Una Donna giunta dal passato

Una Donna giunta dal passato Il «Covo» di S. Margherita gremito per Punico concerto italiano della Summer Una Donna giunta dal passato E' tornata ai concerti dopo tre anni di silenzio - Il corpo si è un po' appesantito, ma la voce è sempre forte e aggressiva - Eseguiti i suoi brani celebri: «Bad girls», «Amazing Grace» e «Last dance», un successo da un milione di copie - Verso la fine, la star s'è abbandonata ai travestimenti di scena GENOVA — Il profilo sottile di una bambola, le linee del corpo pigre, eccezionalmente arrotondate, matronali, come forse sarebbero piaciute a Renoir. Donna Summer, mitica principessa d'ebano della disco music Anni Settanta, oggi ha il portamento di una regina madre, imponente, rilassata e sicura, e proprio per questo deliziosamente datata nel suo dimenarsi al ritmo rapido di un motivo di quindici anni fa. L'altra sera, per il suo unico concerto italiano al Covo di Nord-Est, gremito oltre misura, c'erano tanti giovani, ragazzi degli Anni Ottanta, fans di Madonna e Brace Springsteen, dei Duran Duran e di Vasco Rossi. Curiosità, gusto del revival, voglia di ballare? A quarant'annl ancora da compiere, Donna Summer è probabilmente giunta ad un bivio. Ha trascorso gli ultimi tre anni in un dorato rifugio famigliare, lontana dagli studi di incisione e dal pubblico, non è chiaro se per scelta o per crisi artistica. E' stata una delle creature del genio di Giorgio Moroder e Pete Bellotte, che dopo di lei hanno allevato altre stelle di classe con le quali ora è costretta a confrontarsi. E' stata una sex-symbol della musica, grintosa, sensuale, ma oggi la concorrenza è spietata e i modelli culturali sono mutati. Alle do- mande che il suo ritorno sulla scena mondiale poneva, il concerto al Covo non ha dato risposte precise. Gli anni hanno segnato il corpo, non la voce, forte, espressiva, potenzialmente capace di raccogliere anche un'eredità più difficile di quella di regina della disco music. Ma questo appare ancora come un sentiero incerto, cui Donna Summer sembra preferire il cammino sicuro del passato. Dall'esordio con Me Arthur Park, ammiccante, lento e poi prorompente ritmo da ballare, fino al ruggito finale tra gli applausi e l'entusiasmo del pubblico, attraverso vecchi successi come Bad girls, Hard for the money e Hot Stuff, ha offerto cosi una copia un po' sfocata del personaggio di un'altra epoca musicale. In abito color canarino, prima dell'inizio dello spettacolo, ha scambiato rapide battute con i giornalisti e si è lamentata per la fretta e il disordine con cui s'è svolto l'incontro. «Siamo in Italia», ha sospirato rivolgendosi ai suoi accompagnatori. Tra spintoni e scatti nervosi, un po' intimidita dall'accoglienza irruenta degli animatori di una radio privata, è scomparsa nei camerini per uscirne pochi minuti dopo stretta in un abito nero aderentissimo, capace di contenere a fatica le curve generose dei suoi fianchi. Accompagnata da un piccolo gruppo di musicisti di colore e da tre coristi, ha aggredito le parole di Bad girls, scandendo il ritmo con il braccio oleato, per poi concedersi una breve e affascinante debolezza blues sul finire di Amazing Grace. In Hard for the money è affiorato l'unico, timido e impacciato accenno di restauro coreografico: una breve, intensa schitarrata alla maniera dei concerti rock. Poi le luci si sono abbassate per diffondere l'atmosfera ovattata di contorno a Last dance, un successo da un milione di copie. L'unica concessione al look, ai travestimenti di scena, è venuta alla fine. Abbandonata quella seconda pelle che le fasciava il corpo per un abito candido, cosparso di grandi stelle argentate, ha salutato il pubblico sulle note di Impassible. d. g. Donna Summer: la pantera della disco-music nel concerto al Covo

Luoghi citati: Bad, Covo, Genova, Italia, Last