Solo voci nell'incubo delle famiglie di Cesare Martinetti

Solo voci nell'incubo delie famiglie Da due giorni i parenti degli ostaggi non ricevono notizie certe dalla fortezza Solo voci nell'incubo delie famiglie Padri, mogli e fratelli girano per l'isola aspettando di sapere - Un vecchio contadino: «Quando mio figlio tornerà gli dico di togliersi la divisa e non metterla più» - Uno dei sequestrati è già stato due volte prigioniero dei detenuti DAL NOSTRO INVIATO PORTO AZZURRO — Appoggiato a una colonna del municipio, Maurizio Colandrea, 28 anni, racconta la terza prigionia di suo padre Lino tra i detenuti di Porto Azzurro: «La prima volta fu nel 1967. Mio padre dovette accompagnare un detenuto dal medico per una radiografia. Aveva detto al direttore del carcere che era pericoloso andare senza scorta. Ma non ci fu niente da fare. Fu cosi che dopo la radiografia quel bandito si chiuse dentro lo studio del medico tenendo mio padre per ostaggio. Aveva una bottiglia rotta in mano, e minacciava, minacciava. Io ero bambino, ma mi ricordo ancora lo spavento Ora che Lino Colandrea, 56 anni, ex brigadiere delle guardie carcerarie in servizio da civile come infermiere nell'infermeria di Porto Azzurro è da più di ventiquattr'ore sotto la minaccia delle armi di Tuti, suo figlio Maurizio ricorda anche la secon¬ da prigionia di papà. «Era il 79 e mio padre stava per dimettersi dal Corpo. Un detenuto lo bloccò per quattro ore in un locale del carcere. Ci sembrarono interminabili. Ma adesso anche quella disavventura ci sembra una sciocchezza*. Maurizio parla piano sotto le arcate del municipio. Dice di non avere notizie. Di essere li per sapere. •Quando ieri ho saputo della rivolta ho subito temuto. Ma nessuno ci ha detto niente. Cercavamo di telefonare in carcere, ma non c'era niente da fare. Nessuna certezza, solo risposte evasive dai colleghi di papà. E così ho capito che anche lui era prigioniero*. Il suo nome è comparso ufficialmente nell'elenco dei sequestrati solo alle 8,30 di ieri mattina, quando il sindaco Papi, scandendo i nomi, ha comunicato le generalità dei 22 prigionieri. A Porto Azzurro sono state tante le famiglie in bilico tra il sospetto e la paura. Del 17 militari prigionieri degli uo¬ mini di Tuti, cinque sono dell'Elba; dei cinque civili, tre sono di Porto Azzurro. Ma l'incertezza è stata lunga per decine di famiglie. Giovanna Donatelli, impiegata dell'Anagrafe del Comune, moglie di Silvio, appuntato degli agenti di custodia, alle 11 di martedì mattina ha saputo della rivolta. «Ho avuto una grande paura, sono corsa al primo piano del Comune, ho visto il sindaco che si allontanava di corsa e io non sapevo niente*. Le comunicazioni con il carcere sono state bloccate, drammatiche e incerte fino alle 8 di sera. E Giovanna Donatelli solo a quell'ora ha saputo che «Quasi sicuramente* suo marito era salvo. «Afi hanno detto che era riuscito a scappare mentre i detenuti li spingevano verso l'infermeria. Era bloccato in carcere per lo stato di allarme, ma era salvo*. Le stanze del Comune sono state testimoni di tante storie analoghe. C'è chi è corso 11 per sapere, chi ha vi¬ sto il proprio congiunto arrivare a casa e prendere l'arma che non si porta mai in carcere e tornare alla fortezza, chi ha aspettato ore per sapere. E' il geometra del Comune che ci racconta le storie dei cinque agenti prigionieri. Luciano Buono di Porto Azzurro ha 30 anni, una moglie e tre figli. Albano Garramone ha 38 anni, è celibe e ha una salute precaria. Giampaolo Galletti ha 44 anni e in carcere è il responsabile della piccola azienda agricola. Era lontano dall'infermeria quando è scoppiata la rivolta. Ma. sentito l'allarme, è corso anche lui ed è stato preso nella rete dei banditi. A Porto Azzurro lo conoscono tutti, suo padre •fa il miglior vino dell'Elba*. Luciano Baffoni ha 25 anni, è sposato, non ha figli, suo padre è invalido e malato. Andrea Miliani ha 21 anni ed è sposato con una ragazza di Portoferraio. Suo fratello Paolo, 27 anni, è segretario di una sezione del partito comunista e ieri mattina ha visto per la prima volta da vicino Achille Occhetto. Padri, madri, fratelli e sorelle, girano per l'isola aspettando di sapere. Al posto di blocco dei carabinieri sulla strada che porta al vecchio forte di San Giacomo ci sono tre padri col viso scuro. 11 più anziano è seduto su una sedia sgangherata. Si appoggia ad un bastone e grida: 'Quando viene giù gli faccio togliere la divisa e gli dico che non la metta mai più*. Chi è suo figlio non lo vuole dire. In Comune c'è la moglie del direttore Giorda.no. Si chiama Maria Rosaria Tarantino e ha 40 anni: .Dite a tutti che quell'elicottero glielo devono dare. Ieri sera mio marito mi ha chiamato al telefono, mi ha detto che li stanno trattando bene. Poi ho parlato anche con Tuti e mi ha promesso che una volta avuto l'elicottero, Il lascerà tutti liberi*. Cesare Martinetti

Luoghi citati: Porto Azzurro, Portoferraio