No iraniano all'Onu di Gianni Riotta

No iraniano aiVOna No iraniano aiVOna Il viceministro degli Esteri a New York: il piano non dà garanzie - Il Dipartimento di Stato è disposto a un incontro «su richiesta di Teheran» - Ma Larijani rifiuta DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — La crisi tormentosa del Golfo Persico arriva sull'East River, pacifico specchio d'acqua antistante il grattacielo della Nazioni Unite, dove le mine sono numerose, ma solo diplomatiche. Ieri s'è (atto finalmente vedere Mohammed Larijani, il vice ministro degli Esteri dell'Iran, che ha dissipato, in parte almeno, l'ambiguità del suo Paese sul piano di pace delle Nazioni Unite per mettere (ine alla guerra con l'Iraq. Siamo contro il cessate il fuoco proposto dall'Onu, ha detto Larijani, perché «non identifica i problemi, non identifica te responsabilità, non dà assicurazioni per il futuro., in¬ somma non è sufficiente a garantire a Teheran lo status di Paese aggredito dall'Iraq. Allo stesso tempo però Larijani non ha bocciato tutte le chances dell'Onu dichiarando che 11 proprio Paese è pronto alla cooperazione intemazionale purché si svolga su un terreno meno equanime tra i due contendenti. Larijani è apparso comunque meno determinato del solito ,el rivendicare il rovesciamento del governo iracheno come condizione numero uno per andare al tavolo della trattativa. Mentre il politico iraniano, occhiali spessi, barbone, in un discreto inglese puntigliosamente rimarcava le sue intenzioni, l'esponente sovietico Vladimir Petruvksy prendeva la parola in un'altra stanza dell'Onu, spiegando che l'Urss è pronta a ritirare le proprie navi militari dal Golfo, a patto che avanzi l'iniziativa diplomatica. Naturalmente l'Urss chiede il parallelo ritiro di tutta la flottiglia militare occidentale A giudizio di Petruvksy sono prorio gli Stati Uniti, con il loro crescente impegno militare, a rendere difficile una via d'uscita politica alla crisi nel Golfo: l'Urss appoggia 11 plano di pace, ma non è disposta a attuare alcuna sanzione contro l'Iran, se Teheran dovesse ostinarsi nel suo no alla so- luzione dell'Onu. Gli Usa, invece, premono perché si passi a una politica di embargo contro l'Iran, in caso di rifiuto a trattare con le Nazioni Unite. Anche la Cina, grande (ornitrice di armi al governo degli ayatollah, si opporrebbe a qualunque (orma di ritorsione economica, malgrado siano proprio 1 missili cinesi venduti a Teheran a (are alzare la preoccupazione americana Il prossimo passo di questo minuetto tra dialoghi, corazzate e mine dovrebbe essere un colloquio all'Onu tra Larijani e Perez de Cuellar, premessa di un più lungo con(ronto tra il segretario generale dell'Onu e i riottosi, ma in questa (ase abili. Iraniani. Perez De Cuellar chiede un invito ufficiale, una lettera e Larijani è sbottato .Siamo pronti a scrivere cento lettere.. All'arrivo di Larijani, Richard Murphy, l'uomo che segue la crisi del Golfo Persico per il Dipartimento di Stato, aveva continuato a segnalare che l'Iran non approvava il piano di pace, ma nemmeno lo bocciava e dunque c'era un filo di dialogo possibile. Secondo alcune fonti era addirittura in programma un incontro tra Larijani e il Dipartimento di Stato, e Murphy l'aveva de(inito .benvenuto da parte nostra.. La portavoce del Dipartimento di Stato Phyllis Oakley, ha poi affermato che gli Stati Uniti sono pronti a incontrare l'inviato di Teheran, ma «su sua richiesta». La voce è naufragata quando Larijani s'è presentato al telegiornale della Nbc, il vero grande canale diplomatico per i comuni americani, a spiegare: • Un incontro? Non vedo proprio perché.. Gianni Riotta