De Mita nella fossa dei leoni

De Mita nella fossa dei leoni Il segretario de parla oggi al convegno dell'area Zac De Mita nella fossa dei leoni A Lavarone la prima resa dei conti «in famiglia» in vista del congresso - Le critiche ricorrenti: manca la proposta politica, scarso sostegno al governo Goria - Martinazzoli: «Non sono candidato» DAL NOSTRO INVIATO LAVARONE (Trento) — • Mi sono guastato gli ultimi giorni di vacanza, a forza di pensare a quest'incontro di Lavarone-, esclama De Mita entrando dritto nel suo albergo. Viene da Nusco. Ai convegnisti si presenterà domattina. In lino carta da zucchero molto vissuto, stropicciato, il segretario racconta l'altalena delle decisioni: 'Avevo prima pensato di non venire, poi di venire ma di non parlare. Ma mio fratello s'è messo a ridere prendendomi in giro e allora eccomi qua-. • Sapete — continua rivolto ai cronisti — è successo come quando ero all'Università. Se ero in vacanza, pensavo agli esami. Se ero sotto esami, sognavo la vacanza-, A quali esami politici allude, segretario De Mita? All'imminente consiglio nazionale? -No. Li vado a fare il professore-, risponde prima di dedicarsi alla sua birra ghiacciata. Mezz'ora prima era arrivato Mino Martinazzoli. -Chi entra papa esce cardinale-, è stata la sua prima battuta. Abbronzatissimo ed elegante in una sinfonia di azzurri, il capogruppo de alla Camera scherza sulle indicazioni che piovono su di lui come successore di De Mita. Ha appena lasciato il sole delle Eolie e nel cortile delle palazzine ospiti cerca il sole di quassù, di Gionghi di Lavarone, dove si conclude oggi il convegno organizzato dal «Centro Aldo Moro.. Quando entra nella sala, scatta un applauso, lungo e affettuoso. -Non sono avversario di De Mita e sono contrario alla mia candidatura. Non ci penso neanche-, aggiunge Martinazzoli. «Chi vuole fare il segretario non si mette in corsa otto mesi prima-, E ancora: «/ rapporti con il pei? Chi li vede in termini di sola reattività, di pura conflittualità, ha un'idea perdente. Quelli con il psi? n psi non può immaginare una de arrendevole-. Strano destino, questo del convegno 'Al crocevia delle emergenze e delle attese-. Sembrava l'occasione per un tranquillo weekend di riflessioni politiche, fra il generoso e l'accademico, e invece s'è caricato di imprevisti significati concreti e attuali. E' il primo incontro di gran parte della de dopo le elezioni, dopo il travaglio della formazione del governo, dopo la parentesi estiva. E fra due settimane, salvo rinvio, c'è 11 consiglio nazionale: e sembra vicina, tanto vicina, la primavera con il congresso. «£' iniziata la corsa alla segreteria-, ha riconosciuto ieri mattina Virginio Rognoni. Qui predomina la sinistra, l'area Zac, che raccoglie circa il 36% del partito. E affiorano preoccupazioni, malumori, polemiche. Il vicesegretario Bodrato ieri mattina è stato perentorio: «Prima la linea politica, un programma, una strategia, poi gli schieramenti e le alleanze-. Le ragioni del malessere che cova ormai in larghi settori della de le sin¬ tetizza 11 ministro Pandolfi: «Ci sono tre profonde incertezze. La prima riguarda la caduta di proposta politica: il pentapartito è in crisi e nessun'altra formula appare decisa all'orizzonte. La seconda: il governo risulta quasi dimezzato, ci si crede e non ci si crede. Infine il congresso è ormai vicino, e dunque cominciano le fibrillazioni. C'è chi si dedica alla profezia, agli oroscopi (Piccoli, quando dice che De Mita lascerà la segreteria), e chi preferisce il gioco della distribuzione delle cariche (De Mita vada a Palazzo Chigi, a Piazza del Gesù slederà un altro)». Questa della prospettiva politica latitante è la massima preoccupazione che agita i militanti democristiani. Una precarietà che sa di limbo, di zona d'ombra, da cui si vuole uscire con tutte le forze. Se ne è avuta una prova in mattinata quando si son messi a discutere rappresentanti della de (il vicesegretario Bodrato), del pei (Fassino, membro della segreteria) e del psi (De Mlchelis, capogruppo parlamentare). I tre uomini politici si sono guardati in faccia con decisione. Certo, si sono scambiati frecce avvelenate. De Michelis ad esempio ha attaccato De Mita: «£' stato il segretario che meno ha fatto per dare un'identità alla de-. Ma ha anche difeso la manovra economica del governo. E Fassino: «Voi del psi parlate tanto di cambiamento e poi siete capaci solo di aumentare di 60 lire il prezzo della benzina-. Bodrato invece ha evitato gli attacchi agli altri partiti, confermando che per lui «{a cosa più importante è una nuova legge elettorale-. E ha insistito sulla necessità di uscire dal gioco politico «a tutto campo» da parte della de. Le alleanze non possono essere occasionali e strumentali, ma debbono rispondere a scelte precise, a risposte chiare sull'identità e la vocazione di ciascun partito. Su questo terreno si sono trovati d'accordo anche De Michelis e Fassino. Il gioco «a tutto campo» nasconde per tutti opportunismo, trasformismo: un rischio che ognuno dice di voler evitare. -In realtà non è emersa nessuna convergenza politica — commenta Carlo Fracanzani. Claudio Altarocca

Luoghi citati: Lavarone, Nusco