Giuseppe due ore e la morte

Ritrovato a Pescara il torinese dializzato scomparso da 10 giorni Ritrovato a Pescara il torinese dializzato scomparso da 10 giorni Giuseppe, due ore e la marte Formula Uno: tre partenze, deludono le Ferrari Caos in pista a Eeltweg poi il trionfo Williams Era su una panchinle - Poco dopo il tr dal nostro inviato PESCARA — Lo hanno salvato appena in tempo. Ancora un'ora, al massimo due, e per Giuseppe De Felice, il giovane dializzato torinese scomparso da casa dieci giorni fa con l'evidente intenzione di non sottoporsi più al lavaggio del sangue divenuto per lui insopportabile, sarebbe iniziato l'ultimo calvario: il coma irreversibile, fino alla morte. Lo hpnno trovato 11 pomeriggio di Ferragosto, steso su una delle panchine di marmo del lungomare Matteotti di Pescara, nei pressi del porto, due agenti di polizia accorsi in seguito a una segnalazione anonima ma precisa: «C'è un ragazzo che sta male, andate a vedere. E' sicuramente quello della dialisi di cui parla La Stampa di oggi, con la sua fotografia*. Anche l'appuntato Nando Risio e la guardia scelta Diego Carota, quando lo hanno visto, non hanno avuto dubbi e, sia pure a fatica, sono riusciti a persuaderlo a seguirli all'ospedale. •Era cianotico, le iabbra esangui — raccontano —, ma lucido. Parlava con sofferenza, come spossato da un'enorme stanchezza. Ci ha detto di lasciarlo stare, che tanto non ce la faceva più con quella vita. Prima abbiamo cercato di rincuorarlo, poi di scuoterlo da quella apatia, facendo leva sugli affetti familiari per restituirgli, almeno in quel momento, la voglia di vivere. Alla fine s'è convinto, si è alzato a fatica e ci ha seguiti». Appena in tempo. na del lungomare - Due agtrattaménto emodialitico Pescara. Giuseppe De Felice dopo Alle 15,45, tre quarti d'ora dopo essere stato riconosciuto, Giuseppe De Felice è entrato al pronto soccorso dell'ospedale civile «Santo Spirito». Il medico di turno, la dottoressa Placido, si è subito reso conto della gravità della situazione e pochi minuti dopo, nel centro di emodialisi del nosocomio (uno dei tre esistenti in provincia di Pescara, gli altri sono a Popoli e a Penne), lo specialista di guardia, la dottores¬ agenti l'hanno convinto - L'abbraccio con i p l'emodialisi (Foto Piero Goletti) sa Maria Rita Nanni, sottoponeva il giovane al trattamento emodialitico: il quadro clinico migliorava rapidamente. Poi il ricovero in una camera del reparto di urologia, mentre da Torino i familiari, avvertiti dalla polizia, volavano a riabbracciare il loro caro, ritrovato quando ormai le speranze andavano affievolendosi del tutto: otto giorni di sospensione della dialisi, per un paziente come ad andare in ospedaarenti - Già dimesso Giuseppe, costretto a tre trattamenti settimanali, sono quasi sempre fatali. Sull'auto del cognato Giuseppe Ragusa, che da anni segue la «fatica di vivere» di Giuseppe, la sorella Maria (anche lei dializzata) e la madre Edda Di Guilmi, sul cui viso è tornato il sorrìso dopo giorni di crescente angoscia: è stata lei a dare l'allarme, a lanciare appelli per la ricerca del figlio, appena resasi conto di quali potevano essere, ancora una volta, le intenzioni di Giuseppe, rifiutare il trattamento, lasciarsi morire. Già, ancora una volta. Infatti non è questa la prima occasione in cui Giuseppe De Felice, 28 anni, da 20 costretto alla dialisi, manifesta con il rifiuto della cura la sua stanchezza, il suo disagio, la sua non accettazione di quella che sente come una profonda diversità: «Più volte in questi anni Peppino ha saltato la dialisi, mai più di una però, anche perché siamo ricorsi a tutti i mezzi di convincimento per farlo tornare all'appuntamento delle Molinette, perfino in un palo di occasioni chiamando i carabinieri per il trattamento coatto», diceva ieri mattina Giuseppe Ragusa, scompigliando i lunghi capelli neri del cognato, nella stanza del «Santo Spirito» dove il giovane attendeva di conoscere, dai risultati degli esami, il suo immediato futuro: dimesso o nuova dialisi, a poche ore di distanza da quella che gli ha salvato la vita. Mii le auto danneggiate. Williams sempre in evidenza: ha vinto Mansell davanti a Piquet e Fabi. Ancora deludenti le Ferrari: Berger Colpi di scena nel Gran Premio d'Austria a Zeltweg. Due volte la gara è stata sospesa per incidenti alla partenza: una ventina A Savona, prima dell'amichevole vinta si è fermato dopo 8 minuti, Alboreto al 42° giro. Nella telefoto: carambola alla seconda partenza. (Servizi a pagina 18) 2-0 sul Genoa