La donna delle vacanze di Guido Ceronetti

La donna delle vacanze d h l FILO DIRETTO CON CASTEL GANDOLFO La donna delle vacanze d h l — Carlo? E Lei? Oh, che: fortuna trovarla subito. Un amico polacco mi ha dato il Suo numero privato, quello che conoscono soltanto i polacchi, 11, a Castel Gandolfo... Mi ha detto che a quest'ora non si disturba, mezzanotte, un'ora tranquilla, senza udienze: non stava per caso cenando? Se c'è una cosa che detesto è disturbare le persone mentre sono a pranzo o a cena! Ah, un bastoncino di liquerizia! Faccia pure; aiuta la digestione e profuma il digiuno. Non mi parli in spagnolo, per favore, non sono latinoamericano! Sono di Savona, come il Suo amico Pertini, ma ho cinquantanni meno di lui, e li porto discretamente, anche se sono ingrigito presto. Adesso sa dove mi trovo? In vacanza a Rimini, un posto favoloso, in compagnia di una donna, Le confesso, che non è mia moglie. Il marito di lei è andato a fare fotografie in Scozia, e non ha preteso di es<ci ■ accompagnato, così ce l'ho io sulla gobba, per tutto il periodo delle ferie. Ed è questo uno dei motivi della mia telefonata, Carlo... mi scusi se La disturbo per casi personali, ma penso sempre a Lei come a un vero Padre... Io lo so come Lei la pensa, Carlo! Lei la pensa come tutti gli altri Padri della Chiesa, Agostino, Origene, Abelardo, Buonaventura Durruti, Don Bosco: niente divorzio, matti monio tremendo, insolubile. E va bene: ma la donna delle vacanze} Dico: se si parte per la vacanza, quindici giorni di faticate ferie, vela, windsurf, al bergo da treccntomila in due mezza pensione, una puntata nell'Egeo (mare pulito, lo conosce? più liquido che liquami, pare incredibile) prima di tornare a casa, e si passano in tutto una ventina di giorni con un'amica che ha famiglia (come la mia di adesso) e la moglie che è via, stufa, stufa di chiunque, partita sola per destinazione ignota, le Azzorre o i Precolombiani, ed è in ceno se ritornerà (Le sto sempre parlando del mio caso), al ritorno, Carlo, quan do si ricomincia con le agita zioni per lo stipendio, e si stampano gli ingrandimenti, la donna delle vacanze, è lecito o non è lecito divorziare da lei, così alla buona, dirle buonasera ci sentiamo presto, rivedersi ancora, al massimo, due o tre volte, e poi solo più auguri e ricordi, vivi ma in verità sbiaditi? Sa perché mi preoccupo; Perché ho saputo che all'ultima o penultima Conferenza Episcopale si è parlato anche di questo e i Vescovi, che il Concilio ha lasciato liberi di dire un po' troppo rutto quello che gli passa per la testa, i Vescovi hanno detto che non liciti Secondo loro, non licei abbandonare dopo le ferie l'amica delle vacanze, bisogna tenersela, il legame non é solubile, e le foto scattate nel'Egeo in bikini devono essere considerate agli effetti religiosi. Foto Matrimoniali, non mporta se con o senza paren:i e testimoni... I Suoi cari Vescovi, beatissimo Carlo!... dicono che basta un bagnino, purché maggiorenne — anche un bagnino dell'Egeo, che parla turco appostato su uno scoglio, valere come testimone. E noi, maledizione! abbiamo cinque o sei foto, le meglio riuscite, perché le altre sono mosse, dove compare, implacabile, ora la testa, ora una gamba, ora l'occhio di un bagnino di circa quarantanni! La risoluzione della Conferenza, come Lei suppongo sappia, su questo punto delicatissimo della morale sessuale è stata che: l'amica di un periodo di vacanza superiore a settantaduc ore dovrà essere tenuta come legittima compagna anche delle successive vacanze, invernali comprese e ponti di Pasqua e Primo Maggio, fino alla morte di uno o di entrambi i fruitori di ferie pagate, essendo tale legame carnale destinato alla procreazione eccetera eccetera... Ehi, Carlo, alto-là, dico!! Quanto a carne, noi qui, all'Hotel Commodoro, è più quella che si mangia a tavola, lo sa? Perché