Ride il filosofo Sade

Ride il filosofo Sade IL DIVINO MARCHESE E' ENTRATO NELLA «PLEIADE» Ride il filosofo Sade Aveva scritto: «Non è stato il mio pensiero a fare la mia disgrazia; è stato quello degli altri» - Ora Io scrittore Philippe Sollers dice di lui: «Macché caso clinico, mostro o vampiro: presto sarà considerato come uno dei più grandi narratori di tutti i tempi» - «E* efficace e immediato come Mozart» - «Fra torture e spasimi sa scherzare» E' forse vicino il giorno in cui Sade sarà considerato come uno dei più grandi narratori di tutti i tempi e non invece un caso clinico, una mostruosità biografica, un dispotico vampiro o altro ancora. L'anniversario della Rivoluzione francese dovrebbe essere l'occasione giusta. Lasciamo dunque che capettngi e giacobini si scannino a parole intorno alle loro astratte marionette. Lui, l'eterno e divino marchese, .prigioniero sotto tutti i regimi-, dovrebbe essere liberato proprio in questi giorni, dopo l'abolizione della ghigliottina. Alla ghigliottina — come moiri si ostinano a ignorare — Sade sfuggi per puro caso: la sua condanna era stata Infatti graziosamente pronunciata da Fouquler-Tlnvllle e solo un trasferimento-lo salvò all'ultimo istante. Dalla Bastiglia reale alla mannaia repubblicana. Poi fu la volta del manicomio napoleonico e borghese, quindi la vita sotterranea dei grandi maudits e ora, finalmente, la •Plèiade». Leggiamo allora. Intanto il nome: la parola sade significa -di sapore gradevole- ed è caduta in disuso, sfortunatamente, fin dal Sedicesimo Secolo. Vive Invece II suo contrario maussade, noioso, la cui ragion d'essere non è venuta meno. La lettura di Sade rende maussade la maggioranza degli esseri umani. E' lo scrittore avvilente per eccellenza. Il turbamento che provoca Impedisce che lo si legga con distacco; subito è lo spettro o l'orrore, poi lo sgomento. Viene di qui la meravigliosa accusa di monotonia e di noia, mossagli dagli Ipocriti d'ogni ambiente: davvero II colmo. fi fatto è che bisogna entrare nella sua opera come in una foresta Incantata. I libri di Sade sono Incantesimi. Come scrive lui stesso In una delle formule più enigmatiche mal conlate da un uomo: ■Tutto è paradiso in questo Inferno.. L'esistenza è un'illusione ottica: la letteratura esiste per svelare II rovescio della vita e Sade è lo scrittore più dotato di questa capa- cita di capovolgimento: assolutamente felice nelllmmaginare il crimine, le grandi delizie colte nelle pieghe del vizio, l'assenza totale di colpa, l'ebbrezza estrema dei particolari. Ecco, o noiosi, la croce che vi tocca portare. I militanti della malinconia e della virtù non possono certo leggere senza raccapriccio una dichiarazione come questa: .La natura ha creato gli uomini perché gioiscano di tutto sulla terra: è la sua legge preferita e sarà sempre la legge del mio cuore». Leggo Sade, lo rileggo e nei suoi racconti scopro di continuo bellezze nuove; confesso di leggerlo volentieri per mettermi in forma: è efficace e immediato come Mozart. Non molto tempo fa. una sera, ascoltando la radio mi sono divertito a leggere alcune pagine della Philosophie dans le boudoir sul sottofondo di Cosi fan tutte. Vedo già l'agitazione dei melomani ideadsti. partigiani dell'innocenza e della diafana purezza del loro compositore preferito. Eppure è un'ovvietà. Sade e Mozart hanno la stessa energia, lo stesso senso dell'insieme, la stessa arte della conversazione, lo stesso risvolto comico, la stessa capacità emotiva. Mi sembra d'essere stato uno dei primi a dire, contro il vieto pregiudizio comune, che ogni cosa scritta da Sade è humour. Inutile cercare di convincerne l noiosi. O si sente o non si sente II tono scherzoso che attraversa lo scialo delle posizioni, degli organi, delle torture, degli spasmi, dei discorsi. .B passato mi dà lena, il presente mi elettrizza, poco temo l'avvenire». Che vergogna! Proprio quando sappiamo che il passato deve renderci timidi, che il presente è fatto per anestetizzarci e che temere l'awenire è indice di grande saggezza! «La felicità ha l'energia delle cose prime». Come si può affermare una simile enormità quando la felicità (vero?) dipende soprattutto dagli altri, dall'opinione loro e dalla loro benevolenza? E Infine: .D principale nutrimento della fiaccola filosofica è il coito». Vediamo un po'. Il cotto è ontlco o ontologico? Sade ha scritto un delizioso divertissement, il Philosophe soi-disant, che meriterebbe la stessa fama del Tartuffe. Tagliamo corto e facciamo l nomi: Montaigne, Molière, Sade, Proust, Celine. Una domanda: Sade avrebbe potuto esistere In una lingua diversa dal francese? Riuscite a Immaginarlo In tedesco? Certo che sì, ma solo se