Amato: rigore a ventaglio di Alfredo Recanatesi

Amato: rigore a ventaglio Il ministro del Tesoro spiega la «stangata» e i prossimi correttivi Amato: rigore a ventaglio «L'alìquota Iva non sarà prorogata in modo così pesante e discriminante» - «Non ci sarà più spesa pubblica senza copertura» - «I provvedimenti decisi ora evitano solo il peggioramento dell'economia, in attesa della legge finanziaria» ROMA — .Coactus tamen volui. (l'ho voluto perché costretto). Il ministro Amato non si stupisce delle critiche con le quali quasi all'unanimità le misure fiscali del governo sono state accolte; anzi, in larga misura le comprende. Ammette che la manovra è disorganica e, per certi versi, ambigua. Ma — dice — non si poteva fare altro. •Tra il voto di fiducia e questo pacchetto di provvedimenti sono trascorsi 19 giorni, gran parte dei quali difficilmente utilizzabili a causa della inesorabile pausa di Ferragosto. Credo che si possa dire, dunque, che il governo non ha perso tempo.. — Ma gli squilibri economici e finanziari da fronteggiare si stanno manifestando da mesi. • Certo. Ma per ben cinque mesi ai quali lei si riferisce il governo inteso come istituzione è stato chiuso per restauri. Ed io sono il primo a chiedermi, e non lo faccio da ora. se è pensabile che in un Paese, della cui economia il governo fa parte come rilevante soggetto attivo, una istituzione possa chiudere per cinque mesi. Mi chiedo, cioè, se tra le grandi democrazie industriali l'Italia possa rimanere l'unica a consentirsi discontinuità di questo tipo.. — Il problema, però, non è solo di tempestività. •Non si tratta solo di tempestività dell'intervento. Siamo all'assurdo che in quei cinque mesi è rimasto in carica un governo che, in quanto dimissionario, aveva perso il potere di indirizzo politico che si concerta nei disegni di legge. L'unico strumento legislativo del quale dispone è il decreto legge, previsto per fronteggiare i casi di necessità. Ma si tratta di una trappola infernale. In Parlamento il decreto di un governo dimissionario è una terra di nessuno sulla quale chiunque ha licenza di piantare ogni possibile emendamento. Il governo dimissionario, infatti, non dispone della principale arma di resistenza, cioè la votazione del suo testo con la questione di fiducia». — Questo ha dato la stura alla spesa elettorale. • Diciamo che questo ha determinato quella esaltazione peculiare dell'Italia di un fenomeno presente — diciamo la verità — in ogni sistema democratico». — C'è, comunque, un nesso tra i due problemi che dovevano essere affrontati, l'aumento della spesa pubblica e la dilatazione della domanda, perché il primo ha certamente concorso ad alimentare la seconda. Perché, allora, avete frenato solo la componente privata delia domanda? Ovvero, se preferisce: perché per ridurre il disavanzo avete accresciuto il finanziamento della spesa anziché tentare una buona volta di contenerla? • Perché realisticamente non è possibile. I pagamenti che il Tesoro dovrà effettua- re di qui alla fine dell'anno sono dovuti, nel senso che discendono da decisioni che una miriade di centri di spesa ha preso mesi, e forse anni fa.. — Ma allora non c'è niente da fare: la spesa corre senza controllo e l'economia produttiva ed i privati devono pagare a pie di lista. • No, ma il problema è estremamente complesso perché investe la questione della responsabilità dei centri di spesa e. quindi, si riconduce al grande tema della funzionalità delle istituzioni. La necessità di riforme istituzionali è ancora poco sentita, ma senza questo non è possibile soddisfare la sacrosanta domanda di efficienza e di trasparenza che viene rivolta al poteri pubblici. Ma lo sa — tanto per fare un esempio — che se lei mi chiede a quanto ammonta il disavanzo del prossimo mese, io, ministro del Tesoro, non potrei risponderle