Nuovo monito del Papa ai profughi dalla Polonia

Nuovo monito del Papa ai profughi dalla Polonia «La visita in Italia è una vacanza» Nuovo monito del Papa ai profughi dalla Polonia ROMA — Mentre a Latina continuano ad arrivare nuovi profughi polacchi, da Castel Gandolfo Ieri si è levato un nuovo monito del Papa che può essere interpretato come un consiglio ai suoi connazionali a non utilizzare 11 visto turistico per l'Italia con altri scopi. Giovanni Paolo Secondo ha ricevuto nella sua residenza estiva un centinaio di polacchi, e 11 ha ammoniti a considerare 11 loro viaggio una occasione di rinnovamento spirituale, esortandoli anche ad -apprezzare la fatica che porta la gioia, perché ogni bene, ogni vittoria devono esere pagati con la sforzo». Il discorso è suonato cosi come un preciso richiamo del Papa ai suoi connazionali, pure se in esso non vi era esplicito riferimento al macroscopico fenomeno dell'immigrazione con visto turistico. Nonostante le enormi difficoltà di trovare adeguata sistemazione, i profughi intanto continuano ad arrivare a decine a Latina, mettendo in crisi la già precaria situazione di recettività delle organizzazioni assistenziali. Dopo la partenza del primo gruppo Inviato a Levico, nel Trentino, ieri mattina un autobus del ministero dell'Interno, scortato da un furgoncino della polizia, ha condotto altri 51 profughi a Capua. Ma la situazione a Latina non è migliorata. I partiti, intanto, prendono posizione sul problema, diventato ormai un vero e proprio «caso- politico. Il psdi sull'Umanità di oggi pubblica un corsivo nel quale si dichiara stupore per la posizione del Papa e si aggiunge che -come governo italiano dobbiamo generosamente e umanamente accogliere quanti fuggono dalla Polonia: Anche i radicali sono contrari a un blocco. -L'idea di limitare i visti di ingresso in Italia — dice una nota a firma del segretario federale del pr, Antonio Stagno — è peregrina, anticostituzionale e contraria agli accordi internazionali relativi alla libera circolazione delle persone: il riferimento del partito radicale è all'atto finale di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, sottoscritto nel 1975 anche dall'Italia e dalla stessa Polonia, ed all'art. 10 della Costituzione, che prevede esplicitamente il diritto d'arilo. (Agi)

Persone citate: Antonio Stagno, Giovanni Paolo, Levico