l'altra, la pro¬ priamente carnale, guardi... Posso dirglielo in confidenza: da che siamo qui, una volta sola, perché siamo sempre così fiacchi, per il sole, le escursioni in macchina, la barca, che di voglia ce ne resta poca, quasi niente. E quanto a procreazione... Ma è proprio un'idea fissa! Zenobia, la mia donna delle vacanze a perpetuità, che è osservantissima, perfino più di me, leggendo questo ha pensato subito che sarebbe bellissimo fare un figlio anche con me, da tenere nella Seconda Casa, e da portare con noi durante gli Esodi e i Ponti. Così soddisferebbe il suo irriducibile istinto procreativo e sarebbe in regola perfettamente con la Conferenza Episcopale. E mi guarda, mordendo un'albicocca senza neppura lavarla, come per dire: deciditi, mi metto a posto con la Chiesa e a questo qui, una volta nato, gli faccio fare Biologia Molecolare! Ecco, Carlo, mi scusi se La tengo un po' a lungo al telefono, ma è importante che Lei sia informato... Non c'è soltanto la Polonia a questo mondo! Non c'è soltanto i Paesi latino-americani! Tocchi, tocchi con mano quanto sono ormai crollate le donne, e qui, tra Milano e Palermo, altro che Polonia: subito dopo l'eterna idea fissa del procreare, hanno quella di mandare i figli a tutte le scuole possibili, di fargli dare centinaia di esami, di fargli collezionare diplomi, di farne dei Ricercatori, degli Specializzati, dei Superdotti... E non vedono che mettono al mondo soltanto dei supcrtarati mentali, che qualunque cosa facciano saranno sempre e soltanto dei disgraziati, che già partono rincoglioniti, si figuri al traguardo, come arrivano... Le ambizioni materne di farne degli Alessandri, dei Lincoln, dei Joc Louis, dei Gerard Philipe e delle Callas posso ancora capirle, Carlo, ma no ma no! li vogliono consegnare alle Università, loro, perché ne facciano degli elettronici, dei molecolari, degli spremitori di topi... Lo leggo negli occhi di Zenobia, quando mi guarda fisso, e sembra non fare niente, invece pensa a tirarmi fuori dai visceri il suo piccolo esperto in DNA e lo vede già fare coppia fissa con un'altra Laureata che fa Lingue Orientali, sudo freddo e caldo, Carlo, mi crede? ... Che cosa voglio da Lei, Carlo? Ma è Lei il Supremo, il Servus Servorum, il Definitivo... Lì, da voi, l'Autotità esiste ancora... Appena torna a Roma, srufo di contemplare dalla finestra quel brutto, squallido lago di Albano, lo dica chiaro ai Suoi Episcopi che non è d'accordo... Che l'amica delle vacanze deve esserlo per uno o due volte al massimo! Che quindici giorni a Kimini, otto a Loano, quattro a Corfù, sedici alle Canarie, uno a Kyoto, mezza giotnata a Londra, tre ore a Parigi, mezz'ora in Alaska, passati in modo più affettuoso che libidinoso, per lo più in autostrada, o bloccati in un aeroporto, o ad aspettare un traghetto, non sono, non devono essere ritenuti dal Magistero, una sottospecie di Matrimonio... Già sono un incubo così, le vacanze, pensi se non funzionasse automaticamente il divorzio dalla compagna d'esodo, dopo... Oh Carlo, grazie! Il Suo «Ci penserò con molta attenzione», anche se detto ih limano, mi riempie di gioia! A me basta che Lei, questa volta almeno, non sia intrattabile e ci lasci uno spiraglio! Sa che Zenobia è qui, vicino a me, e ha sentito tutto, e sorride, convinta che Lei darà ragione ai Vescovi? Senta, e in vacanza, Lei, che cosa si è portato da leggere? Accidenti! Impegnativo! / Fratelli Karamozov\ Io avevo letto solo la prima parte... E di autoti italiani, neppure uno? Pasoli- ni.' L'avrei giurato! Ah, questo proprio non lo conosco: un polacco autore di gialli: Jaruzelski... Me lo raccomanda? Va bene. Se sarà tradotto in italiano, lo leggerò nelle prossime vacanze. — Guido Ceronetti poi.'

Persone citate: Alessandri, Buonaventura Durruti, Callas, Don Bosco, Gerard Philipe, Jaruzelski, Padre, Pasoli, Pertini, Vescovi