«Sono un povero miliardario tradito dalle donne»

«Sono un povero miliardario frodilo dalle donne» Parla il barone von Thyssen: olandese, 66 anni, uno dei più ricchi del mondo, collezionista d'arte, quattro volte divorziato «Sono un povero miliardario frodilo dalle donne» NOSTRO SERVIZIO E' impossibile calcolare la sua fortuna perché ha sempre mantenuto un silenzio irremovibile. Il Wall Street Journal l'ha posto tra i cinque uomini più ricchi del mondo, una posizione dove le cifre superano i 2000 milioni di dollari. Hans Heinrich von Thyssen-Bornemizsa. un olandese di 66 anni figlio di un finanziere tedesco e di una nobildonna ungherese, ha studiato diritto, economia, filosofia e arte in Svizzera e a 30 anni dirigeva l'impero economico di famiglia con industrie siderurgiche, cantieri navali e miniere di carbone in Germania Federale. Cospicui invéstimenti tecnologici in America, case in Giamaica, a Londra, Lugano, Martella e Saint-Moritz, e una collezione d'arte valutata più di un milione di dollari, hanno arricchito 1 suoi risparmi. Il barone Thyssen si considera un uomo buono, per nulla ambizioso, cattolico e sentimentale. MARBELLA — C'è chi dice che negli affari si è affidato più al sesto senso che ai calcoli economici e che questo le ha portato fortuna. Si. avevo 30 anni quando mio padre decise di affidarmi le imprese. Allora scoprii di avere un sesto senso, una specie di intuito magico per saper comprare e vendere al momento giusto. — Ma questo intuito non pare aver funzionato nella sua vita privata. No, non lo nego. Mi sono sposato cinque volte e ho divorziato quattro. — Era lei a prendere la decisione di divorziare o erano le sue mogli a lasciarla? Sono state infedeli con me, non sono state leali. — Allora lei era giovane, galante, ricco e sembrava compiacente con le sue mogli. Fino a portare a passeggio la pantera di una di loro per le vie di Parigi. Perché crede che le furono infedeli? Io allora lavoravo moltissimo, gli affari occupavano tutto il mio tempo. Con Fiona molte volte parlavamo attraverso il telex che c'era nello studio di Villa Favorita, vicino alla camera da letto. Immagino che per lei fosse difficile vivere cosi. E' anche possibile che volessero dimostrarmi che erano più importanti di me... Non ne sono certo. — Non è per caso geloso, o possessivo? No, possessivo no. Con la prima non fui mai geloso, quello che accadde fu che ella imbrogliava la mia famiglia per questioni di eredità. Agiva alle mie spalle e quando me ne accorsi mi arrabbiai. Sempre mi rinfacciava che la sua famiglia era superiore alla mia. Nina la amavo molto. Con lei divenni geloso perché non ruppe mai del tutto con il suo precedente fidanzato. Con Fiona... fu colpa delle amiche che le dicevano: «Perché stai sempre chiusa nella casa di Lugano?-. Denise fu un caso a parte. Correva dietro a un uomo dopo l'altro. Non ho mai capito la ragione di questo comportamento. Posso capire che una donna si innamori di un altro e fugga con lui, non che possa passare da un amore all'altro. A questo punto, tutto l'amore che potevo sentire per una donna finiva. — Le infedeltà arrivarono a ossessionarla al punto di ingaggiare degli investigatori privati? Non mi ossessionavano. Però accadevano. Non sono curioso. Ho fatto ricorso a un investigatore solo quan¬ do il processo di divorzio era già iniziato, per avere prove, non prima. Denise era solita passare la notte fuori casa e se al mattino la trovavo nell'auto con il suo amante non avevo bisogno di un investigatore, no? SI, ciascuno faceva la propria vita. — Lei ha raccontato di aver avuto un momento in cui non le sarebbe importato di morire. Quando accadde? /Si. è quando si giunge a un punto in cui si dice: basta cosi, e ciò che più si desidera è dormire. — Non le importava dei suoi figli, della sua famiglia, dei suoi quadri o delle sue aziende? Certo che mi importava. Però, valutando la situazione, mi ritrovavo solo, con quattro fallimenti matrimoniali e veramente privo di tutto. — E' convinto che delle forze magiche e straordina¬ rie lo guidino fin da quando era bambino. Non si tratta di stregonerie che contravvengono alla sua fede religiosa, anche se al momento di divorziare è molto eclettico. I miei occhi sono strani, come quelli di mio padre che ne aveva uno azzurro e uno castano. Quando aveva 11 anni mi apparve un'immagine di Cristo che non avevo mai visto. Anni dopo la comprai. — E i presentimenti? Uno dei più chiari lo ebbi in Giamaica. Ero in auto con un amico lungo una strada stretta, su un ponte semidistrutto. Prima di svoltare dissi: «Fermati!.. «Perché? mi chiese». «Fermati, fermati! ». Poco dopo comparve un camion che andava a zig-zag con sopra degli indios ubriachi. Avremmo bocciato. Non posso spiegarlo, ma lo seppi in anticipo. E' successo altre volte, ma sono piccole cose come sapere quando sta per squillare il telefono. — Chi le ha insegnato a leggere le carte? Nessuno, lo imparai quando avevo 10 anni. Non le uso per gli affari, perché è in gioco il futuro di molta gente e sarebbe una frivolezza. — Che cosa le dicono? Poco tempo fa mi proposero di comprare un quadro di un espressionista tedesco. Prima di uscire di casa consultai le carte e mi dissero che si trattava di un capolavoro. E cosi fu. Era una preziosa opera di Ernst Kris, che mi colpi e comprai. Mi dicono anche con quanto ritardo partirà l'aereo o se ci annoieremo a una festa. O se il mio matrimonio' andrà bene. Prima di sposarmi con Carmen mi predissero un futuro brillante. La predizione si è avverata. Joaquina Prades Copyright «Et Pai*, e per l'Italia «La Stampa»

Persone citate: Ernst Kris, Hans Heinrich Von Thyssen, Martella, Thyssen

Luoghi citati: America, Germania Federale, Italia, Londra, Lugano, Parigi, Svizzera