sprofondato nella realtà più sinistra: non più parola, ma urlo nero. Il gioco non è di scarso rilievo. In inglese? Già più credibile: Shakespeare è un buon esorcista. Bruciare Sade?, ha domandato Ingenuamente qualcuno dopo II macello della seconda guerra mondiale. E' sempre tempo di roghi per Sade. Sade Imbarazza. In modo davvero testardo, la realtà tende alla follia non appena si nega che essa contenga ciò che Sade — e soltanto Sade — ha saputo svelare: «D vizio diverte e la virtù stanca». E' tutto qui. Preferiamo la fredda informazione degli orrori realmente accaduti oppure il piacere del racconto infinitamente gioioso dell'orrore? Sarebbe Inaudito porre la domanda in questi termini e tuttavia è proprio quanto Sade non smette di dirci. La cosa doveva parergli urgente. Urgenza senz'altro dovuta al fatto che Sade contempla una riproduzione pietrificata e meccanica dei corpi, una specie di redditizia gestione della morte. Vuole relativizzare per sempre la ripetitività fisiologica, inventandosi idoli e giustificazioni. Alla grande impresa industriale della morte Giocata sulla menzogna di una morte •naturale; oppone la perpetua confessione che il crimine è la causa, anche se il più delle volte inconsapevole, di ogni godimento. Una delle parole che avrebbe potuto scrivere è certamente 'scossa: La finzione, come la natura, si annoia. Non si sopporta che quando straripa: quando sembra «sul punto di mescolare tutti gU elementi costringendoli in forme nuove». In Sade tutto è disordine e bellezza, lusso, furore e voluttà. Questo spiega perché il suo romanzo è teatro e filosofia insieme: la narrazione inghiotte, dopo averli frantumati, attori e ragionamenti. La sua immensa erudizione è bruciata nello stesso spirito di relatività generale. Il tempo tutto trascina, tutto cancella? La narrazione deve comportarsi allo stesso modo, la forza romanzesca è anti-tempo allo stato puro, la penna scorre per folgorare, divinamente, le apparizioni: «La folgore, entrata dalla bocca, era uscita dalia vagina: scherzi terribili accadono sulle due rie percorse dal fuoco del cielo.. fi mondo? .Vorrei che l'universo cessasse di esistere quando fotto». Ma anche: «Con l'eiaculazione scompare l'illusione». Non è affascinante quest'ultimo aforisma, di così concreta verità? Sade avrebbe dovuto impazzire. Come Nietzsche, in fondo, al quale dovette senz'altro mancare la valvola dello sfogo sessuale. Proprio Nietzsche, che non è mai stato cosi vicino a Sade come nell'annotazione: • Meglio un mostro allegro che un sentimentale noioso.. Sade è stato rinchiuso, ma non è mai stato pazzo: .Non è stato il mio pensiero a far la mia disgrazia: è stato quello degli altri». Il tempo: per distruggerlo ci sono due modi. Prima la segregazione volontaria, il luogo sperimentale e isolato da tutto (Le Cent Vingt JournéesA castello o salotto, •officina e laboratorio», pieni di .trappole, nascondigli, segrete...». Le apparenze vx si scioglieranno come dentro una realtà avvelenata da se stessa. E poi il viaggio rJuliette): lo scenario muta, l'Italia si svela (Sade è un viaggiatore attento: leggete le sue descrizioni di Roma o di Napoli; è un peccato che non abbia visto Venezia). Il castello: è quello a cut più avanti cercherà di ainrccinarsf l'agrimensore di Kafka? Il viaggio: qualcun altro ha fatto di meglio nelle variazioni paesistiche? All'incrocio dei due spazi: ecco quella che si potrebbe chiamare la donnaracconto, l'utopia più inattuabile di Sade. Un angelo di lucida volontà, Madame de Lorsange, il sangue trasformato in oro, la Sofìa francese, angelo nero, cosi lontana dalla Sofia tedesca e dall'-eterno femminino* quanto il giorno della ragione può esserlo dalla notte del sentimento romantico. La filosofia francese? Semplicissimo: è tutta consacrata all'educazione delle donne. Da questo punto, i problemi sono dati come risolti. .La madre ne prescriverà la lettura alla figlia...». Da Sade a Goethe si può valutare la scomparsa di Sofia, l'avvento della Sofìa emotiva e cosmica. Madame de Lorsange sta per diventare l'onnipresente Madame Bovary. Niente più castelli in festa, niente più viaggi storti: la provincia planetaria. Sade se ne sarebbe sorpreso? Si sarebbe stupito della distruzione senza appello del suo «principio di delizia»? E' proibito vedere nella Recherche du temps perdu un richiamo ostinato alla sua radente rivelazione? «Voluttuosi di tutti i tempi e di tutti i sessi, a voi soli offro quest'opera...». I voluttuosi sono nell'invisibile. Come la verità. Philippe Sollers Copyright di *Le Monde» e per ritaHa de «La Stampa» Man Ray: (Ritratto fantastico di Sade» (1938. particolari-I

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