North trattava con Gheddafi

Nuove rivelazioni del «New York Times» sulla diplomazia segreta Nuove rivelazioni del «New York Times» sulla diplomazia segreta North trattava con Gheddafi Il colonnello dei marinil bombardamento di rivelazioni sullo scan NEW YORK — Nuovi incredibili particolari stanno emergendo sul ruolo svolto dal colonnello americano Oliver North e dagli altri personaggi che avrebbero dovuto essere i «consiglieri più fidati del presidente Reagan. Parallelamente al suoi •affari» segreti con l'Iran e i «contras» del Nicaragua, il colonnello North aveva anche progettato lo scorso anno un incontro con un importante collaboratore del leader libico Muhammar Gheddafi che, se non fosse stato cancellato all' ultimo minuto per l'insuccesso dell'«iniziativa iraniana» della Casa Bianca, avrebbe avuto luogo solo un mese dopo che gli Stati Uniti avevano compiuto i loro bombardamenti su Tripoli e Bengasi uccidente fra gli altri, anche una delle figlie del leader libico. L'ambigua inziativa — apparentemente approvata dall'allora consigliere per la sicurezza nazionale John Poindexter, altro personaggio-chiave dello scandalo «Irangate» — è stata nes (con l'approvazione dei consiglieri di Reagan) progettava di incontrarsi proprio dopo Tripoli con l'uomo di fiducia del leader libico - Tutto andò a monte a causa delle prime ndalo dell'Irangate - Era una trappola predisposta per mettere nei guai gli americani? resa pubblica dal «New York Times», secondo il quale mediatori tra Stati uniti e Libia sarebbero stati anche in questa circostanza l'uomo d'affari iraniano Manucher Ghorbanifar e l'assistente dell'allora premier israeliano Shimon Peres, Amiram Nir. Il giornale ha notato che la vicenda conferma da una parte la propensione di influenti personalità americane per «rischiose inziative segrete» non solo nei confronti dell'Iran e, dall'altra, che anche nel caso della Libia, gli Stati Uniti erano pronti delle intese clandestine con quello stesso regime di Gheddafi che all'epoca cercavano pubblicamente di isolare, se non addirittura di abbattere. Polemiche ferocissime infatti erano divampate negli Stati Uniti nei confronti degli alleati europei «che non affrontavano con la dovuta decisione il regime terroristico di Gheddafi». Il «New York Times» ha invece riferito adesso in particolare che Ghorbanifar e Nir si sarebbero messi in contatto con il consiglio per la sicurezza nazionale di Washington per organizzare un incontro segreto in una città europea tra il colonnello North e un certo Howadi Al-Homadi, che era stato presentato come responsabile dei ser- Gorbaciov «punta» su Bush NEW YORK — Secondo un periodico Usa Gorbaciov prevede che sarà l'attuale vice-presidente Bush a vincere le elezioni presidenziali in programma negli Stati Uniti alla fine del 1988. Secondo guanto ha scritto nel suo ultimo numero il settimanale «I/. S. News and World Reportm, Gorbaciov lo avrebbe confidato recentemente a un non meglio precisato visitatore straniero. vizi di sicurezza interna della Libia e «numero due» di Gheddafi. Al-Homadi — sempre secondo il giornale — avrebbe avuto intenzione di proporre a North una rinuncia da parte della Libia alla sponsorizzazione del terrorismo internazionale in cambio di un riavvicìnamento politico e diplomatico con gli Stati Uniti. Poindexter e North — apparentemente con il consenso del defunto capo della Cia William Casey, anche lui pesantemente coinvolto nello scandalo per i fondi ai «contras» — avrebbero mostrato molto interesse per un incontro segreto che avrebbe dovuto svolgersi nel momento della più profonda crisi nei rapporti tra gli Stati Uniti e la Libia e praticamente in coincidenza con i bombardamenti americani di Tripoli e Bengasi nell'aprile del 1986. Il «New York Times» ha detto che il progettato incontro venne cancellato all'ultimo minuto in seguito al fallimento dell'altra missione segreta organizzata da Ghorbanifar e Amiram Nir, il viaggio che fece in maggio a Teheran 1' ex consigliere del presidente Reagan Robert McFarlane nella vana speranza di ottenere il rilascio degli ostaggi americani in Libano in cambio di una serie di forniture belliche al regime iraniano. Da parte libica non si è fino a questo momento avuta nessuna reazione alle notizie pubblicate dal «New York Times», ma vari osservatori rilevano che probabilmente «solo per caso» North e gli altri «consiglieri» di Reagan non sono caduti in un'altra ■ trappola» come quella che è stata tesa loro dal regime degli ayatollah iraniani. Sembra infatti probabile che le intenzioni del colonnello Gheddafi non fossero poi cosi «amichevoli e disponibili» come sembravano ritenere North e gli altri. Soprattutto dopo il bombardamento su Tripoli il cui obiettivo primario, a quanto pare, era proprio l'uccisione del leader libico.