Mei non correrà a fianco di Panetta e Antibo di Giorgio Barberis

Mei non correrà a fianco di Ranetta e Antibo Il campione europeo dei 10.000 costretto al forfait da una tendinite che lo affligge da un mese Mei non correrà a fianco di Ranetta e Antibo «Non me la sento di rischiare» ha detto ieri sera annunciando la sua decisione, anche se per la sua {jara sono state abolite le batterie - I due azzurri sono tra i favoriti e confidano in una gara tirata per evitare i rischi di uno sprint affollato DAL NOSTRO INVIATO ROMA — Dopo Alberto Cova, anche Stefano Mei, campione europeo dei 10.000 lo scorso anno a Stoccarda, ha annunciato la sua rinuncia ai Mondiali: l'annuncio .della commissione tecnica •che le batterie^ono soppresse ha preceduto di pochi attimi l'ufficializzazione dell'elenco dei 29 partecipanti, fra i quali manca appunto il nome dello spezzino. Un paio d'ore dopo, nella preannunciata conferenza stampa, è stato lo stesso Mei a spiegare la sua decisione, dovuta a tendinite alla gamba sinistra. Un malanno che lo ha accompagnato, senza concedergli requie, nell'ultimo mese rendendo cosi impossibile il suo recupero. Mei, quando ieri si è trovato davanti ai giornalisti, è sembrato vivere un attimo di panico: una veloce occhiata al suo fianco, dove sedevano l'Inglese Sebastian Coe e la splendida giamaicana Marlene Ottey, poi l'annuncio con parole pronunciate precipitosamente, quasi a liberarsi di un peso: • Credo che ormai sia il segreto di Pulcinella, non corro, non c'è più tempo per allenarsi. Preferisco non partecipare perché un risultato scadente aiuterebbe ben poco la nostra atletica: Coe ha dedicato all'azzurro un sorriso pieno di comprensione: anche lui, neppure un mese fa, ha vissuto un momento analogo, è stato costretto alla rinuncia, vittima di una specie di maledizione che lo vuole k.o. In occasione delle rassegne iridate. Non scese in pista ad Helsinki quattro anni fa per una forma di mononucleosi, non correrà neppure all'Olimpico per un sovrosso sulla caviglia destra che gli impedisce di allenarsi. In effetti Mei ha capito fin da sabato scorso che non ce l'avrebbe fatta: -Avevo male, non riuscirò a correre. -Ed- il- tempo a disposizione era sempre meno. Cosi com'è, sarebbe troppo il rischio a correre. Magari potrei anche improvvisare un tempo intorno ai 28'-28'10" ma poi se salta il tendine? No, grazie. Meglio essere ragionevoli, sono giovane, ho ancora tanti anni davanti a me. Mi spiace rinunciare a questi Mondiali in Italia, ma non posso proprio fare diversamente-. La gara dei 10.000. che nelle maggiori, .rassegne ha sempre visto un azzurro primeggiare dal 1982 ad oggi (prima Cova, quindi lo scorso anno Mei), vedrà dunque solo due italiani al via. Salvatore Antibo e Francesco Panetta che sono abbastanza assimilabili in quanto a caratteristiche. Dei due. Antibo è senz'altro il più esperto, vantando una serie di validi piazzamenti in tutte le maggiori competizioni con la «ciliegina» del terzo posto lo scorso anno a Stoccarda in quella storica finale che vide tre azzurri riempire il podio. Panetta invece è l'uomo nuovo, che ha dovuto lottare anche troppo per conquistarsi il posto. Specie dopo i suoi ottimi risultati sulle siepi di inizio stagione, il cala- brese pareva «chiuso-. Poi la rinuncia di Cova gli ha aperto la strada per un posto che comunque avrebbe meritato. Adesso si ritrova addirittura nello scomodo ruolo di quasi-favorito. presentandosi con il miglior tempo stagionale mondiale. I due azzurri amano soprattutto gare impostate sul ritmo ed anche se hanno curato questo aspetto nella preparazione, un finale affollato non li aiuterebbe certo, tanto più che una gara lenta potrebbe favorire anche corridori come l'elvetico Ryffel. dotati di buona velocità di base (dunque pericolosi in volata), ma difficilmente in grado di sopportare treni di gara sostenuti. Gli avversari che maggiormente spaventano, sulla carta, sono gli africani, con due kenioti (Kipkoech e Mugi), due etiopi (Bulti e Bulbula) e Sherif. uomo nuovo dello Zimbabwe. Gli europei con in testa l'anziano Vainio e il tedesco orientale Kunze non sono da sottovalutare ma neppure da temere più di tanto. Specie il finlandese è uomo che, all'occorrenza, potrebbe tornar utile per dare una mano a tener vivo il ritmo. Finale diretta, dunque, come vuole il regolamento per favorire il recupero di chi fa più gare, in barba al fatto che magari fra gli spettatori qualcuno aveva acquistato i biglietti per lunedi, sicuro di godersi allora lo scontro decisivo dei 10.000. Ma i mondiali, con la loro passerella di campioni, sapranno offrire comunque ad eventuali delusi altre gare con le quali consolarsi. Giorgio Barberis Mei, le braccia al cielo in segno di vittoria agli Europei di Stoccarda; ma stavolta in segno di resa

Luoghi citati: Helsinki, Italia, Roma, Stoccarda