Parlamento bloccato da 45 decreti di Emilio Pucci

Parlamento bloccato da 45 decreti Un nuovo ostacolo nel difficile cammino alle Camere della Finanziaria Parlamento bloccato da 45 decreti In gran parte sono provvedimenti del governo Fanfani - Previste spese per 40 mila miliardi - Nei «contenitori» c'è di tutto: le supermulte, il condono edilizio, gli interventi per i precari, le misure contro l'afta ROMA — Sulla strada della Finanziaria e di un regolare svolgimento dell'attività parlamentart si pone minaccioso il macigno dei decreti legge pendenti. Una durissima eredità della passata legislatura che rischia di mettere a soqquadro i conti pubblici e di ingolfare il lavoro di Camera e Senato, impedendo di fatto l'esame di grandi riforme, come quella istituzionale, delle pensioni e dell'equo canone. Lo stesso dibattito sulla Finanziaria '88 verrà costretto a ritmi affannosi e affrettati. I decreti in attesa di essere convertiti in legge sono quarantacinque, parcheggiati tra Montecitorio e Palazzo Madama. Complessivamente hanno un costo elevatissimo: 40 mila miliardi. Una buona fetta di questi provvedimenti *a carattere d'urgenza* è passata con il governo Fanfani. sotto elezio¬ ni. Ma in molti casi sì è trattato di un semplice rinnovo di decreti approvati dal governo Craxi e che altrimenti sarebbero decaduti. Una pratica che anche Goria si è visto costretto ad adottare. Questa valanga di decreti è un formidabile contenitore di argomenti: le supermulte per divieto di sosta; ia proroga del condono edilizio; gli interventi per i precari; gli stipendi dei militari; le misure contro l'afta epizootica; il contratto della polizia; gli aiuti alla Valtellina; la fiscalizzazione degli oneri sociali; gli sgravi d'imposta per cinema e calcio: i contributi ai consorzi per l'export; la facoltà di opzione fra scontrino e ricevuta fiscale. L'onere a carico dello Stato, stimato dalle commissioni parlamentari di Bilancio e Finanza in circa 40 mila miliardi, porterà inevitabilmente ad elevare il disavan¬ zo per l'87. a causa della mancata copertura che presentano diversi decreti, soprattutto quelli in odore di leggine elettorali. Per tutti gli altri provvedimenti di spesa c'è invece la copertura, sia pure reperita attraverso voci difformi che poco hanno a che fare con il provvedimento in oggetto (ad esempio gli aumenti per la polizia sono stati trovati tagliando la rivalutazione dell'indennità di Imbarco). Comunque, anche un buco di qualche migliaio di miliardi costringerà il governo Goria a rivedere le previsioni sul contenimento del disavanzo per T88. Ma ancor più grave è il pericolo di paralisi dei lavori parlamentari. L'abuso della decretazione, ammonisce Franco Bassanini, deputato della sinistra indipendente, •scompagina ogni programmazione dell'attività, disto¬ glie le Camere dalla grande legislazione di ordinamento e di riforma, impedisce un corretto confronto tra maggioranza e opposizione, trasforma il governo da legislatore di eccezione in normale gestore dell'attività di produzione legislativa*. Il problema è serio. Alla riapertura, il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Sergio Mattarella, si vedrà con i capigruppi nel tentativo di trovare una via d'uscita. Bassanini, d'accordo con i liberali, suggerisce una soluzione di compromesso: approvare i decreti direttamente in commissione, senza il passaggio in aula (salvo il giudizio di costituzionalità). Da parte sua il democristiano Pomicino inviterà i gruppi a presentare per i decreti in attesa emendamenti solo soppressivi e non modificativi. Ma anche questa strada, ammesso che sia praticabile, porterà via molto tempo e. con le commissioni cosi impegnate, ritarderà l'esame preliminare di molti disegni di legge. Per il futuro, c'è il disegno di legge sul nuovo regolamento della presidenza del Consiglio che all'articolo 16 limita i casi in cui può ricorrere al decreto legge. Ma le Camere, ingolfate dalla mole dei decreti e pressate dalle scadenze della Finanziaria, quando mal potranno prendere in considerazione questo progetto? Intanto, il presidente della Camera, Nilde lotti, ha ammonito il nuovo governo a non abusare dei decreti. Goria ha formalmente promesso che limiterà la decretazione soltanto a casi straordinari di necessità e di urgenza. Ma i comunisti dicono che la •decretomania* è una malattia dura a guarire. Emilio Pucci

Persone citate: Bassanini, Craxi, Fanfani, Franco Bassanini, Goria, Sergio Mattarella

Luoghi citati: Roma