Psichiatria: nuova battaglia

Psichiatria: nuova battaglia Scoppia la polemica sulle proposte di riforma alla legge 180 Psichiatria: nuova battaglia Interviene la Cgìl: «Va meglio che in passato» - Gli operatori: «Non siamo personale dequalificato» - Ardito (pei) replica a Pezzana (lista verde civica): «Ci sono alcune verità, ma anche tante cose inventate» Dibattito aperto sui servizi psichiatrici di Torino e Piemonte. Dopo le accuse del consigliere regionale Angelo Pezzana (lista verde civica), la polemica assume una forte coloritura politica. Cosa dicono Pezzana e i due medici. Annibale Crosignani e Pino Luciano, che hanno denunciato il fallimento della riforma (legge 180)? Scrivono che la psichiatria torinese, all'avanguardia tra gli anni 68/80. è entrata in crisi con la nascita dell'Usi l'23: la riforma, si legge nel documento inviato anche alla Procura della Repubblica, ha perso colpi perché il settore è stato lottizzato e i servizi, anziché soddisfare i bisogni dei malati, rispondono ad interessi corporativi. Causa di tanti guai la -gestione autocratica del coordinatore dott. Bisacco, uomo di fiducia del pei: al quale i denuncianti addebitano parecchie inadempienze amministrative. Immediata reazione di coloro che nella psichiatria operano, compresa quella della Cgil funzione pubblica che ieri, in una conferenza stampa, ha spiegato il proprio punto di vista. In sintesi, le contestazioni sono: il -libro bianco» di Pezzana contiene alcune verità e molte cose inventate o false; non risulta, ad esempio, che il personale qualificato abbandoni per frustrazione o insoddisfazione i servizi psichiatrici. E' vero, al contraria che a Torino e in Piemonte si fà più che altrove. Domanda del coordinatore sanitario della comunità montana Val Pellice. Giovanni Rissone: -/ dottori Luciano e Crosignani cos'hanno fatto in questi anni? Vogliono un loro potere personale?». Specchietto raccolto dalla Cgil sui servizi di Torino: 23 ambulatori, 5 reparti di diagnosi e cura. 21 comunità alloggio, 7 comunità terapeutiche. 4 centri appoggio terapeutico, 10 gruppi di attività risocializzante, per 5759 pazienti. Personale: 259 infermieri, 70 medici, 24 psicologi, 3 assistenti sanitarie. 6 impiegati amministrativi, 26 assistenti sociali. -Bastano?-. Risposta: -Sono insufficienti. Mancano soprattutto infermieri specializzati e strutture alternative-. Dalla documentazione fornita da medici, operatori, Infermieri, aderenti a «Psichiatria democratica», dal colloqui con parecchi di essi emergono, a difesa della riforma, l'impegno, anzi la vocazione al servizio, di numerosi addetti all'assistenza psichiatrica e 11 loro rifiuto di essere classificati come personale dequalificato. In sostanza, sì dice: sicuramente oggi le cose vanno meglio di ieri. Ma vengono fuori anche le lamentele: non esiste o quasi la formazione professionale degli infermieri; il per¬ sonale è sottorganico; mancano gli standard relativi al rapporto personale-malati. Quindi, carenze ce ne sono e parecchie, denunciate in più sedi e non da oggi. Tanto per citare, leggiamo nella relazione del comitato di gestione dell'Usi 1/23 di quattro anni fa: «Le carenze vengono individuate nella mancata definizione delle finalità fondamentali dell'equipe sulla cui base impostare programmi di lavoro che identifichino obiettivi e priorità nell'uso delle risorse; mancata identificazione dei compiti dei medici responsabili dell'equipe e dei medici con posizione funzionale superiore-. E Giorgio Ardito, responsabile del settore Sanità del pei, dopo aver osservato che •nell'area torinese la situazione psichiatrica è decisamente migliore rispetto a altre realtà metropolitane- e aggiunto che a «Pezzana interessa attaccare politicamente il pei per pura strumentalizzazione politica» ammette che. rispetto alle denunce di Pezzana, -si potrebbe perfino rincarare la dose-. Tant'è che propone due misure immediate: -Strutture per i malati gravi che sono non più di cento in tutta la provincia; il turno fisso degli infermieri, almeno per due anni, nei servizi psichiatrici-. Insomma, se l'aver smantellato la vecchia e vergognosa struttura manicomiale è stato un grande passo avanti è altrettanto vero che oggi la riforma appare «dimezzata». I motivi? Tanti, con responsabilità incrociate: mancano le norme di attuazione della legge, la «finanziaria» tende a tagliare le spese per la Sanità; le Usi considerano la psichiatria una sorta di Cenerentola. I finanziamenti o sono inadeguati o sottoutilizzati. Dalla relazione della commissione regionale (1985): -Gran parte dei fondi stanziati non sono stati pienamente utilizzati per difficoltà derivanti, principalmente, dall'individuazione di strutture atte ad accogliere i dimessi da ospedali psichiatrici o altre strutture. Particolarmente significative le difficoltà di attivare il "Progetto Torino" che andrebbe ripensato». Pier Paolo Benedetto

Persone citate: Angelo Pezzana, Annibale Crosignani, Bisacco, Crosignani, Giorgio Ardito, Giovanni Rissone, Pier Paolo Benedetto, Pino Luciano

Luoghi citati: Pezzana, Piemonte, Torino