Grave il figlio per emorragia cerebrale di Alfredo Venturi

Grave il tìglio per emorragia cerebrale Nuovo comunicato inglese: «Impiccagione» - «Non è suicidio», insiste l'avvocato dopo la terza autopsia Grave il tìglio per emorragia cerebrale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Rudolf Hess è stato sepolto Ieri In un luogo segreto. Non a Wunsiedel, nella tomba di famiglia che lui aveva indicato. Attorno a quella tomba mancavano ormai le altre due condizioni che il vecchio prigioniero di Spandau aveva immaginato: la dignità, l'intimità familiare. Per di più, c'era un patto da rispettare. I giudici di Norimberga avevano deciso che quel corpo fosse cremato, e le ceneri disperse al vento. Oli alleati lo hanno invece consegnato alla famiglia: ma a condizione che 1 funerali non fornissero il pretesto a una manifestazione politica. Era precisamente quello che si andava profilando a Wunsiedel, stretta dal doppio assedio della polizia e dei dimostranti neonazisti. Costoro devono riporre il loro armamentario e le loro croci uncinate: la lugubre festa non si farà. Il sindaco della cittadina bavarese, Karl Walter, non ha nascosto il suo sollievo, quando ha comunicato che la sepoltura era già avvenuta. E anche la sua sorpresa: aveva convocato una conferenza stampa per illustrare i dettagli della cerimonia fissata per domani, e poco prima un familiare di Hess gli aveva comunicato per telefono la lieta novella: è tutto finito. E' stato 11 pronipote Wieland Hess a telefonare al sindaco, non il figlio WolfRuediger. Costui è stato colto domenica sera da un'emorragia cerebrale, e adesso giace semiparalizzato, in condizioni definite gravi, in un ospedale di Monaco. Cosi non ha potuto partecipare alla conferenza stampa che ieri mattina, in un albergo della capitale bavarese, è stata organizzata dalla Bild. Titolare esclusivo delle informazioni provenienti dalla famiglia Hess, il quotidiano di Amburgo gestisce questa vicenda alla sua maniera: l'altro ieri ha occupato metà della prima pagina con una foto del cadavere. Alla conferenza stampa c'era Alfred Seidl, l'avvocato di famiglia, che ha ribadito i dubbi sulle circostanze della morte di Hess. Non siamo noi, aveva detto, a alimentare il mito o la leggenda. Questa accusa, Seidl la ritorce contro gli alleati di Berlino: che si sono presi la responsabilità di negare al vecchio prigioniero una tranquilla morte in famiglia, e che hanno suscitato tante perplessità sulla ricostruzione dell'accaduto. Prima di essere trasportato nel luogo segreto della sepoltura, quel corpo ha subito una nuova autopsia. Per stabilire, una buona volta, se fu suicidio. Il dubbio nasce da una constatazione: l'estrema difficoltà per un vecchio in cattive condizioni di salute di serrarsi un cappio attorno al collo fino a morirne. Perché questa, l'autostrangolamento, era apparsa finora la tecnica usata dal suicida per mettere fine ai suoi giorni. Ma proprio ieri c'è stato un nuovo comunicato del co¬ mando britannico di Berlino, portavoce dei quattro alleati. E vi si parla non più di autostrangolamento ma di impiccagione: Rudolf si è appeso da qualche parte, e a stringere il cappio fino a determinare la, morte per asfissia è stato il peso del corpo. La nuova comunicazione è destinata a riaprire la polemica su come gli alleati hanno gestito la vicenda Hess sul piano dell'informazione. Viene comunicata prima la morte, e soltanto ventiquattro ore dopo si parla di suicidio. Un'altra giornata passa prima che si dica che una lettera, preannunciante il suicidio, gli è stata trovata in tasca. E ora un dettaglio decisivo come quello dell'impiccagione viene rivelato dopo che per giorni la versione dell'autostrangolamento, tacitamente adombrata dai comunicati, aveva alimentato tanti dubbi. Ci si domanda, non potevano dirlo prima? A Wunsiedel la notizia che la sepoltura è stata fatta altrove non ha provocato soltanto il sollievo del sindaco, ma anche la delusione di centinaia di fotografi e operatori tv, che si erano preparati all'appuntamento dì domani senza badare a spese. Le finestre delle case attorno al cimitero erano state messe all'asta, a seconda della posizione venivano quotate fino a alcune migliaia di marchi. Agli arresti di sabato — un'ottantina di skin-heads fermati dalla polizia dopo che avevano preso d'assalto, con bandiere e urla naziste, il piccolo cimitero della città — sono seguite due giornate abbastanza tranquille. La polizia presente in forze, quattrocento agenti con cani, radiopattuglie, elicotteri, ha tenuto la situazione sotto controllo. E si preparava, domani, a una giornata incandescente. La decisione a sorpresa della famiglia disinnesca la bomba, ma non gli interrogativi su questo genere di dimostranti. Si tratta meno di manifestanti politici che di provocatori. Questi ragazzi con il cranio rasato sono gli stessi che in tutto l'Occidente esprimono una forte carica contestativa. Qui il canale della contestazione più radicale è percorso dai deliranti flussi nazisti: tutto qui, si spera. Alfredo Venturi Wunsiedel. Poliziotti controllano l'ingresso del cimitero dove c'è la tomba della famiglia Hess, ma l'e\ gerarca nazista è stato seppellito nel camposanto di un'altra località, che viene tenuta segreta (Ansa)

Luoghi citati: Amburgo, Berlino, Bonn, Norimberga, Wunsiedel