Da Porto Azzurro segnali di pace di Cesare Martinetti

La trattativa vive ore decisive: stamattina nuova visita del ministro Vassalli La trattativa vive ore decisive: stamattina nuova visita del ministro Vassalli Da Porto Azzurro segnali dì pace Davanti al penite bandonato la fortezza per scendere in paese a mangiare. In un tavolino d'angolo del ristorante «Floriano» il sostituto procuratore generale di Firenze, Giacomo Randon, il procuratore capo di Livorno, Antonino Costanzo, il presidente del tribunale di sorveglianza di Firenze, Alessandro Margara. apparivano molto distesi. Un segno importante. Ma qual è dunque la prospettiva di uscita dall'angolo di questa rivolta? Il comunicato emesso dal comitato di crisi che per quattro ore si è riunito a Roma, a Palazzo Chigi ha fatto capire che le uniche concessioni ai rivoltosi potranno essere i termini di alleggerimento della condizione carceraria, che comunque dovranno essere decisi dai magistrati competenti e soltanto quando la sentenza per questa rivolta sarà diventata definitiva. Alle 18 di ieri sera, di ritorno dalla riunione di Palazzo Chigi, è arrivato a Pc^o Azzurro Nicolò Amato, presidente degli istituti di prevenzione e pena, in pratica il responsabile di tutte le carceri italiane. Amato da qualche giorno si è affiancato ai magistrati toscani che hanno in mano la trattativa. Assalito dai giornalisti, non ha fatto altro che ripetere i contenuti del comunicato diffuso al termine della riu- , al suo arrivo ieri mattina nziario un'atmosfera nione, aggiungendo però una precisazione importante: «/eri sera (e cioè sabato, n.d.r.) è emersa la prospettiva di una soluzione legale e pacifica'. Sembra di capire insomma che il passo verso la fine della rivolta sia davvero molto breve. Quali saranno i contenuti di questa soluzione slegale e pacifica', lo si capirà solo dopo la fine della rivolta. Ce ne sarà probabilmente qualcuno inconfessabile. Ma si capirà. Ora il vero ostacolo verso questa soluzione sono Mario Tuti e Mario Ubaldo Rossi. Probabilmente non i sardi, che sono invece i veri interessati ad un alleggerimento della loro posizione, a nuovi processi che rivedano le loro pesanti condanne che definiscono 'ingiuste'. Il timore di queste ore è legato ad un improvviso colpo di testa di Tuti. a un nuovo irrigidimento di Rossi. E' per questo che i magistrati quando parlano con Tuti gli fanno capire che in qualche misura, con la sua rivolta, una vittoria l'ha già ottenuta. Si è guadagnato le prime pagine dei giornali, è stato protagonista della ribellione più lunga in un carcere, ha tenuto bene e con abilità la trattativa con lo Stato. E' qualcosa. Ora tutto può terminare in gloria per lui, se dawereo rilascia gli ostaggi, se fa ricorso al suo 'Orgoglio di fascista' (quello di cui ha parlato nella prima telefonata all'Ansa di Firenze la sera dela rivolta) e lascia liberi i 21 innocenti. Può bastare tutto questo per convincerlo ad arrendersi? Potranno i sardi metterlo in minoranza? Vedremo nelle prossime ore. Quello che aveva da dire, lo Stato lo ha detto. Se non basterà si tenterà anche la strada della mediazione con Ernesto Olivero del Sermig di Torino che da sabato sera è qui a Porto Azzurro. Per ora non ha parlato con l'infermeria in rivolta. Ha incontrato soltanto i parenti degli ostaggi Per due volte è salito al carcere e ha incontrato i magistrati che trattano. In una stanza dell'hotel Internazional, sulla collina di Capolive ri, aspetta di essere chiamato se la rivolta prenderà una certa piega. Forse oggi ritorna il ministro della Giustizia, Vassalli. E sarà, in un modo o nell'altro, la giornata decisiva. Cesare Martinetti di distensione - E' nell'isola il direttore degli Istituti di pena Nicolò Amato, forse con le «ultime proposte»

Luoghi citati: Firenze, Livorno, Porto Azzurro, Roma, Torino