scomparvero 14 specie. Ora è in arrivo una nuova ondata di estinzioni, dei lemuri e di un numero imprecisato di piante e di animali meno visibili. A. causa del taglio delle foreste e, in misura largamente inferiore, della caccia, più di un terzo delle varietà di lemuri sono in grave perìcolo. Oli individui di alcune specie si contano solo più a centinaia o a decine. In un caso, ne sono rimasti solo tre. Preoccupato di perdere per sempre questa eredità naturale, il governo della L9 ARTICOLO di Gaetano Petrettl comparso il 12 agosto su Tuttoscienze con il titolo •Africa: meglio la mosca che il Ddt» riprende le argomentazioni sostenute sul numero 47 di WWF News riguardo gli sforzi dei governi africani e degli organismi Internazionali per combattere la tripanosomlaai africana più nota come malattia del sonno. Sia la fonte originarla sta l'articolo di Petrettl richiedono però numerose precisazioni. Innanzitutto, non è corretto parlare di un .grandioso Iplano coordinato dalla FAO... per eliminare la mosca tze tze spargendo pesticidi* in Africa L'idea di eliminare la mosca In Repubblica malgascia si appoggia alle grandi organizzazioni conservazioniste internazionali per aumentare la protezione degli animali selvatici. Il compito è scoraggiante, non c'è colpo di bacchetta magica che possa salvare la flora e la fauna del Paese. L'agricoltura e l'allevamento del bestiame hanno lasciato molte terre nel cuore del Paese nude di alberi: la foresta vergine copre ormai solo il 20 per cento del territorio. La ricchezza biologica sopravvive in una fragile collana di habitat diversi: foreste pluviali lungo le coste orientali, uno strano deserto spinoso nel Sud e una linea spezzata di fo- sono stati trovati anche altrove, ma la famiglia è morta dappertutto tranne che nel Madagascar e nelle vicine Isole Comoro. Unici primati del Madagascar, i lemuri riempiono le nicchie ecologiche occupate nelle regioni tropicali dalle scimmie e dagli scimpanzè. E un lemure, il lemure aye-aye, si comporta come i picchi: usa il suo dito centrale per estrarre le larve di insetti dalla corteccia degli alberi. Le specie rimaste hanno dimensioni divere. C'è il lemure-topo lungo una quindicina di centimetri, il primate più piccolo del mondo, e c'è Vinàri lungo quasi un metro, il più grande esemplare sopravvissuto dei cosiddetti primati inferiori. I lemuri forniscono le migliori analogie con gli stadi primitivi degli antenati dell'uomo. Una parte del loro fascino è l'estrema varietà dei comportamenti, che possono aiutare a capire l'evoluzione del comportamento sociale nei primati di 60 milioni di anni fa. In una specie di lemure-topo, ad esempio, le madri allevano 1 figli da sole. I maschi sono cosi asociali che la loro salute crolla quando vengono messi nella stessa gabbia. I lemuri con la coda ad anello, invece, vivono in gruppi di una trentina di individui, con complesse interazioni sociali. I ricercatori studiano i lemuri anche per capire l'evoluzione della locomozione nei primati primitivi i quali, come molti primati, saltavano da un albero all'altro. E i lemuri oggi viventi possono aiutare a spiegare la funzione delle ossa fossili ritrovate in varie regioni. Oggi il 60 per cento delle specie di lemuri sono presenti nello zoo nazionale del Madagascar, nei centri di ricerca e in alcuni giardini zoologici dell'Europa e degli Stati Uniti. Per il momento i tentativi di riproduzione in cattività sono faUiti. Ora i ricercatori tentano di trovare un modello-pilota per nutrirli e farli riprodurre in cattività, un modello che poi verrebbe applicato in serie per salvare tutti gli animali in pericolo di estinzione. l'isola fosse o non fosse legata all'Africa, ma per almeno 30 o 40 milioni di anni ne è stata abbastanza lontana perché non arrivassero specie estranee. Nell'isolamento, si è evoluto un mondo parallelo ma diverso. H 98 per cento delle palme del Madagascar si sono evolute localmente e non si trovano da nessun'altra parte, cosi come l'80 per cento dei suoi fiori e più del 95 per cento dei rettili. Gli uccelli unici sono invece soltanto il 40 per cento, dal momento che potevano arrivare in volo da posti lontani. Gli uomini arrivarono, pare dall'Indonesia, intorno al 500 a. C. I successivi 600 Lcmur Catta anni videro una grande ondata di estinzioni, soprattutto fra gli animali più grandi, che furono i primi a risentire dell'impatto con gli uomini Le specie perdute includono, oltre a 14 lemuri, un ippopotamo pigmeo, due tartarughe terrestri giganti e una dozzina di uccelli incapaci di volare. Uno di questi, l'uccello elefante, era il più grande uccello noto mai esistito: era alto tre metri, pesava circa 450 chili e produceva uova che pesavano nove chili l'una. Quanto ai lemuri, i resti fossili delle specie antiche reste d'alberi a foglie caduche lungo la costa occidentale. Tanta dive -sita è ammassata su di un'area molto sottile. Per questo la distruzione di una parte di foresta relativamente piccola può avere conseguenze assai peggiori di un disboscamento analogo in Amazzonia, un'aerea biologicamente altrettanto ricca, dove però immense zone restano intatte. La lontana storia geologica che ha dato al Madagascar la sua flora e la sua fauna uniche è poco conosciuta. Si discute ancora se Nello Zi Erick Eckholm Copyright «The New York Times Service» e per l'Italia «La Stampa» mbabwe un «o

Persone citate: Catta