Amori nel colore di Francese
Amorì nel colore di Francese ACQUI: IN 60 DIPINTI L'AUTOBIOGRAFIA DI UN ARTISTA Amorì nel colore di Francese DAL K08TR0 INVIATO ACQUI TERME — Della più vasta opera di Franco Francese, la mostra che, al centro dell'estate acquese, gli è dedicata fino al 13 settembre nel Liceo Saracco evoca 1 momenti essenziali attraverso l'incalzante loro sviluppo per cicli: Le notti d'amore (1960), La Bestia addosso (1062/63), Elide in cui si rispecchiano oltre trent'anni di vita, sino all'Intensa, toccante sequenza dedicata alla moglie morente, e cosi Melanconia del Dùrer (1965/75), Notti stellate (1970), La goccia (1974/77), sino a L'Imbarco (1975), alle variazioni della Meditazione sul teschio (1981) e al recente Atelier. Lo 8guardo percorre le pareti cogliendo la tensione, subito alta, che s'accompagna alle loro forme incombenti e a un colore arso, memore di certi lombardi toni secenteschi; e si è immediatamente presi dal senso drammatico di un ironizzante Cinemascope come dall'epica monumentalità della notturna scena d'amore, dolce e feroce al tempo stesso, colma di quel corpi bruni quasi frugati dalla luce che in modo tutto suo, nello spazio appena accennato di una stanza, ridisegna il plasticamo dei nudi sullo sfondo indaco d'un cielo cupo e luminoso insieme. Sono una sessantina i dipinti proposti dall'esposizione che, voluta dalle neonata Azienda di Promozione tu¬ ristica, ha goduto del tradizionale appoggio di Regione, Comune e Provincia, e di sostanziali contributi da parte della Cassa di Risparmio di Torino e della Toro Assicurazioni, contando in particolare sull'abnegazione del due ordinatori, ÀureIlo Repetto e Fortunato Massucco. Pittura non facile, quella di Francese, ma affascinante per la dimensione psichica in cui si modulano le profonde sue motivazioni poetiche e per il chiaro collocarsi nell'ambito delle esperienze visive contemporanee. A favorirne la comprensione avrebbe forse giovato la presenza di qualche vecchio disegno, per l'importanza che l'esercizio grafico da sempre ha avuto per l'artista milanese. 'Disegnavo, tesorizzavo ogni pezzo di carta bianca*, ricordò in seguito accennando ai suoi inizi, mentre a fronte del tempi incerti e duri della guerra, tra la dittatura e il 'panico del naufragio sociale» che segnarono come una cesura profonda nel suo divenire, annotava ancora: «Passione tesa per il possesso grafico della struttura del mondo, allucinante morfologia universale.. Disegnare fu per lui quasi un contravveleno. Anche da militare, a Roma. Finché con quel fogli se ne tornò al Nord, per riprendere 11 suo lavoro. Innamorato di Medardo Rosso e di Ronzoni, e più tardi conquistato dalla scoperta della .moderni morfologia dell'Immagine in Klee.. Itinerario Illuminante, anche se sovrastato dalla presa costantemente esercitata — e In modo cosi Istintivo e forte da rasentar la violenza — dalla fantasia dell'artista sulla stessa realtà che potè via via Ispirarlo. Non meno utile, per intendere la portata delle sue immagini, può essere 11 tener conto del carattere degli approdi: tutti sul versante di una Nuova figurazione dove potè riecheggiare (Ritratto di bambina, 1935) la lucida visione della tedesca Nuova Oggettività — non priva più tardi, in lui, di slronlane venature — ma soprattutto nell'organicità dell'espressionismo astratto che in Etica e il diavolo e in Fine d'estate manifesta evidenti connessioni con l'ossessiva gestualità di de Koonlng e di Oorlcy. Più compiutamente si rivela tuttavia 11 senso delle fonti e l'originalità con cui Francese è venuto via via a confrontarsi con loro, nella presenza umana come nei malinconici fraseggi compositivi, sempre ricchi di umorali intimità e di estatici abbandoni, se si ricorda la pittura di Chighine e di de Stael, di Bacon e d'altri ancora: compresi Picasso (nei primi ritratti di Elide), il 'rugginoso Permeke*, come giustamente lo colorisce Francesco Porzio nel saggio In catalogo, e lo stesso Rothko {Finestre, 1959). Ma, fin dagU inizi, non immemore del ductus pittorico — non certo soltanto formale — che ognuno può leggervi «da Goya... a Daumier, fino a Rouault.. E' tuttavia evidente come in questo caso non si tratta di rivisitazioni e tanto meno di riciclaggi, ma dell'esperienza, tutta autentica, di un pittore dichiaratamente •autobiografico»: «Non per mondane cronologie, aveva voluto precisare subito egli stesso, ma come testimonianza dell'esserci.. Angelo Dragone Franco Francese: «Elide morente» (1980, particolare)
Luoghi citati: Acqui Terme, Roma, Torino
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