L'ultima eco del Terzo Reich

L'ultima eco del Terzo Reich Con Rudolf Hess, l'ex delfino di Hitler, scompare una delle figure più enigmatiche della Germania nazista L'ultima eco del Terzo Reich Accanto al Fuehrer fin dal fallito putsch di Monaco - La rocambolesca «missione di pace» in Gran Bretagna - L'ergastolo per crimini contro la pace Da lunghi anni, ormai, Rudolf Hess, l'ex «delfino» di Hitler fuggito in Gran Bretagna durante la guerra e una delle figure più enigmatiche della Germania nazista, era rimasto solo nel carcere di Spandau, la rossa e quadrata fortezza guglielmina che sorge lungo il «muro» di Berlino ed è sorvegliata a turno — come ultimo simbolo della collaborazione politico-militare di un tempo — da una guarnigione inglese, francese, sovietica e americana: morti per veleno Hitler, Goebbels e Himmler, suicidi in carcere Ley e Goering, impiccati a Norimberga Ribbentrop, Keitel, Kaltenbrunner, Rosenberg, Frank, Frick, Streicher, Sauckel, Jodl e Seyss-Inquart, scarcerati e poi morti, uno dopo l'altro, i tre assolti (von Papen, Schacht, Fritzsche) e i sei condannati a pene detentive (Speer, Funk, von Neurath, Raeder, von Schirach e Doenitz) Hess era l'unico sopravvissuto fra i grandi capi del Terzo Reich. Quando visitai anni fa Spandau un postino mi indicò il cortile dove Hess, detenuto numero 7, andava a passeggiare nei giorni di sole. Mentre uno dei duecento soldati che vigilavano quell'unico prigioniero seguiva annoiato le sue mosse, Hess — mi narrò a Monaco di Baviera il suo difensore, l'avvocato Alfred Seidl — studiava russo e francese, discuteva con i carcerieri di storia, filosofia e astronomia. Non era vero — aggiunse — che avesse tentato di uccidersi o fosse stato ordito nel '73 un complotto per liberarlo: scriveva una volta al mese all'unico figlio, l'ingegnere Wolf Rudiger Hess, e alla moglie Use, che gli teneva sempre pronta una stanza nella pensione che mandava avanti nelle Alpi bavaresi. Seidl mi confidò che Hess era diventato irriconoscibile, magrissimo e curvo, ma in complesso stava bene: «La mia famiglia è tutta di longevi — aveva detto l'ex " delfino" di Hitler —; io non morirò prima dei novantanni». Nato ad Alessandria d' Egitto il 26 aprile 1894 e figlio di ricchi esportatori di -Monaco che si erano trasferiti in Africa per affari, Hess tornò in Germania nel 1900 e frequentò l'«Evangelischen Paedagogium» di Bad Godes berg. Durante la prima guerra mondiale prestò servizio nel 16° fanteria bavarese, lo stesso reggimento «List» in cui si trovava Hitler, ma senza conoscere personalmente il futuro Fùhrer; poi, ferito ad un polmone, venne assegnato ali aeronautica col grado di capitano. Terminato il conflitto, Hess, uno dei primissimi ad entrare nel partito nazionalsocialista, fu al fianco del F0hrer nel fallito «putsch» di Monaco del novembre '23, con lui scontò la pena nel carcere di Landsberg e per Hitler cominciò a scrivere sotto dettatura il «Mein Kampf» (e il Fùhrer lo ricorda, nel libro, citando un episodio del 1921 quando, durante un comizio alla Burgerbraukeller di Monaco, Hess venne colpito alla testa da un pesante boccale da birra scagliato da un oppositore comunista: «... // nostro comizio era appena cominciato quando le mie truppe d'assalto, perché lo diventarono quel giorno, attaccarono. Come lupi si scagliarono a branchi di otto e dieci: quanti fossero non lo seppi fino a quel giorno e alla loro testa c'era il valoroso Rudolf, il mio segretario, Hess»). Aiutante personale di Hitler fino al 1933 (anno in cui venne nominato suo sostituto nella direzione del partito), uno degli organizzatori della «purga di sangue» del giugno 1934 che sbarazzò il Ftthrer degli oppositori socialistoidi delle SA, membro del Consiglio segreto di Gabinetto che preparò nel 1938 l'Anschluss e lo smembramento della Cecoslovacchia, giudice inappellabile del tribunale interno del partito, capo dell'«Aus- land Organisation», la «quinta colonna» nazista all'estero e, infine, ministro senza portafoglio, Hess vide declinare il suo astro nell'autunno 1939 quando, con lo scoppio della guerra, egli venne praticamente confinato alla direzione del partito e non potè aver mano sulle grandi leve di po¬ tere come le operazioni militari e la condotta della politica estera. La nascente potenza di Martin Bormann (che dal ruolo di suo segretario personale stava salendo ai più alti gradini della corte di Hitler) e l'isolamento in cui si trovava nella cerchia delle massime gerarchie naziste furono probabilmente le molle che lo spinsero a cercare popolarità attraverso un gesto clamoroso: la pace con l'Inghilterra trattata e conclusa al di fuori dei canali politici e diplomatici. Nel tardo pomeriggio del