Le lettere della domenica di Ruggero Conteduca

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Denuncia che conta Ho letto i due articoli pubblicati il 18 e 19 agosto, rispettivamente a firma di Ruggero Conteduca e di Franco Giliberto, circa il «raddoppio» dei danni relativi ai terremotati. Mentre mi congratulo con gli autori che mettono in luce lo sperpero di denaro pubblico, che si verifica anche in occasioni cosi dolorose per tutti gli italiani, disr sento dall'opinione espressa da entrambi i giornalisti, che qualificano «platonica» la denuncia della Corte dei Conti, che si rivolge al Parlamento. Vorrei ricordare a tutti che l'art. 2 del Codice di procedura penale impone a tutti i pubblici ufficiali che, nell'esercizio o a causa delle loro funzioni hanno notizia di un reato l'obbligo del rapporto, salvo che non si tratti di un reato punibile a querela dell'offeso. D'altra parte risulta che vi sono dei procedimenti penali in corso e sono certo che altri ne seguiranno. Marcello Scotto Consigliere della Corte del Conti Delegazione regionale per la Liguria, Oenova Chi sporca e chi mena A proposito di Siena in questi giorni sono apparsi molti articoli sul vostro giornale, circa la civiltà che non hanno gli studenti ed altri, per come si comportano e sporcano la città; almeno a detta del Sindaco. Vorrei dire al signor Sindaco di Siena se lui e i suoi concittadini mostrano civiltà verso gli altri. O se per 11 Sindaco è civiltà menarsi fra Senesi, solo perché uno è della Torre 6 dell'Onda (contrade) o viceversa Nicchio o Giraffa. E sottolineo, non solo si menano In tempo di palio, ma durante tutto l'anno (sentito in tv locale). E' risaputo, che solo le bestie si azzuffano, cosi come le bestie sporcano. Franco Piergenttll via Donato Bramante 24 Viterbo Cosa scrivere sui Palio 8ono una lettrice del vostro giornale che leggo tutto e apprezzo molto, però voglio dire che non mi place come descrivono il Palio di Siena 1 vostri giornalisti: fanno la cronaca di tutto quello che vedono senza una parola di pietà per quei poveri cavalli massacrati; parlano di loro come se fossero oggetti da usare e buttare, (come del resto li trattano quelli di Siena). Mentre invece da un giornale come «La Stampa» che a volte parla in difesa degli animali e dei loro diritti, mi aspetterei una descrizione di quella corsa fatta in modo più sensibile verso quelle povere bestie; che parlassero apertamente del maltrattamenti che subiscono e delle loro atroci sofferenze. Perché non parlare in tono di disapprovazione per il Palio di luglio dove sono stati uccisi quei poveri cavalli caduti, e fatta correre una cavalla zoppa? Perché non scrivere niente del cavallo che nel Palio di domenica si rifiutava di correre? Cario Corciarino, Gerbole L'adozione dell'Esperanto Ho letto con interesse e condivido le ineccepibili osservazioni di Sergio Romano sul pietoso stato dell'insegnamento e della cultura linguistica in Italia e quindi sul pratico mutismo «macìe In Italy. che ne deriva («La Stampa», 18 agosto). La soluzione prospettata, la creazione cioè di «una rete nazionale di istituti linguistici», offrirebbe certamente 1 vantaggi indicati, ma lo stesso estensore dell'articolo 11 prevede In un tempo piuttosto lontano. Allora mi stupisce un poco che Sergio Romano non abbia neppure sfiorato l'eventualità di un'altra soluzione, già pronta e collaudata, della quale anche In tempi recentissimi si sono occupati illustri studiosi, come ad esemplo Dino Pieraccionl, cattedratici universitari come Fabrizio Pennacchietti di Torino e Giordano Formizzi ed Aldo Bergamaschi di Verona, insospettabili organismi Internazionali come l'Unesco, ed anche proprio «La Stampa» con i bellissimi servizi di Gaia Servadio de Londra. Mi riferisco all'adozione, nel rapporti Interpersonali e pubblici sovranazionall, dell'Esperanto. Luigi Tadolini, Forlì Negare la vita Sono rimasta inorridita leggendo quanto è accaduto a Sarzana (La Spezia) dove un neonato è stato massacrato e poi gettato in mare pochi giorni dopo la sua nascita. Certo non vorrei essere nei panni di quel genitore, o genitori, che ha fatto una cosa slmile, non credo gli sarà facile guardare in faccia gli altri con un peso simile da tenere nascosto. Con i bambini è più comprensibile che si possa peccare di eccessive attenzioni e diventare troppo ossessivi e soffocanti, atteggiamenti che già di per sé causano abbastanza problemi e che giustamente dovrebbero essere corretti, ma fatti come quello di Sarzana sono la negazione della vita stessa. Già in altre occasioni, leggendo di abusi o di maltrattamenti a bambini, fatti che purtroppo ultimamente sembrano in aumento, mi sono chiesta se questa non è una conseguenza della nostra cultura e dei nostri tempi. Secondo me i problemi dell'individuo sono diventati talmente il centro dell'attenzione di studiosi e di uomini di cultura da mascherare e far dimenticare altri problemi, di importanza per lo meno analoga. E le tanto decantate «esigenze» individuali, che pur tuttavia sussistono, fanno si che molte persone si sentano autorizzate a fregarsene degli altri, a volte anche dei propri figli. Anna Maria Cadamuro Milano Un ministero per i profughi! Pur tenendomi abbastanza informato su quanto accade nel mondo, mi