Cinquant'anni fa scompariva misteriosamente l'aviatrice americana Earhart

II giallo di Lady Amelia, regina dei deli Cinquantanni fa scompariva misteriosamente l'aviatrice americana Earhart II giallo di Lady Amelia, regina dei deli La donna stava tentando il giro del mondo: la notte del 2 luglio 1937 è sparita nel Pacifico Centrale - Due ipotesi: l'aereo senza carburante ha tentato l'ammaraggio, oppure è stato abbattuto dai giapponesi (l'impresa aveva obiettivi spionistici?) - Il suo corpo non fu mai trovato Nell'estate di cinquantanni fa cominciava 11 giallo di Amelia Earhart, la celebre aviatrice. Il suo bimotore «Electra» era scomparso nel Pacifico, il mondo trepidava per lei. Per molti giorni misteriosi messaggi radio alimentarono un'altalena di speranze e delusioni creando le premesse di un giallo che non è stato ancora risolto, dopo mezzo secolo. Erano gli anni in cui le imprese aviatorie riempivano le pagine del giornali e appassionavano le folle, come lo sbarco di Neil Armstrong sulla Luna; i nomi di Lindbergh e di De Pinedo, di Mermoz e di Ferrarin erano popolari, e popolarissima era anche l'americana Amelia Earhart. Allora aveva 39 anni, alta e sottile, un viso da ragazzina sotto una bionda frangia ribelle, prima donna a sorvolare l'Atlantico, paragonata al mitico Lindbergh e per questo soprannominata Miss Lindy. Già In possesso di un gran numero di primati, in quell'estate del '37 era Impegnata in una fantastica impresa che avrebbe dovuto consegnarla definitivamente alla storia dell'aviazione: 11 giro del mondo. Era partita 11 primo giugno da Miami, accompagnata da Fred Noonan come secondo pilota, su un bimotore appositamente studiato dalla Lockheed e quando avvenne l'Incidente aveva già percorso oltre 35 mila chilometri dei 47 mila previsti. Aveva toccato il Brasile, sorvolato l'Atlantico fino a Dakar in Senegal, attraversato l'Africa, fatto tappa in India. Poi aveva affrontato la parte più rischiosa, l'Oceano Indiano, la Nuova Guinea e ora attaccava 11 Pacifico nelle ultime tre tappe mentre già l'America le preparava 11 trionfo. Alle 2,05 del 2 luglio, mentre all'Isola Howland, nel Pacifico centrale, si attende l'atterraggio del due trasvolatori decollati dalla Nuova Guinea, la motonave «nasca» della Guardia Costiera americana in navigazione nella zona capta un messag¬ gio drammatico: -Qui KHAQQ (la sigla dell'.Electra->) ; voliamo nella nebbia, non vediamo terra, abbiamo carburante per mezz'ora*. Fu l'ultimo messaggio certo del velivolo di Amelia Earhart e di Fred Noonan. La notizia che l'aviatrice è dispersa rimbalza la sera stessa sui giornali di tutto il mondo. 'Miss Amelia caduta nell'Oceano?* è 11 titolo de La Stampa del 3 luglio. Scatta un'imponente operazione di salvataggio cui prendono parte decine di navi, tra cui le portaerei «Lexington» e •Colorado». E comincia la ridda del messaggi radio: veri, falsi, immaginari? L'aereo, dicono gli esperti, se ben chiuso potrebbe continuare a galleggiare per ore, forse per giorni; e anche 1 motori potrebbero essere ancora in grado di funzionare fornendo la necessaria energia elettrica alla radio di bordo. I messaggi, quindi, sebbene confusi, imprecisi, contraddittori, non possono essere ignorati a priori. Le navi e gli aerei perlustrano l'Oceano intorno al¬ l'isola Howland ma non hanno indicazioni sul punto preciso dell'Incidente, n 5 luglio un radioamatore di San Francisco afferma di aver captato un drammatico appello: -Siamo a metà sommersi, non possiamo resistere per molto tempo*. Un altro appello raccolto dal servizi costieri: «2«i Nord Howland. Chiamata KHAQQ... Verso Nord... Non possiamo tenerci a galla per molto tempo». Anche 1 marconisti al lavoro a bordo degli aerei di linea della Pan American affermano di aver captato segnali sulla lunghezza d'onda della radio di Miss Lindy. Da New York 11 marito di Amelia, l'editore George Putnam che ha conosciuto l'aviatrice nel '29 al termine di un'ennesima impresa trionfale e l'ha sposata poco dopo, fa appello al presidente Roosevelt perché le ricerche non siano interrotte. La Marina fa l'Ipotesi che i due aviatori abbiano sbagliato rotta mancando l'isola Howland e abbiano poi esaurito 11 carburante nella vana speranza di trovare terra. Le ricerche, fatte con mezzi crescenti, vengono quindi estese agli innumerevoli atolli corallini sparsi nell'Oceano. A metà luglio anche nell'animo dei più ottimisti si insinua lo scoramento; il 