Bassani dalla pagina allo schermo

"Ditto libri "Ditto libri «Gli occhiali d'oro», storia di due persecuzioni negli anni del fascismo Bassani dalla pagina allo schermo Giorgio Bassani sarà protagonista per due giorni a Venezia: venerdì 4 con la proiezione del film su «Gli occhiali d'oro» di Giuliano Montaldo alla Mostra del cinema; sabato S con una festa in suo onore al Ciprianl in cui gli sarà consegnata la «Piramide d'oro». E' il premio che la Mondadori destina ai suol autori per la fedeltà alla casa o per aver superato il milione di copie. «Gli occhiali d'oro» torna ora in libreria In una nuova edizione (151 pagine, 18.000 lire). Abbiamo chiesto a Giorgio Bàrberi Squarotti qual è, oggi, il valore del libro. RISPETTO alle altre • storie ferraresi', Gli occhiali d'oro hanno uno sviluppo narrativo più ampio e complesso, perché vogliono essere qualche cosa di più che il ritratto di un personaggio, un •diverso' come tutti i protagonisti delle cinque •storie», pt, ragioni di rosea (Geo Jos'., de La lapide di via Mazzinv, di persecuzione politica (Clelia Trotti de Gli ultimi anni di Clelia Trotti), di malattia e di solitudine (il farmacista di Una notte del '43;. Gli occhiali d'oro sono anche il contemporaneo ritratto della borghesia di una città di provincia, rivelata nelle sue ipocrisie, nei suoi timori, nelle sue meschinità, nella sua miseria morale, da un reattivo per essa particolarmente energico. Ferrara scopre nel proprio seno, segnato da stima, da rispetto, da fortuna, da successo, un omosessuale, per di più incapace di chiudere in se stesso il proprio segreto, ansi giunto fino all'aperta manifestazione della sua condizione e allo scandalo della passione cieca, sema pudori. Per,questo, il romanzo.n svolge sui due piani: c'è la vicenda del dottor Fadigati, il medico capace, abile, elegante, colto, alle cui cure ben presto si affida tutta la buona borghesia di Ferrara, l'uomo brillante accolto anche nelle case più esclusive, l'esempio ammirato di un successo professionale rapido e meritato e di una conseguente fortuna economica non meno sicura; e ci sono le reazioni che via via la società ferrarese, come un coro ora plaudente, ora scandalizzato, ora maligno, ora ostile, ha nei confronti del successo prima, poi della rivelazione clamorosa dei gusti sessuali di colui che già le buone madri di famiglia guardavano come il possibile marito per le proprie figlie. La rilettura della .storia' ferrarese del dottor Fadigati rileva oggi ancor meglio certi caratteri della narrativa di Bassani che il tempo ha depurato dei miti letterari di trentanni fa, come il compiacimento per la limpidezza dello stile, per il sapiente uso della memoria, per l'ambientazione storica, oppure l'opposta riserva per l'argomento, troppo •privato, e troppo poco realisticamente rappresentato. Ci sono nelle .storie ferraresi', nel modo di affrontare personaggi e situazioni, una violenza aggressiva, un'acredine polemica, un acutezza definitoria di comportamenti e di azioni, che rivelano un sommo moralista. A Bassani importa stabilire con nettezza le opposte parti delle vittime e dei carnefici. Alla classe degli oppressori appartiene, per modi, attività, successo, il dottor Fadigati: ed ecco che non la .provvida sventura., ma la sua natura profonda e irresistibile viene a collocarlo fra le vitti¬ Il regista raccont L'incontro fra i due perseguitati, per ragioni diverse, ma in conseguenza della stessa ipocrisia e violenza verso chi non si conforma in tutto al potere e al comportamento della maggioranza, si tratti dell'ebreo per ragioni razziali oppure del dottor Fadigati per le inclinazioni sessuali, è il momento più alto del romanzo. E' il colloquio, pieno di pudore e di discrezione, fra due vittime: l'unico modo per cercare di sopravvivere alla persecuzione e alla solitudine. Il giovane ebreo ne trae una sorta di conforto, che. proprio perché è giovane, gli serve per attraversare il tempo buio coincidente con la persecuzione; al dottor Fadigati, precipitato dal successo e dal rispetto nel disprezzo e nella vergogna, cosi poco calore umano e di solidarietà nella condizione di vittima non basta, e si uccide L'ultima ipocrisia copre la sua morte: una disgrazia, non un suicidio, perché anche la scelta della propria morte è vietata dal conformismo fascista. Bassani non è per nulla un narratore di vicende e a come ha girato il di costumi di provincia, anche se .storie ferraresi, sono le sue. La prospettiva concreta di una città, di una società, di un periodo storico, il fascismo nel suo momento più oscuro, che coincide con le leggi razziali emanate alla vigilia della guerra, sene solo ad ambientare una delle tante mani/estazioni della violenza e della persecuzione da parte della maggioranza fornita di potere e di sufficiente conformismo nei confronti di chi. per ragioni diverse, le è fatto estraneo, espulso da essa, bollato come colpevole della colpa peggiore, che è di non essere conforme alle regole e alla condizione comune La morte del dottor Fadigati sigla più duramente la condanna morale di Bassani nei confronti della società che ha provocato la doppia persecuzione del giovane ebreo e dell'omosessuale Scrittore mai tentato dal cedere alla pietà, neppure nei confronti delle vittime. Bassani rappresenta il contrasto radicale fra una soddisfatta ipocrisia, che non muta attraverso i tempi e il variare delle si¬ film

Luoghi citati: Ferrara, Venezia