Pista veneziana per le mine del Golfo? L'ex ministro dc Pedini finisce in cella

Pista veneziana per le mine del Golfo? L'ex ministro de Pedini finisce in cella Pista veneziana per le mine del Golfo? L'ex ministro de Pedini finisce in cella L'uomo politico ha italiane - Secondo u VENEZIA — Potrebbero venire da Venezia molti chiarimenti sulla provenienza delle mine e di altre armi dirette ai Paesi del Golfo Persico. Lo testimoniano un'inchiesta già avviata da alcuni anni ed un'altra che, con ogni probabilità, comincerà già da domani. Della prima è titolare il giudice istruttore del tribunale veneziano, Carlo Mastelloni, che giovedì scorso ha fatto trascorrere una notte in questura all'ex ministro de Mario Pedini, 69 anni, con all'attivo molti prestigiosi incarichi tra cui quello di sottosegretario al ministero per gli Affari Esteri. Il noto esponente politico era stato sentito come testimone, dal dott. Mastelloni, nell'ambito dell'inchiesta su un traffico internazionale di armi, partita da una fornitura di mitragliatrici italiane all'Olp, alcune delle quali sarebbero poi finite nelle mani delle Brigate rosse. L'altra Fulminata da una rivoltellata trascorso una notte in questura per le troppe «dimenticanze» sul traffico internazionale di armi un sindacalista le bombe messe dagli iraniani sulla via del petrolio sarebbero partite da Venezia a sotto gli occhi della figlioletta inchiesta avrà come base le affermazioni fatte nei giorni scorsi da un sindacalista, che ha dichiarato che le mine messe dagli Iraniani sulla via del petrolio, probabilmente fabbricate dalla ditta .Valsella. di Montichiari (Brescia), sono partite dal porto di Venezia. Per quanto riguarda Pedini, che tra l'altro risiede a Montichiari, è il tredicesimo testimone ad essere mandato in «pensatoio» per una notte dal dott. Mastelloni. Dopo i due interrogatori di giovedì, infatti, il magistrato veneziano ha rilevato troppe dimenticanze nelle risposte dell'ex ministro, il quale il venerdì successivo, ritornato di nuovo di fronte al giudice, pare abbia invece trovato la memoria. Le domande rivolte dal giudice a Pedini avrebbero riguardato due diversi modi di esportare armi all'estero: quello «coperto» e quello delle «triangolazioni». I numerosi testimoni eccellenti sentiti dal giudice veneziano avrebbero confermato l'appoggio fornito dallo Stato italiano all'export di armi in Paesi amici al fine di mantenere buoni rapporti. Tra le nazioni che avrebbero goduto della copertura c'è. tra gli altri, Israele, in particolare durante la guerra del «Kippur». Con il sistema delle «triangolazioni», poi, secondo quanto sarebbe emerso dall'inchiesta di Mastelloni, venivano riforniti di armi Paesi nei confronti dei quali vìgeva l'embargo. I carichi venivano ufficialmente spediti a Paesi con 1 quali si potevano avere rapporti commerciali, ma finivano poi nelle mani di Stati in guerra. Un traffico, questo, che oltre a consentire enormi guadagni non leciti, apriva giri di tangenti sulle cui dimensioni sta valutando il dott. Mastelloni. Soprattutto, però, l'appoggio italiano alle forniture di armi nei casi delle «triangolazioni» avveniva cercando d'impedire controlli sugli imbarazzanti carichi nei porti italiani, e in modo particolare sui reali destinatari. Ricucendo, con difficoltà, tassello su tassello, il giudice veneziano è venuto man mano scoprendo complicità, omertà da parte di alti ufficiali, esponenti del controspionaggio, dirigenti d'industria. Tra i più noti ad essere incappati nelle indagini del dott. Mastelloni ri sono l'ex generale dell'Aeronautica Giannetto Ciarlini, che ora svolge attività di consulente del gruppo «Agusta», Oliviero Calvino, ex dirigente sempre dell'«Agusta-, Guido Pallotta, ex colonnello del Sismi, e l'ammiraglio Vitaliano Rauber il quale all'inizio degli Anni 70 è stato direttore del quarto reparto dello Stato Maggiore della Difesa; tutti questi sono trattenuti per una notte in Firenze. E' st questura a Venezia in attesa di ricordare meglio alcuni episodi che li avevano visti protagonisti. In carcere, l'anno scorso, è finito anche un generale, Ambrogio Viviani, ex responsabile del controspionaggio militare. Ed ecco sfociare dalle testimonianze raccolte dal dott. Mastelloni la strada del traffico d'armi italiane, un giro d'affari di migliaia di miliardi di lire che dà lavoro a migliaia di persone. Pedini, che come sottosegretario agli Esteri aveva la delega per gli affari africani e il Medio Oriente, è stato sentito proprio su questo intreccio affaristico fatto di politica e intrighi internazionali. Ma dalle dichiarazioni scottanti sul porto di Venezia è scontato che si apra un nuovo fronte nella lotta all'esportazione illegale di armi che non potrà non coinvolgere altri importanti personaggi. Gigi Bevilacqua ata l'autopsia a ri