13 Italo Balbo, popolarissimo per le sue imprese aeronautiche, fa sapere in un messaggio inviato da Tripoli tramite la United Press, che ritrovare la Earhart e il suo compagno è ormai solo più una questione di fortuna. Ma, aggiunge, «mi rifiuto di recidere l'ultimo filo di speranza*. Per tutto il resto dell'estate giungono notizie contraddittorie, nascono speranze che presto si spengono; poi, con l'inizio di settembre, le navi abbandonano 11 Pacifico, cala 11 silenzio. Altri drammatici avvenimenti occupano le pagine dei giornali: il fascismo si prepara a vibrare l'ultimo colpo al governo democratico spagnolo e 11 Giappone, rafforzato dal patto con l'Italia e con la Germania da poco firmato, attacca la Cina. Il Pacifico si prepara a diventare luògo di scontro della seconda guerra mondiale Intanto, però, nascono strane voci. Qualcuno insinua che la Earhart, notoriamente vicina al presidente Roosevelt e ai circoli politici di Washington, fosse stata incaricata dal servizi segreti di sorvolare alcune isole del Pacifico dove i giapponesi stavano facendo minacciosi preparativi militari e che Fred Noonan, esperto di os-_ sensazione aerea, fosse stato' imposto all'aviatrice, inizialmente decisa a compiere l'Impresa da sola, proprio per questo scopo spionistico. L'«Electra», si disse, era stato abbattuto appunto dai giapponesi. Secondo un'altra Ipotesi l'aereo senza carburante sarebbe stato costretto ad ammarare e 1 due occupanti sarebbero stati catturati da una nave nipponica e fucilati; secondo una variante di quest'ultima tesi essi sarebbero Invece stati tenuti prigionieri in Giappone. La Earhart dopo la guerra sarebbe addirittura rientrata In America con un nome falso. Un'ipotesi che sembrerebbe del tutto fantastica se non ci fosse il fatto che George Putnam, subito dopo la fine delle ostilità, ricevette un telegramma senza firma che diceva: • Campo liberato, tutto bene, volumi da raccontare*. Ventitré anni dopo la tragedia, nell'aprile del '60, le rivelazioni di una donna giapponese naturalizzata americana parvero confermare l'ipotesi della fine per mano giapponese. La donna, Josephine Aklyama Bianco, nativa dell'isola di Gaipan (gruppo delle Marlanne) che all'epoca del fatti aveva sette anni, raccontò alla rivista americana Parade che nell'estate del '37 vide un aereo ammarare fortunosamente di fronte alla spiaggia dopo aver sorvolato la segretissima base militare costruita nell'Isola dai giapponesi; due persone, «un uomo e una donna vestita da uomo e con i capelli cortissimi», nuotarono sino alla riva dove furono catturati da una pattuglia di soldati nipponici. I due, disse la donna, furono condotti nella boscaglia dove poco dopo si udì una scarica di fucileria. I soldati tornarono soli. Come era stato possibile che l'aereo si trovasse sull'arcipelago delle M arianne, esattamente a Nord della Nuova Guinea, quando per arrivare a Howland avrebbe dovuto volare a Est lungo l'equatore? Né la Earhart né Noonan erano tipi da commettere errori di rotta cosi madornali. L'ipotesi che il volo dell'«Electra» celasse intenti spionistici non appariva campata in aria. Ci fu chi ricordò che in quegli stessi anr' un pilota australiano, Sidney Cotton, partecipando ad un rally aereo aveva fotografato gli impianti industriali e militari della valle del Reno sotto gli occhi delle autorità teuesche. D'altra parte è- noto che prima, durante e dopo la guerra 1 servizi segreti americani utilizzarono spregiudicatamente alcune compagnie aeree particolarmente legate agli ambienti politici, come la Pan Am, la Branif, la Flying Tigers per svolgere azioni di spionaggio, mentre la Cia aveva addirittura creato una rete di compagnie fianchegglatrict destinate ad appoggiare 1 propri disegni in vari Paesi, dal Sud-Est asiatico, al Medio Oriente, all'America Latina che si decise a smantellare solo nel '75, dopo la guerra nel Vietnam. Sulla base delle rivelazioni di Josephine Aklyama Bianco furono fatte ricerche e un reporter della catena Cbs si recò a Saipan nel '65 seguendo anche le concordanti indicazioni che un fotografo americano aveva avuto anni prima da una vecchia donna dell'isola. Ritrovò resti umani e frammenti metallici che potevano essere parti dell'Electra. I resti furono a lungo esaminati dagli esperti ma nessuna certezza è stata mal raggiunta. Vittorio Ravizza In un'immagine di cinquantanni fa Amelia Earhart siede sul muso del suo Lockheed Electra