Formica si ribella a Goria di Eugenio Palmieri

FormÌ€a si ribella a Gorìa Ancora scontro sui decreti per le armi: fragile convivenza al governo FormÌ€a si ribella a Gorìa ROMA — «£' la prima e l'ultima volta che tollero che la presidenza del Consiglio emetta giudizi sui comportamenti di un ministro senza averlo sentito». Volano parole grosse tra il ministro del Lavoro Formica e Gorìa. La calma astigiana contro l'Irruenza barese oppure un vero e proprio incidente politico, presagio di una difficile convivenza governativa, in particolare tra democristiani e socialisti? Solo scaramucce assai insidiose o la nascita di linee autonome e poco omogenee all'interno del «pentapartito in maschera»? Domande che si rincorrono visto che la polemica sul commercio di armi si fa rovente nonostante gli interlocutori si affrettino a spiegare, dopo aver lanciato autentiche bordate, che per loro è già da considerarsi conclusa. Goria, che ieri pomerìggio era fuori Roma, non ha voluto alimentare il duello verbale probabilmente per non dare l'impressione che 11 tasso di litigiosità stia pericolosamente crescendo nella sua squadra appena in fase di riscaldamento. Negli ambienti di Palazzo Chigi si fa comunque rilevare che il presidente del Consiglio ribatterà a chicchessia •ogni volta che lo riterrà opportuno, anche per non creare confusione nella pubblica opinione». Restano i toni che hanno ben pochi precedenti nel rapporto tra chi è alla guida del governo e chi ne fa parte. SI ricordano i vecchi dispetti tra Donat-Cattin e Fanfani, le famose diatribe tra Formica e Andreatta, ma negli ultimi anni le polemiche non erano mal state cosi pesanti. Goria nella tarda serata di venerdì aveva fatto diramare una nota con la quale si accusava Formica di essere nella sostanza un bugiarda Perché? Per aver sostenuto che un decreto del suo predecessore al Commercio con l'estero, Mario 3arcinelli, at¬ tualmente direttore generale del Tesoro, facilitava l'export di armi modificando un provvedimento elaborato dallo stesso Formica. Ieri la bacchettata del ministro del Lavoro al presidente del Consiglio attraverso un'intervista al Manifesto. Goria, infatti, aveva difeso Sarchielli spiegando che il suo provvedimento non si discostava nella sostanza da quello di Formica, se non in due punti di poco conto, secondo Palazzo Chigi: dava la possibilità di utilizzare procuratori ai quali delegare l'Incarico di presentare le domande di esportazione; inoltre, consentiva l'export temporaneo di un esemplare per •eseguire prove dimostrative», e al tempo stesso permetteva di fare riparazioni sul materiale già fornito. Sostiene invece Formica: •Palazzo Chigi conferma che il decreto Sarcinelli introduceva facilitazioni al commercio delle armi. L'entità di queste facilitazioni è problema che attiene le sensibilità morali. Io ritengo che in questo campo ogni facilitazione sia sempre rilevante». Sarcinelli «Caino» e Formica «Abele»? n comportamento del governo in questi giorni è stato a favore del ministro del Lavoro visto che il decreto Sarcinelli, mai pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per un vizio di forma, è stato messo da parte dall'attuale responsabile del Commercio con l'estero. Renato Ruggiero. E' certo che sulle esportazioni di armi il ministro Ruggiero, un tecnico designato dal psi, intende portare avanti con determinazione l'impostazione socialista già indicata nell'ultimo Consiglio del ministri. Egli, come preannunciato, ha spedito una lettera al collega delle Finanze Gava affinché le Eugenio Palmieri (Continua a pagina 2 In ottava colonna)

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