è sfuggita una cosa: che tipo di profughi sono i polacchi di cui si parla in questi tempi? Politici? Terremotati? Fuggiaschi da qualche iniqua legge? Sostengo da tempo che l'Italia con tutte le sue magagne è comunque, per la grande maggioranza di stranieri, un paradiso; ma In tal caso dovremmo accogliere almeno un paio di miliardi di sottosviluppati, poveri, perseguitati, tiranneggiati. E' un vero peccato che il nuovo governo non abbia pensato ad istituire un ministero anche per questo. £n2o Sarto, Genova Il corretto referendum Non posso fare a meno di esprimere la mia meraviglia per il fatto che La Stampa — come del resto gli altri giornali — continui a parlare dei «tre referendum sul nucleare, (si veda per esempio l'articolo a firma b. g. sul numero dell'8 agosto). In realtà questo termine è applicabile a uno solo dei tre referendum, quello che mira ad abolire la norma che consente all'Enel di partecipare alla costruzione e all'esercizio di centrali nucleari all'estero; gli altri due dovrebbero essere chiamati piuttosto •referendum sulle centrali elettriche». Infatti, a quanto mi risulta, sia il referendum che propone di togliere al Cipe il potere di decidere i siti dove costruire le centrali, sia quello che tende ad abolire i finanziamenti ai Comuni e alle Regioni che ospitano Impianti per la produzione di energia elettrica, riguardano le centrali di qualsiasi tipo, non solo quelle nucleari. Mi rendo conto delle esigenze di concisione e di incisività del linguaggio glorna- listico, ma esse non dovrebbero andare a scapito della correttezza dell'informazione. Tanto più in un caso come questo, in cui l'importanza della materia richiede che gli elettori siano informati nel modo più completo e accurato possibile sulle conseguenze delle loro scelte. Senza contare che, continuando a parlare di «referendum sul nucleare», si rischia di offrire alle parti politiche il destro per sostenere interpretazioni distorte e tendenziose dei risultati del voto, quali essi siano. Paolo Mirone, Bologna Ha ragione Pannella Nella disputa fra Pannella e Muccioli sulla liberalizzazione della droga, Muccioli ha ragione nel ritenere che la possibilità di acquistare gli stupefacenti in farmacia spingerebbe gli attuali tossicodipendenti a farne un uso smodato fino ad uccidersi rapidamente. Ma Pannella ha altre mille ragioni per sostenere la libera vendita della droga, naturalmente soggetta a certe restrizioni. La possibilità d'acquistare la droga In farmacia metterebbe fuori gioco gli spacciatori, e quindi il numero dei nuovi adepti alla droga sarebbe certamente minore, mancando l'adescamento degli spacciatori. Angela Ruffa, Torino Un tunnel da non fare Non esiste, credo, nell'intero arco alpino, che un solo esemplo superstite di un villaggio costruito deliberatamente ai margini di un immenso prato verdeggiante. Questo miracolo è accaduto a Cogne, In Valle d'Aosta, ed è la prima ragione del fascino di questa località. Ma ora il prato è in pericolo: un progetto di tunnel «sotterraneo», che inevitabilmente deturperebbe il prato attraversandolo, è stato votato dalla Regione. Basterà la voce del tanti amici di Cogne, che a migliala hanno votato un appello contro l'inutile, costoso e deturpante tunnel, ad evitare un errore fatale? Antonio Padoa Schioppo, Milano La Sicilia dell'incuria Di ritorno dalle eccellenti vacanze trascorse in molti luoghi della Sicilia, vorrei esprimere quanto di più piacevole e, purtroppo, spiacevole, riscontrato in questa splendida regione. Anzitutto la paventata e molto «reclamizzata, assenza di acqua non c'è stata, o almeno non si è notata nei luoghi turistici, ove le fontanelle funzionavano regolarmente, ed erano efficienti pure in una grande città come Catania. Altra sorpresina piacevole, le autostrade, quasi tutte gratuite (ma i costi di gestione li paghiamo noi?). E veniamo agli aspetti negativi, due soprattutto: il parcheggio a dir poco «selvaggio, ed incosciente di tante macchine anche in zone di grande traffico (ad esempio, nelle vie intorno a Taormina) e la sporcizia, l'incuria addirittura, in cui versano le strade ed i monumenti di tante città, citasi per tutti il Castello Ursino di Catania, ove le immondizie riempiono buona parte del fossato circostante ed i vetri dei lampioni sono tutti rotti. Nello La Nave Torino Il sistema proporzionale Mi sembra che il dibattito sulla proporzionale che La Stampa ha il merito di svolgere ad alto livello di partecipazione, si tenga su un piano che riduce a «riflessione perduta, tutto l'appassionato dibattito svoltosi negli anni 1952-53 sulla legge del premio di maggioranza (truffa). Come Bobbio, io allora ero vicinissimo a Parri e a Salvemini e posso ricordare lucidamente che le loro titubanze a scegliere furono fortissime perché avevano presenti le tensioni politiche del 1919 e anni seguenti in cui la proporzionale giuoco un suo proprio ruolo negativo. Parri a stento si è deciso per la proporzionale, ma ne trasse tutte le conseguenze sul piano elettorale con tanto ritardo da ridursi a raccoglierne un esito molto marginale. Salvemini solo dopo le elezioni riconobbe che la proporzionale dava una situazione migliore di quella che sarebbe derivata dal successo della maggioritaria. Vindice Cavallera Grosseto