Venezia, disastro sulla Laguna
Venezia, disastro sulla Laguna Venezia, disastro sulla Laguna saper pilotare il turismo, di favorire troppi operatori abusivi, dagli ambulanti ai piccoli procacciatori d'affari, ai battellieri senza licenza. Il sindaco, Nereo Laroni, che in questi giorni è in Australia, s'informa con i suoi collaboratori municipali per telefono: «Come è andata a Ferragosto?*. Poteva essere un piccolo, ulteriore banco di prova la giornata-culmine delle vacanze estive. Ma a Venezia è filata via senza traumi, cielo grigio, bassa pressione, grande umidità, e fiacca anche dal punto di vista dell'afflusso turistico. La città era vuota o quasi nelle sue affascinanti «zone minori», affollatissima tra piazza San Marco, le Mercerie e Rialto. Gli operatori turistici, albergatori in prima fila, guardano un po' attoniti a quel che sta capitando e sono ancora in cerca di interpretazioni: perché il turismo sta in un certo senso abbandonando Venezia? Sta mettendo radici il fenomeno del .mordi e fuggi», ovvero delle schiere di villeggianti che soggiornano in città per poche ore sol¬ tanto, paghe di una passeggiata a San Marco e pronte a ripartirsene con i pullman o con le motonavi verso gli alberghi della terraferma, di Jesolo, di Sottomarina? Al di là delle statistiche, rivediamo qualche annotazione di cronaca, relativa alle giornate di Ferragosto e di ieri. Ristoranti semi¬ vuoti, anche nelle zone centrali. I quattro grandi caffè con orchestra di piazza San Marco (Florian, Lavena, Quadri e Chioggia) con pochissimi avventori ai circa milleduecento tavolini (tremilaseicento posti a sedere), occupati per non più di un decimo nelle ore di punta. Il prestigioso hotel Da¬ nieli che. per risparmiare, la sera tardi abolisce il centralino e fa svolgere il servizio telefonico al portiere di notte. L'hotel Savoia e Jolanda che non apre le imposte di 'varie camere con vista sulla Laguna e manda in ferie d'agosto un po' di personale. L'hotel Monaco e Grand Canal che considera in fin dei conti soddisfacente il fatto che la propria capienza sia sfruttata al cinquanta per cento (cinque letti occupati ogni dieci a disposizione). Il grande parcheggio dell'isola del Tronchetto, a ridosso di piazzale Roma, che registra in luglio un calo di arrivi delle vetture pari al venticinque per cento rispetto al luglio del 1986 e che aspetta la fine di agosto per capire se la situazione sarà positivamente bilanciata. Al Tronchetto (pur sempre affollato di turisti, nonostante i rilevamenti ufficiali) la tensione rimane altissima. Sono i vigili urbani soprattutto a doversela vedere ogni giorno con un esercito di centocinquanta «abusivi» i quali, come mosche sulla marmellata, si tuffano verso le vetture dei turi.-' i appena arrivati, offrendo lorc 1 più disparali servizi: dulia gita in barca all'accompagnamento nelle fornaci del vetro di Murano o in ristoranti .tipici e a buon prezzo». Forse è la sola città al mondo. Venezia, dove questo tipo di «abusivi» veste pittoresche divise da ammiraglio: cappelli simili a quelli degli ufficiali della Marina militare, spalline con galloni dorati. E sono infari chiamati .ammiragli» dai veneziani, che tuttavia non assolvono affatto questi personaggi: .Sono prepotenti e difficilissimi — dicono i funzionari della Svit. la società che gestisce il parcheggio all'aperto del Tronchetto — e non sappiamo più a che santo votarci per evitare che operino qui. fornendo un disgustoso benvenuto a chi giunge per la prima volta in città. Focili giorni fa. tre venditori ambulanti che al Tronchetto possiedono bancarelle sema licenza, hanno minacciato di suicidarsi se la polizia li avesse fatti sloggiare Siamo all'incredibile ricatto. E le pubbliche auto¬
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