In America sempre più numerosi i casi di discriminazione ai danni degli alunni malati di Gianni Riotta

Senza scuola i figli dell'Aids In America sempre più numerosi i casi di discriminazione ai danni degli alunni malati Senza scuola i figli dell'Aids In un paese delia Florida in Fiamme la casa di tre bimbi sieropositivi: contro di loro un comitato di genitori -1 piccoli malati sono soprattutto neri o centroamericani - Test obbligatorio per tutti gli immigrati DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Andrew Ray s'è svegliato appena In tempo: la casa già piena di fumo, il fuoco che bruciava mobili e pareti, l'aria irrespirabile. S'è trascinato fuori, semisvenuto, e ora è ricoverato all'ospedale di Arcadia, un villaggio agricolo con diecimila abitanti, nella Florida più nascosta. L'incendio che ha distrutto l'abitazione, dicono pompieri e sceriffo, può essere stato un Incidente. Ma può anche essere doloso, ci sono tracce di benzina attorno alla casa del Ray, e Andrew ha sentito la puzza del carourante. E c'è anche il movente per colpire il clan dei Ray, tutta colpa dei piccoli Robert, Candy e Richard Ray, i nipoti di Andrew. Hanno dieci, nove e otto anni, non hanno mal fatto male a nessuno, ma mezza Arcadia li odia. Un gruppo di cittadini s'è organizzato nel vociferante club .Citizens against Aids in school', cittadini contro l'Aids nelle scuole, e la loro ragione sociale sembrerebbe ovvia, chi può essere a favore del morbo nelle classi? -Infatti, non ci importa del problema in generale — dichiara uno dei fondatori — il problema è che i tre fratelli Ray devono restarsene a casa-. Robert, Candy e Richard sono sieropositivi al test sull'Aids. Hanno contratto 11 virus In clinica: tutti e tre emofiliaci ricevono una cura con medicinali a base di plasma sanguigno, e una partita del farmaco preparata con sangue Infetto prima del test più sofisticati, li contagia. La reazione del cittadini di Arcadia non è fraterna. Il signor Ray s'è visto recapitare un annuncio, è meglio che 1 bambini restino a casa, basta con la scuola. I piccoli Ray frequentano la Memorial Elementary School, se la cavano benino, ma non c'è niente da fare, devono restare fuori. Papà e mamma Ray, due enormi americani, lui con la barba e l'eterno cappello da baseball, lei in pantaloni viola, non si arrendono. Denunciano la situazione al magistrato e ottengono giù stizia: non c'è pericolo di contagici in classe, i ragazzi possono tornare. All'inizio della settimana si aprono le scuole In Florida e metà, degli scolari iscritti alla Memorial School resta a casa 'Perchè ci sono i fratelli Ray.. I figli dei cittadini spaventati dai piccoli emofiliaci vengono portati a sfilare con patetici cartelli -Non voglio sedere accanto all'Aids., 'Non voglio morire'. Robert, Candy e Richard sono scortati dal poliziotti. Poco a poco però la situazione sembra sgelarsi, tre ragazzi su quattro si presentano in classe. Molti, come la figlia della signora Clarence Champeny, hanno forzato la mano ai genitori chiedendo di poter seguire le lezioni. La minoranza però non si arrende. Mercoledì telefonano a scuola: 'Sgombrate c'è una bomba-. Falso allarme. Due ore dopo la bomba sarebbe su un autobus scolastico: la perquisizione non trova nulla. Il terrorismo psicologico si rivolge allora ai Ray. Giovedì una voce ripete al telefono: 'Basta mandare i ragazzi in classe, altrimenti vi bruciamo la casa.. Il signor Ray, che non sorride mal nè parla con i cronisti, carica la famiglia sul suo camioncino bianco e va fuori venerdì pomeriggio, per il weck end. Durante la notte, scoppia l'incendio annunciato e gli distrugge la casa. I tre bambini stavolta sono colpiti, il loro buon umore incosciente scompare: -Papà perchè ce l'hanno con noi?.. L'Aids si contagia per contatto intimo con il sangue infetto e in classe, anche tra bambini.piccoli, si tratta di un'eventualità assai rara. La massima autorità sanitaria americana, il dottor Everett Koop, 'Surgeon OeneraU, ha più volte spiegato in televisione che bastano elementari precauzioni da parte degli insegnanti perchè la presenza di un bambino sieropositivo-in classe sia statisticamente meno pericolosa del viaggio in bus fino a scuola. Non bastano le cifre, la gente è confusa dopo tante voci contrastanti e, nell'impossibilità per ora di una cura, l'allarme la vince sui ragionamenti degli scienziati. La signora Theresa Crenshaw. una dottoressa nominata da Ronald Reagan nella commissione presidenziale per il controllo dell'Aids, è per esempio risolutamente contraria ad ammettere i piccoli sieropositivi in classe. Non cita dati per sostenere la sua tesi, ma quando la gente ha paura se ne frega dei- numeri, che pure parlano chiaro: dei 40521 casi di Aids negli Usa (la metà dei pazienti è morta), 444 sono bambini sotto i tredici anni. Nessuno ha preso la malattia a scuola o giocando. 