Ballando ballando con la commare secca

Ballando ballando con la commare secca CONVEGNO A CLUSQNE SULLA DANZA MACABRA: STORIA E ARTE, SUPERSTIZIONI E FANATISMI Ballando ballando con la commare secca CLUSONE — .A me la morte, canta in romagnolo Tonino Guerra, mi fa una paura che mai*. Eccoci invece qui tra i monti del Bergamasco, per una tre giorni di danza filologica e storica in onore degli scheletri e falci, degli scheletri e archibugi (le armerie di Brescia sono poco lontane), degli scheletri e dei loro «doppi» ancora viventi, affrescati cinquecento anni fa sul fianco di una chiesa. E', dicono storici e manuali, una rappresentazione rarissima per l'Italia: una commare secca, nella fascia più alta del dipinto, dirige una specie di Giudizio Universale dove, al posto del Cristo e dei suoi angeli trombettieri, sono tre scheletri: e ai loro piedi papi e imperatori, vescovi e dogi, nobili e pellegrini. Ma più sotto, in un'altra fascia, si alternano a due a due In una macabra danza personaggi viventi e le loro ossa: ciascuno è lo specchio dell'altro, ciascuno è condotto per mano dalla propria morte, donne e uomini, artigiani e medici, soldati e mercanti, giovani e vecchi. Sotto ancora, oramai quasi cancellati, si spalancavano l'Inferno, dove precipitano i peccatori, 11 Paradiso, dove salgono 1 brav'uomini. La faccenda comincia a interessare anche la cronaca con una famiglia francese, 1 signori Utzinger di Meslayle-Grenet, che per celebrare i loro dieci anni di matrimonio fondano nel 1979 una «associazione europea delle danze macabre». Ce ne sono, di queste danze, fittissime, in un arco perlopiù alpino che va dalla Francia alla Cecoslovacchia (ma anche in Inghilterra, a Parigi, nei Paesi Bassi), tutte eseguite dalla fine del '300 al primi del '500, quando spariscono quasi di colpo. E ci sono, dovunque suoni questa terribile musica, studiosi e curiosi, superstiziosi e fanatici. In Italia gli esemplari sono tre. Questo, principale, di elusone; due altri (firmati Simone Baschenis) a Carisolo e a Pinzolo, nel Trentino. •La danza macabra, spiegano Chiara Frugoni e Franco Cardini, storici del Medioevo, nelle cattedre di Pisa e Bari, è una variante popolare dei Trionfi della Morte dei secoli precedenti; una variante proverbiale della leggenda medievale e francese dell'incontro dei tre re e dei tre cadaveri: tre sovrani si imbattono in un bosco in tre scheletri che "vous serez ce qui nous sommes", ovvero "ogni homo more, e tutto il mondo lassa": la grande livellatrice proclama la fragilità del potere, della ricchezza, dell'orgoglio: Ma. al di sotto del re e imperatori esiste e formicola un altro mondo, più confuso ed oscuro. Ed è quello, popolare, dei contadini e soldati, donnette e monaci, locandieri e piccoli mercanti. Vivono una loro esistenza compatta e difficile, mossa appena dalle stagioni; le rare feste (carnevale, per esempio, che da sempre appartiene a loro, che da sempre li vendica «ribaltando» In liberta la quotidiana fatica) vanno a danzare nell'unico spiazzo d'erba disponibile, il cimitero comune. C'è insomma, sotterranea, la coscienza popolare di un rapporto tra morti e vivi, di un legame crudelmente realistico: che non si impiccia di potere o danaro, fama o virtù, n morto che è prima di noi, dopo di noi, dentro di noi, invita a una festa beffarda; qualcuno si ribella, quasi tutti subiscono. Non c'è né Premio né Dannazione, in questo; solo un senso terragno dell'esistenza. La Chiesa proibisce, corre ai ripari, assorbendo la «superstizione», dandole un senso cristiano. Ecco nascere tra Cielo e Abisso il Purgatorio ad esempio: da 11 i morti ci invocano di pregare per far loro salire i gradini di una buia scala. E da qui possiamo alutarli con opere di misericordia, donazioni, pellegrinaggi. «£' un'impresa molto più concreta di quanto non crediamo, dice ancora Cardini, si formano capitali, si organizzano assistenze. E sono gli ordini mendicanti, francescani e domenicani, che trasformano la credenza popolare in religione e la legittimano e diffondono con "fumettoni" dipinti o scolpiti, come questo di elusone*. Ballare con una ecclesiastica sconosciuta, o specchiarsi nella morte povera, senza speranze né paura? E perché torniamo sempre più spesso a occuparci delle mappe semicancellate degli Inferni e delle loro danze fascinose? Perché tanti studi moderni sulla morte e le pesti, i convegni sull'affresco dilavato di elusone o le lastre sepolcrali di St-Denis, con i loro giacenti prima integri e poi decomposti? Noi, edonisti sfuggiti alla peste della guerra che confrontiamo semmai consumismo e dieta-punti, che frequentiamo e accettiamo cimiteri color pastello del Caro Estinto hollywoodiano con 1 suol morti resi tutti bellini, sorridenti e «sani», o altrimenti i cimiteri architettonicamente «avanzati» di Modena e Urbino, o 1 «razionali» grattacieli funebri progettati per la Liguria? .Invece torniamo davvero ad affrontare la morte, dice Chiara Frugoni, in un /accio a faccia perché è scomparsa la mediazione che la Chiesa operava tra noi e Lei. Viviamo massificati, moriamo anonimi in ospedale anziché a casa, esorcizziamo lo spiacevole del vivere: ma torna ad affacciarsi dentro di noi con le angosce apocalittiche della bomba*. Il nostro banchetto quotidiano, insomma, pare che torni a sospettare la propria funebre parodia, e ci incuriosisce cosi, o qualcosa di peggio, la macabra discoteca del medioevo prossimo e venturo. .Invece, dice Cardini, affrontiamo una nuova trasformazione. A fine Trecento mutò il rapporto uomo-morte: da collettivo si fece individuale, interiore. Adesso c'è il contraccolpo alla cancellazione fittizia e consolatoria operata negli Anni Dorati. E cerchiamo di definire un nuovo rapporto più razionale e accettabile. La vecchia morte semmai fa ancora capolino nella cultura macabro-kitsch della violenza giovanile: non morire, ma "dare" la morte, cioè il gusto ambiguo di cascami nevrotici dei libri sulla guerra, dei Rambo. E' un momento interessante, il nostro. Sta tutto cambiando e rifiutiamo l'addomesticato, l'addolcito, il rimosso*. La morte, insomma, non fa più «una paura che mai*? Le mappe dell'Inferno si comprano adesso in libreria, e hanno anche successo. Claudio Savonuzzi > elusone (Bergamo). Un particolare della «Danza macabra» sulla i facciata della quattrocentesca Chiesetta dei Disciplini, dedicata a ' San Bernardino da Siena. L'affresco compie quest'anno 5 secoh

Persone citate: Abisso, Cardini, Chiara Frugoni, Franco Cardini, Paradiso, Simone Baschenis, Tonino Guerra