Tocca ad Alessio la maglia di Platini di Bruno Bernardi

Tocca ad Alessio la maglia di Platini L'ex avellinese (bocciato dal Napoli) vuol cogliere l'occasione di sfondare nella Juve Tocca ad Alessio la maglia di Platini TORINO — Bocciato dal Napoli, che lo tenne in prova due settimane e non s'accorse del suo valore quando non aveva ancora diciotto anni, Angelo Alessio si presenta stasera al pubblico torinese nella Juventus con la maglia n. 10 che fu di Michel Platini, contro il Catanzaro nella terza partita di Coppa Italia. Rino Marchesi gliela affida, dando il 4 a De Agostini e concedendo a Bonini mezza partita di riposo (il saii marine se entrerà nella ripresa), ma ogni parallelo con il fuoriclasse francese è puramente casuale: ad Alessio verrà chiesto di agire come rifinitore a ridosso di Laudrup e Buso, che sostituirà ancora una volta Ian Rush, confinato in tribuna dallo strappo muscolare. Alessio torna alle origini di centrocampista, nel ruolo che occupava quando venne scoperto, a Paestum, da un uomo piccolo, quasi un nano, che era un intenditore ed aveva aperto una scuola di calcio, l'Olimpica. Si chiamava Salvatore Apadula, scomparso in un incidente stradale tre anni fa. Con Alessio giocavano Romano e Paolo Marino che passarono poi all'Avellino. Alessio è approdato in Serie A con gli irplni ed è esploso come tornante o seconda punta, segnando sei gol in 28 partite nello scorso campionato. Accetta, senza batter ciglio, di fare l'interno, non tanto perché di recente era stato «ripreso» da Boniperti-per aver detto che gradiva di più agire all'ala, ma perché capisce che Marchesi vuole trovargli un posto. «SI, l'allenatore ha fiducia in me, ci crede e spero di riuscire al più presto od occontentarlo: a centrocampo mi trovo bene anche se debbo trovare la posizione giusta e, a volte, giro a vuoto; tre partite non sono bastate ma con volontà e determinazione conto di farcela*, dice Alessio che al Flaminio, con la Lazio, era stato il «partner» di Buso. A Roma, dopo sette partite brillanti, la Juventus «orfana» di Rush e Laudrup ha giocato sotto tono. Alessio attribuisce alla Lazio i meriti o la colpa della modesta prestazione dei bianconeri: -Abbiamo preso subito un gol e la partita è diventata in... salita, con la Lazio im- pegnata più a distruggere che a costruire. Il fatto di non aver subito il raddoppio ma di aver pareggiato, sfiorando anche la vittoria, è positivo. La vera Juventus non è quella di Roma*. E' convinto che stasera si vedrà un'altra Juventus: *Rush è uno dei nostri "leaders". Ha Il gol nel sangue e, in precedenza, si è giocato per lui. Ian impegna almeno due uomini. Però anche sema il suo apporto, ma con il rientro di Laudrup, siamo in grado di far bene*. La maglia n. 10 non gli pesa perché sa che nessuno farà paragoni con Platini. Ad Avellino era il beniamino dei tifosi. Ci tiene a partire con il piede giusto e conquistare le simpatie del nuovo pubblico ma, essendo campano, per scaramanzia si limita a dire: «Sia nelle amichevoli che in Coppa Italia non ho ancora segnato. Sarebbe ora di cominciare*. Bruno Bernardi

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