Oggi per l'iperteso c'è il monofarmaco di Ezio Minetto

Oggi per l'iperteso c*è il monefmrma€Q La «medicina ideale» al convegno di Torino Oggi per l'iperteso c*è il monefmrma€Q Eliminate le diete ferree e i mucchietti di pillole Contro l'ipertensione arteriosa — subdolo nemico a più incognite della salute dell'uomo civilizzato — ancor solo trent'anni fa non esisteva terapia. Poi — e sembra di parlar di preistoria — sono venuti i farmaci «pesanti., tanto incomodi da far dire di sé che • l'ipertensione è quel livello di pressione al quale la terapia fa più male che bene*. E infine — pur persistendo le incognite di base della malattia — c'è stata la gran fioritura di farmaci razionali e rispettosi e la relativa loro gara ad offrire la miglior efficacia, il minimo dei disturbi e il massimo dell'.accettabilità.. Oggi — con con gli «storici, diuretici, simpaticolitici e betabloccanti già arretrati in seconda e terza posizione — siamo in piena era di vasodilatatori Aceinibitori (enalapril e captopril e successori) e di calcioantagonisti (nitrendipina e suoi successori) con solo il ragionato imbarazzo della scelta programmata. E cosi, finalmente, l'iperteso — specie quello anziano o con l'ipertensione mediomoderata — ha finito di esser più strapazzato che beneficiato da ferrei regimi, mucchietti di compresse ai pasti, spersonalizznti effetti secondari e sconsolate dichiarazioni di .stavo meglio prima». Per l'80 per cento delle ipertensioni (dell'età medio-avanzata, non gravi, non «resistenti. questi sono ormai tempi da «monofarmaco., spesso a monodose quotidiana, associati, solo se occorre, a un secondo medicamento. Qua! è l'identikit del farmaco ideale, in questo campo? A Torino, al recente convegno «Il volto nascosto dell'ipertensione. (C. Dal Palù, A Zanchetti. G. Muiesan, G. Lavezzaro) se ne è tratteggiato il profilo, oggi ancora utopico ma forse non più negli Anni 90: 1° efficacia in ogni soggetto; 2° impiego per via orale; 3° azione prolungata (24 ore); 4° assenza di effetti collaterali; 5° elettiva azione emodinamica; 6° assenza di ritenzione idrosalina; 7° non interazione con altri farmaci; 8° basso costo. Sono molte — e apparen¬ temente persin troppe — le mderne «classi» di farmaci antiipertensivi (diuretici, betabloccanti, inibitoriadrenergici, vasodilatatori, Inibitori dell'Ace, calcioantagonisti, serotonino-antagonisti, dopaminoantagonisti). Il loro numero esprime la gran complessità dei meccanismi di base della malattia. Perché, tra tutti gli altri farmaci, l'attuale preferenza per i vasodilatatori? E' tra questi — o i loro futuri successori — che uscirà il miglior concorrente al titolo di farmaco ideale degli Anni 90? L'ipertensione arteriosa — hanno ricordato i relatori — si realizza prevalentemente attraverso una diffusa contrattura delle arteriole dell'intero organismo. I vasodilatatori Aceinibitori, abbassando r.enzima di conversione (Ace)», contrappongono la loro equilibratrice azione vasodilatatoria al patologico meccanismo di contrazione delle arteriole. Sicuramente, già oggi, questi farmaci permettono che l'iperteso sia finalmente considerato nel suo contesto clinico Ezio Minetto

Persone citate: Lavezzaro

Luoghi citati: Palù, Torino, Zanchetti