Il Guerriero guarda i Pazzi
Il Guerriero guarda i Pazzi Il Guerriero guarda i Pazzi FIRENZE — Si potrebbe intitolare questa storia .11 riposo del Guerriero». Ma chissà se, per lui. sarà davvero riposante quel pezzo di prato verde, annesso alla chiesa di Santa Croce? Il Guerriero di Henry Moore, tornato a Firenze dopo varie peregrinazioni, sarà collocato, tra pochi giorni nel prato di Santa Croce. Il punto esatto dove metterlo l'hanno scelto, il 4 agosto, in un sopralluogo. Angelo Calvani, sovrintendente ai Monumenti, Giorgio Morales, assessore alla Cultura del Comune, Sergio Salvi, direttore del Centromostre, Mitchinson, rappresentante della Fondazione Moore, Hodson dell'Istituto Britannico, e alcuni tecnici comunali. Hanno portato U la statua, ospite di un magazzino dopo la chiusura della mostra di Moore a Palazzo Vecchio, e hanno fatto diverse prove. Alla fine, il posto più adatto è sembrato un angolo a destra, vicino al porticato, con sullo sfondo la cappella de' Pazzi del Brunelleschi. Ce lo indica padre Franchi, il frate di Santa Croce che si è occupato della faccenda. Travolto dai gruppi dì turisti in visita alla chiesa, il frate dedica un attimo del suo tempo per portarci nel luogo dove il Guerriero sarà sistemato. •Non siamo entusiasti, come ha scritto qualcuno, spiega. Afa abbiamo accettato questa insolita collocazione, per poter trattenere a Firenze l'opera di uno dei più grandi scultori contemporanei. Era una condizione posta dalla Fondazione, e sostenuta dagli amministratori.. Ma come sta 11, ìa scultura? -Non troppo bene-, sospira il frate. «Afa non sta a me dirlo. Vedremo la reazione della gente-. A immaginare lo squadrato Guerriero, un bronzo di circa un metro e mezzo, dall'aria da extraterrestre, nell'atmosfera sacra e ferma di quel prato illustre, si rimane perplessi. Moore: «Guerriero con scudo.», il bronzo della disputa fiorentina Non si riesce a intravedere alcun legame storico tra la statua e il complesso monumentale, nessuna giustificazione estetica. Che senso ha metterla 11, tutta sola, in quel prato che niente ha a che fare con lei?. Le ragioni del resto che hanno condotto in quell'ambiziosa sede la statua di Moore non sembrano di natura storica o artistica. Sono la conclusione diplomatica e burocratica d'una vera e propria querelle, nata nel •72. La ripercorriamo con Giorgio Morales, nel suo ufficio di via Sant'Egidio: •Dopo la mostra del 72, che segnò il grande successo di Moore, racconta l'assessore, lo scultore donò a Firenze due statue, il Guerriero con scudo, presente in quella mo¬ stra, e la Figura reclinata, per la cui fusione il Comune avrebbe dovuto pagare trentacinque milioni, una cifra non piccola a quel tempo-. Il sindaco di allora, Luciano Bausi. accetta, •ma poi tutto viene dimenticato-. Non si paga la fusione per la Figura reclinata, che non viene quindi fusa, si Incontrano difficoltà a piazzare il Guerriero, che trova una sistemazione provvisoria ne! terzo cortile di Palazzo Vecchio, tra automobili e servizi. Molti anni dopo, nell'84, qualcuno vicino a Henry Moore nota la non felice collocazione della statua. Lo scultore è vivo, ma molto malato. La Fondazione, che tiene i contatti con Firenze, decide di ritirare subito l'opera •perché il Comune non ha rispettato i patti del 72». La posizione inglese e ferma. L'assessore alla Cultura (dall'83 è Morales stesso) ne discute in giunta. Ma niente da fare con la Fondazione. Bisogna restituite il Guerriero che. mogio mogio e in silenzio, se ne va. Il fatto, reso noto dall'assessore nell'86, alla morte di Moore, suscita scalpore. Da quel momento cominciano sottili trattative tra il Comune pentito e la Fondazione offesa, tramite Maria Luigia Guaita Vallecchi. Alla fine la Fondazione, la vedova e gli eredi, si convincono a rimandare l'opera, ma esigono una collocazione -di altissimo rilievo-. Il sindaco Massimo Bogianckino propone alcuni luoghi nel centro storico, tra cui il prato attiguo alla chiesa di Santa Croce, che viene accolto con entusiasmo dagli inglesi. •Nascono nuove difficoltà» dice l'assessore. In realtà nessuno se la sente di assumersi la responsabilità di quella collocazione. L'assessore interpella il soprintendente Calvani, allora -molto perplesso- (oggi, per telefono, soddisfatto della scelta). Calvani si rivolge a Gullotti. Il ministro passa il problema al competente Comitato di settore. E da Roma il Comitato approva. Cosi il Guerriero si conquista un posto al sole in Santa Croce. Ma la prassi burocratica non è finita: l'opera infatti è stata donata dalla Fondazione all'Istituto Britannico per evitare agli eredi alcune pesanti tasse di successione. Col patto che l'istituto la tenga sempre nella città. Il Comune, a sua volta, si impegna a pagare al Britannico i 40 milioni necessari per rendere permanente l'importazione della scultura, arrivata per la mostra. A pratiche finite, Firenze installerà 11 suo Guerriero nel prato. Spesa modesta e reputazione salva. Si rischia, comunque, di creare discutibili precedenti in un centro storico saturo e compiuta Maurizia Tazartes
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