che con un craxiano "vattelapesca"? Io non solo non sono in grado di governare i flussi della spesa, ma non ho neppure la possibilità di conoscerli». — Ministro, nelle sue parole si potrebbe cogliere un senso di resa. •Nient'affatto. Dico queste cose perché dobbiamo agire sulle cause dei problemi, non accontentarci di pararne gli effetti». — Ma non mi vorrà sostenere che la manovra di giovedì mira alle cause dei problemi. •Certamente no. Quei provvedimenti hanno soltanto lo scopo di evitare ulteriori peggioramenti della situazione economica in attesa della definizione e della approvazione della legge finanziaria». — Quindi ne conferma la transitorietà, in particolare per quel che riguarda l'Iva. «Non solo la confermo, ma dico che ogni proroga è Impensabile. E' impensabile prorogare una aliquota cosi pesante e cosi discriminante ed è impensabile che con l'anno nuovo il terreno dell'Iva non si renda sgombro per effettuare quella conversione di oneri sociali in imposizione indiretta, che è richiesta dalla necessità di avvicinare la struttura dei costi delle nostre imprese a quella delle imprese concorrenti straniere e che, peraltro, è chiaramente prevista dal programma di governo». — Ma anziché procedere cosi frammentariamente, non era possibile attendere ancora un po' per varare una manovra più organica e, quindi, più credibile? «No. Quando ho detto coactus tamen voliti intendevo dire che sono stato costretto ad intervenire ora. Approfittane' j della assenza di un couice moderno e funzionale che disciplini il mercato finanziario (altra gravissima lacuna istituzionale) si era scatenata una guerriglia per la conquista di una svalutazione della lira da un lato e di tassi di Interesse sempre più elevati dall'altro. Assistere ancora passivamente a quanto stava accadendo avrebbe assunto 11 carattere di una resa al ricatto del mercato con danni gravissimi ed irreversibili per l'Intero sistema economico. Comprendo la critica di aver toccato le tasche del privati, ma non avevamo scelta e, soprattutto, non ci fermeremo qui». — Allora parliamo della Finanziaria. «Comincia ora il lavoro collegiale per definire i termini, quindi è presto per entrare nelle cifre e nella sostanza dei provvedimenti. Comunque, ai colleghi di governo che giovedì peroravano la causa del rigore ho già annunciato che avrò modo di litigare anche con loro per compiere, con la Finanziaria per l'88, una operazione fat¬ tibile ma seria». — Cosa intende per fattibile ma seria? «Intendo che, al di là della specificità dei singoli provvedimenti che dovranno riguardare i settori che tutti sappiamo — sanità, previdenza, cassa integrazione, finanza locale —, dobbiamo anche risolvere questioni di metodo. Le faccio un esempio: per evitare le Finanziarie-omnibus, nel recente passato se ne sono fatte che prevedevano interventi di spesa connessi ad altri provvedimenti legislativi che dovevano provvedere alle entrate, ai risparmi, alle razionalizzazioni dai quali trarre le relative risorse. Cosa accadeva? Che i provvedimenti di spesa andavano avanti e gli altri rimanevano sulla carta. Ebbene, io chiederò — e spero di avere tutto il governo dalla mia parte — di recuperare una proposta già avanzata in passato ma non approvata per disporre che i provvedimenti di spesa, anche formalmente approvati, abbiano efficacia soltanto dopo l'approvazione dei provvedimenti connessi alla loro copertura. E' solo un esempio della serietà forse non eclatante, ma necessaria, con la quale intendo affrontare il tema della Finanziaria. Il rammarico per aver dovuto decidere una manovra isolata ed ingrata come quella di giovedì deve ancor più rafforzarci nella determinazione di definire una Finanziaria organica ed incisiva». Alfredo Recanatesi Giuliano Amato

Persone citate: Giuliano Amato

Luoghi citati: Italia, Roma