Lampi neri sull'Olimpico di Giorgio Viglino

Lampi neri sull'Olimpico MONDIALI- 71 Nelle finali dai 100 ai 400 ci sarà posto per un «bianco»? Lampi neri sull'Olimpico Enzo Rossi, et azzurro, spiega il fenomeno dell'atletica moderna - «Per l'Italia è già una soddisfazione avere un protagonista come Pavoni» ROMA — Lampi neri negli ultimi meeting pre-mondiali. Dai 100 m ai 400 m, la velocità pura, la specialità che più affascina, le graduatorie mondiali sono impressionanti. I primi venti atleti sono tutti di colore e salendo fino alle prime cinquanta prestazioni di bianchi se ne trovano comunque pochissimi. Da Cari Lewis a Ben Johnson, campioni celebratlsslmi, tanto diversi tra di loro quanto simili se non eguali nei loro incredibili mezzi atletici, al nigeriano Ebuni- ke e allo statunitense Reynolds che rincorrono il record di Lee Evans sul 400 m, lo schieramento è compattissimo tanto da lasciare parecchi dubbi che nelle finali delle tre gare, 100 m, 200 m e 400 m, si riesca ad arrivare all'alternanza di colori juventina. •Io credo che l'espressione muscolare della rossa nera sia veramente superiore a quella dei bianchi». Enzo Rossi, et della nazionale italiana, fa questa affermazione ben convinto, ma con un po' di rammarico. -Nel passato era un'altra cosa. Non stiamo ad andare alla preistoria, alle Olimpiadi romane, ma limitiamoci a dieci anni fa. Il rapporto era di uno a uno, magari con qualche prevalenza nera nei 100 m, ma con maggioransa bianca nei 400 m. Parlo di valori medi e non di punte perché di Lewis piuttosto che di Borsov, di Mennea o di Ben Johnson non ne nascono tutti i giorni. Adesso scorri le liste e il primo bianco lo trovi al venticinquesimo posto: è scoraggiante*. La superiorità enunciata è confermata dai dati statisti- ci, ma perché esiste questa superiorità? •lo credo che nelle specialità che hanno caratteristiche di esplosività i neri abbiano capacità di espressione migliori. E' questione sicura¬ mente di tipologia fisica, e quindi di capacità di adattamento ai carichi di lavoro necessari per arrivare ai limiti di ciascuno. In più c'è una questione di motivazioni. Lasciamo stare gli statu- nitensi che fianno una larga popolazione di rossa nera, ma per atleti del terso mondo come i giamaicani eccellere nell'atletica può rappresentare l'occasione per guadagnare e bene, o addirittura, come ha fatto Johnson, per cambiare nazionalità ed assicurarsi un futuro senza incognite. Gli inglesi hanno raccolto una quantità di -coloured- dalle loro ex-colonie, e li stanno riciclando non solo nell'atletica, ma anche nel calcio. I francesi hanno pescato in Guadalupa, in Nuova Caledonia, nelle isole del Pacifico: Marie Rose non è certo parigino, e i giavellottisti non ripetono un gesto antico si, ma più vicino a loro che a noi?-. L'Italia no, non ha tradizione nera ad eccezione del pugilato. Nebiolo per soddisfare Rossi, dovrebbe imitare il collega del pugilato Marchiaro che dopo La Rocca un po' siciliano, si è assicurato Sumbu Kalambay che proprio con l'Italia non ha mai avuto legami. •Non credo che si debba legare il successo di quella che è la scuola italiana ad una importazione di atleti dall'e¬ stero. Il confronto mondiale va mantenuto su basi corrette, e ricordiamoci che l'atletica e la corsa in particolare, sono veramente a partecipazione totale ». • Io dico semplicemente che la situazione è cambiata. C'è un gruppo di specialità, le gare di velocità, dove eccellono gli uomini di rossa nera, un settore del messofondo dove c'è un buon equilibrio, concorsi più bianchi che neri, con l'eccezione assoluta del lungo, parziale del triplo e del giavellotto. Per parte nostra sapere di poter contare su un uomo come Pavoni che può entrare nelle finali di 100 m e ZOOm direi che è già una soddisfazione. Diventa un traguardo riuscire ad inserire un atleta bianco in finale, meglio ancora sarebbe riuscire a farlo salire sul podio, ma siamo ai limiti del sogno: noi perlomeno abbiamo una possibilità, gli altri europei poche. Pensate che il tedesco Schoenlebe, che è il mig'ior quattrocentista bianco, solo per entrare in finale dovrebbe scendere sotto il primato europeo'. Giorgio Viglino Il vittorioso sprint del canadese Ben Johnson sulla pista di Zurigo

Luoghi citati: Guadalupa, Italia, Nuova Caledonia, Roma, Zurigo