Riomaggiore, feste e pittori allora sì che le Cinque Terre... di Bruno Marchiaro

Riomaggiore, feste e pittori allora sì che le Cinque Terre... Riomaggiore, feste e pittori allora sì che le Cinque Terre... Una mostra fotno gli «artisti di RIOMAGGIORE — Pittori nelle Cinque Terre ne sono venuti tanti, italiani e stranieri, famosi e sconosciuti; ma la gente ha incominciato a parlare di loro, a capirli e a stimarli quando li ha visti lavorare nei vicoli e nelle piazzette e Ita riconosciuto nei quadri il volto dell'amico, il mare di Monterosso e di Vernazza, le scogliere di Corniglia, i vigneti di Riomaggiore e di Manarola. Era una domenica di agosto del 1953 e a Manarola erano arrivati gli 'artisti di casa* fra i quali Bia, Ceretti, Galeazzi, Mordacci, Navarrini. Neri, Podenzana e Maria Questa per il lancio della prima -festa dei pittori*. Dal '53 sino alla fine degli Anni 70 di *feste* se ne fecero una quindicina con Birolli, Caselli, Mantelli, Del Santo, Magli. Aprirono la strada alle mostre che si alternarono con lavori di artisti già affermati quali Discovolo, Benedetto. Bionda, Di Giovanni, Marzulli, Migneco, Montarselo, Nativi. La *festa dei pittori* appartiene ormai al passato e se dovesse ripetersi difficilmente avrebbe il fascino di allora perché tutto è cambiato, anche la gente che si esaltava davanti ai pennelli dei primi pittori. Quest'anno però si è voluto far rivivere lo spirito di quella felice iniziativa in una rassegna di fotografie delle 'feste* scattate tografica ricorda gli i casa» - Il futuro d da Fabio Volta e Sergio Fregoso ed esposte, per tutto agosto, nella sala del circolo Curiel di Manarola. Una mostra per ricordare con un po' di nostalgia un'epoca finita ricca di promesse. L'uomo, il mare, le case; e presenti ovunque, sempre in equilibrio precario, le vigne dei terrazzi sulla roccia, testimonianza della vita di quest'angolo di riviera ligure. Ed è proprio da questi celebri, ormai leggendari vigneti, che arriva una ventata di ottimismo per le Cinque Terre; anni dal '53 al *70 ella zona adesso di più che dalle spiagge nascoste die il mare si sta mangiando prese d'assalto dai turisti dell'estate. «Guardando i paesi che traboccano di folla, la panoramica piena di macchine, ce da chiedersi dove trovi posto tanta gente — dice Dario Capellini di Manarola — tuttavia anche se il turismo per noi e ossigeno, l'anima delle Cinque Terre rimane nelle vigne. E nelle vigne ora le cose vanno meglio». Dario Capellini, che per anni è stato assessore alla quando arrivavapende dalle vigne cultura e al turismo alla Provincia, è uno dei maggiori protagonisti nella battaglia per la commercializzazione del vino Cinque Terre: una battaglia vinta. La cantina sociale raccoglie 500 soci, i viticoltori non hanno più il problema di come e a chi vendere il loro vino: tutta la produzione viene acquistata da alcune grosse aziende della Liguria. -Purtroppo non ne abbiamo ancora a sufficienza — dice Capellini —. la scorsa vendemmia ci ha fornito 350 mila bottiglie, ma per soddisfare la richiesta dovremmo farne almeno un milione-. E'praticamente scomparso il contadino puro, perché da sola la terra non darà da vivere; con i pochi vecchi rimasti, lavorano i piccoli proprietari che alle vigne dedicano le ore lasciate libere dalle altre occupazioni. Sono aumentati nelle colline gli impianti di guidovia e dei trenini che rendono più agevole il trasporto del materiale e la vendemmia. Quest'anno un gruppo di giovani ha sperimentato l'irrorazione collettiva di anticrittogamici con macchine moderne. «Rivedere i giovani nelle terrazze a picco sul mare è uno spettacolo confortante — dice Capei/ini —. SI. nelle vigne delle Cinque Terre sono davvero tornati fiducia e entusiasmo». Bruno Marchiaro

Luoghi citati: Liguria, Monterosso, Riomaggiore, Vernazza