sabato 10 maggio 1941 Hess partì, solo, dall'aeroporto di Augusta a bordo di un «Messerschmilt 110» disarmato, al quale, per prolungare l'autonomia, aveva fatto applicare un serbatoio supplementare. La sua destinazione era Glasgow, in Scozia, dove nel castello di Bungavel House abitava il duca Douglas Hamilton, generale della Rai, il pri- mo aviatore che avesse sorvolato l'Everest c che Hess aveva conosciuto durante un breve incontro alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Quale unica credenziale, il «delfino» di Hitler portava in tasca il biglietto da visita di un suo vecchio insegnante di geopolitica, il professor Haushofer, amico personale di Hamilton. Il volo durò quattro ore: alle 22, giunto sopra il castello del duca (che Hess chiamava «il mio futuro ignaro ospite») si lanciò col paracadute ma, nel prendere terra, si slogò una caviglia. Catturato dai territoriali e ricoverato all' ospedale di Eaglesham, chiese di parlare con Hamilton e, appena lo vide, gli disse in inglese: «Non mi riconosce? Sono Ifess, ministro del Reich». Il duca scosse la testa, incredulo; prese tempo e andò ad avvertire Churchill. La risposta fu immediata: «Segreto assoluto. Non possiamo farci prendere in giro. Uno solo conosce bene Hess: Sir Ivone Kirkpatrick». E tirato giù dal letto nel cuore della notte, Sir Ivone Kirkpatrick si mise in viaggio per la Scozia, raggiunse Hess che stava ancora dormendo e lo fece svegliare: «MI riconobbe subito — racconta nelle memorie — e mi salutò con grande calore». Il «delfino» di Hitler disse a Kirkpatrick e ad Hamilton di essere volato in Gran Bretagna per «una missione di pace» e per convincere Churchill e il governo che l'Inghilterra non poteva sperare di vincere. A pace fatta, l'accordo fra le due Potenze si sarebbe imperniato su tre punti principali: mano libera nella politica estera; restituzione alla Germania delle vecchie colonie; compensazione per i danni reciproci subiti in guerra. «Hitler invaderà la Gran Bretagna?», gli chiese all'improvviso Sir Ivone Kirkpatrick. Hess tacque un attimo, prese «un'espressione compunta» e rispose che «non lo sapeva»: «Come del resto — soggiunse — Hitler non sa ancora che sono qui...». In quelle ore la sorte di Hess e della sua «missione» fu decisa. La radio di Berlino, in un comunicato, annunciò la fuga in aereo affermando che Hess era sofferente di disturbi mentali; per un motivo diverso — cioè quello di non dare credito a un gesto che avrebbe potuto fiaccare lo spirito della popolazione inglese — Churchill accreditò la versione tedesca e fece dichiarare che Hess era pazzo. Di questa presunta foiba, che forse doveva avere qualche reale fondamento nel colpo alla testa ricevuto alla Burgerbraukeller di Monaco, Hess si servi negli anni della prigionia in Gran Bretagna (a Buchanan Castle, nella Torre di Londra e infine nel Galles) e poi al processo di Norimberga. I pareri dei medici furono discordi e, a confonderli ulteriormente, provvide lo stesso Hess dichiarando all' improvviso di aver «simulato la perdita della memoria per ragioni tattiche». Il 1° ottobre 1946, duccentodiciottcsimo giorno del processo e quattrocentesima e ultima udienza, Hess fu l'unico degli imputati che rifiutò di ascoltare la sentenza della Corte: solo più tardi, in cella( seppe che era stato condanna, lo all'ergastolo quale colpevole di due delle quattro accuse, complotto e crimini contro la pace. Da allora, autunno di quarantuno anni fa, fu sepolto vivo in prigione: ora che non c'è più, Spandau — come ha annunciato il Senato di Berlino — verrà fatto saltare in aria e abeti e betulle prenderanno il posto del vecchio carcere della Wilhclmstrasse. Giuseppe Mayda Sarà demolita la fortezza di Spandau dove il criminale ha trascorso in isolamento oltre 40 anni della sua vita. Al suo posto, lungo il «muro» di Berlino, sorgeranno betulle e abeti. Nella fortezza sorvegliata a turno da guarnigioni inglesi, francesi, sovietiche e americane il detenuto numero 7 ingannava il tempo studiando russo e francese e parlando con i carcerieri di storia, filosofia e astronomia. Smentì sempre i propositi suicidi che via via gli venivano attribuiti. Ed escluse anche che nel 73 fosse stato ordito un complotto per liberarlo. Scriveva una volta al mese all'unico figlio mentre la moglie si ostinava a riservargli una stanza nella pensione che mandava avanti Ul Una 1 OC ili ita delle Alpi bavaresi. % v ; Hess durante il processo di Norimberga. A destra Goering Hess nel 1934 al posto di pilotaggio. A sinistra la moglie Dse. Nel '41 volò da solo sulla Scozia, si gettò con il paracadute e fu arrestato Dicembre 1938. In occasione del Natale, Hess invia un messaggio a tutti i tedeschi