24 sono emofiliaci come i Ray, 353 figli di genitori tossicodipendenti che hanno contratto la malattia dagli aghi in¬ fetti, 54 sono stati contagiati da trasfusioni di sangue non controllato. Di tredici casi non si ha chiara la storia clinica. La malattia ha fatto vittime tra i piccoli nella stessa proporzione con cui ha colpito la popolazione adulta: su 444 casi 268 morti, undici tra gli emofiliaci, 42 per colpa delle trasfusioni, 203 per avere preso la malattia dai genitori tossicodipendenti. La maggioranza dei bambini malati, 355, al contrario dei piccoli Ray, non è di pelle bianca, sono neri o immigrati dal Centi-america. La malattia, che finora ha colpito in America soprattutto omosessuali maschi bianchi, ha rallentato la sua crescita nella comunità gay, e ora si sta diffondendo tra le minoranze: i servizi sanitari hanno già annunciato che tutti gli immigrati che vogliono ottenere un permesso di soggiorno permanente do¬ vranno sottoporsi a un test sull'Aids. Quasi tutti 1 bambini colpiti nascono nei ghetti delle grandi città, da tossicodipendenti. La propaganda contro la malattia e l'educazione sessuale non penetrano negli slums come Harlem o Bedford Stuyvesant e quelle poche informazioni che riescono a filtrare raramente raggiungono la comunità degli eroinomani, chiusi in edifici semldistrutti. tagliati fuori anche dalla famiglia. L'Ignoranza fa strage. Racconta José Perez, attivista nella comunità latina: «Ci sono donne, ragazze madri nei quartieri popolari, convinte di poter prendere l'Aids da una zanzara, bevendo acqua contaminata, stringendo la mano di un malato. Cosi fanno bollire l'acqua, usano gli insetticidi, tengono le mani in tasca e non prendono nessuna precauzione sessuale, la stessa parola profilattico le fa inor¬ ridire, alla fine si contagiano e mettono alla luce bambini sieropositivi'. Nella sola New York ci sono cinquantamila donne sieropositive, quarantamila sono nere o immigrate dall'America Latina. Spesso il problema di andare a scuola non si pone neppure per questi figli dell'Aids, contagiati dalla madre al momento della nascita non raggiungono il secondo anno d'età. Qualche volta vengono affidati a genitori adottivi, perchè la madre non sa come allevarli. «£' terribilmente difficile convincere le famiglie d'origine a dare una mano alle donne che hanno dato alla luce bambini infetti da Aids- dice l'infermiera Dottie WardWhimmer, che si occupa dei piccoli malati. Spesso però si rivela, in perfetti estranei, la faccia opposta dell'egoismo che fronteggia i fratellini Ray: a New York settanta- cinque bambini sieropositivi vivono con genitori adottivi, cinque a Washington, quattro a Los Angeles. Settanta bambini sono invece in ospedale, in lista d'attesa, senza nessuno che li adotti. Le precauzioni da prendere per un bambino sieropositivo, in classe per le maestre o a casa per i genitori, sono semplici ma inflessibili, evitare ogni contatto con il sangue, disinfettare qualunque cosa si sporchi di sangue indossando dei guanti di plastica, eliminare i rifiuti ben chiusi in sacchetti ermetici. Non è la parte peggiore del compito. Il carico psicologico è enorme. Michelle Valentine. una bella signora di Los Angeles, è esplicita: 'Adottare come io ho fatto una bimba sieropositiva, o educarla a scuola, è terribile, perchè sai che c'è la morte, vicina.. La signora Valentine è generosa, non cita la guerriglia psicologica di chi ha paura del male e basta. La paura nelle scuole e la nascita di bambini infettati potrebbe calare, sostiene il dottor Koop. con un'adeguata educazione sessuale, ma lo slancio illuminista si scontra contro il formidabile revival delle religioni integraliste. In trentuno Stati americani non è permessa alcuna propaganda contro l'Aids nelle scuole, obbligatoria invece in altri dieci, tra cui New York, dove è popolare un video con la cantante Irene Cara che spiega come usare un profilattico. Altri messaggi, meno espliciti, vengono diffusi già dalla scuola materna. Teri Marashall appartiene invece a un gruppo ostile alla propaganda anti Aids in classe, per paura di fare pubblicità al •sesso facile'. .Non ci può essere un'unica sensibilità' dice Marashall «ogni comunità, ogni Stato devono avere le proprie leggi'. Nelle scuole del Sud è diffuso un video, in cui si vede una ragazza in abito da sposa mentre una voce in sottofondo modula suadente: 'L'astinenza sessuale è il solo modo per evitare l'Aids. Non fate l'amore.. Chissà se è mai capitato di vederlo a Robert, Candy e Richard Ray, che cercano i giocattoli bruciati tra le macerie della casa sventrata Gianni Riotta