Israele e Palestina, di nuovo insieme dopo Monaco

Israele e Palestina, di nuovo insieme dopo Monaco Israele e Palestina, di nuovo insieme dopo Monaco La presenza delle due delegazioni sul prato dell'Olimpico ha fatto da testimone al messaggio di pace e convivenza contenuto nel discorso inaugurale di Nebiolo - Fischi ai politici, applausi alla Simeoni ROMA — Un'ora e mezzo di 'Colore d'Italia*. dalla sfilata, serrata nel ranghi ma comunque interminabile, delle 165 squadre, a bandiere, drappi e stendardi, canti, balli e suoni sovrapposti, al bel viso (per non parlare del resto) di Alessandra Martinez, alle frecce tricolori comparse all'improvviso all'altezza del piloni del fari. Bei colori, non troppo retorici, né lunghi e noiosi per uno stadio a ranghi serrati, capace di fischi comuni per il potere, rappresentato da Andreotti é Carraro, resi visibili dagli schermi giganti, per lo stesso presidente Cossiga che pronuncia la formula d'inaugurazione, ma anche di un'ovazione interminabile per la squadra italiana che chiude la sfilata. Spettacolo in campo, e Immagini sui grandi tabelloni elettronici utilizzati come complemento tecnologicamente avanzato. Pensate! Primo Nebiolo che parla tutto solo sulla pedana a bordo pista e sui due schermi scorrono le sue parole, da un lato in inglese e dall'altro in tedesco. Afferma Nebiolo, nel suo discorso, ufficiale, che questi giochi a partecipazione assoluta e totale Invitano alla concordia e alla pace, traguardi che la gente comune vuole raggiungere. For¬ se un po' meno i governanti, ma questo non viene detto ovviamente dal microfoni, di fronte al rappresentanti del potere politico, i già citati nella comune cattiva accoglienza, ma anche Spadolini, Galloni, Lattanzio, generali a plotoni, e i grandi dello sport mondiale, Samaranch al suo posto naturale come presidente del Ciò, Havelange quasi un imbucato. Convivenza e pace. Almeno le premesse questi campionati le sanno mettere: 165 Paesi rappresentano il mondo intero. Alcuni sono assolutamente Inediti: passi per Antigua e Aruba, ma quando arriva Anguilla chi sa dove piazzarla? E figuriamoci con St.Kitts, Montserrat e Nauru. Diverso è il caso di un popolo che non ha terra, ma bandiera e squadra, la Palestina. Sfilano in due, un atleta e un dirigente; la bandiera è a strisce orizzontali nera, bianca e verde, con un triangolo rosso alla base e per la prima volta entra in uno stadio sportivo. Poco prima aveva fatto la sua parte la rappresentativa di Israele ed ora insieme 1 due gruppi stanno non distanti sul prato del calcio. Sicuramente non concordia e pace, ma almeno sopportazióne reciproca. Non è poco per il mondo sportivo Insanguinato a Mo¬ naco dall'assalto dei fedayn e dalla conseguente repressione. L'Italia, a passo tutt'altro che marziale, a chiudere la sfilata con l'azzurro dominante accompagnato al bianco, con il pubblico in piedi a cantare e applaudire. Qualcuno ha scoperto in testa dietro a Luca Toso, alfiere, Sara Simeoni ed il grido scandito alla moda calcistica 'Sa-ra! Sa-ra!. è riecheggiato dalla curva nord alla sud. In un cielo fin troppo affollato; il grande dirigibile della Fuji sembrava portato al guinzaglio da un microscopico elicottero. In rapida successione, il melodramma con la sinfonia del «Guglielmo Tel)., la partita a scacchi di Marostica vinta dai neri con un' cavallo bianco Indisciplinato, il «Ballo Tondo» dei cavalieri di Oristano, gli «Zig-zaghlni» 'del Molise, eccetera, eccetera. Confusione di chiarine, zufoli e tamburi, poi la Martinez-Colomblna piccola piccola laggiù al centro della scacchiera, ma in grandissimo primo plano sui maxi-schermi tuttofare. Poi le «Frecce Tricolori» passano talmente vicine e lente che si può vedere il capopattuglia sorridere: di lassù lo spettacolo dev'essere fantastico. Cominciano 1 giorni da «Mondiale». g j ( Roma. Sfila la bandiera della Palestina all'Olimpico .