Quali autori scopri nella valigia dell'attrice

Parlano Claudia Cardinale, Lea Massari, Eleonora Giorgi, Lina Sastri, Ida Di Benedetto, Giuliana De Sio e Jo Champa Parlano Claudia Cardinale, Lea Massari, Eleonora Giorgi, Lina Sastri, Ida Di Benedetto, Giuliana De Sio e Jo Champa Quali autori scopri d'estate nella valigia dell'attrice L'opinione di scienziati, studiosi e scrittori Nella nuova fantascienza ROMA — Dal Minor di New York Elsa Maxwell, velenosa vestale della scena hollywoodiana, indicava, nel 1938, i requisiti fondamentali delle attrici da invitare alle sue feste esclusive. Al punto quattro dell'essenziale decalogo per danarosi e potenti la signora dello smart set bandiva -le donne dello schermo con troppo cervello, cioè quelle che hanno letto troppi libri*, specificando con acidità sulfurea che l'intelligenza crea sempre disagio in una riunione allegra. La Maxwell amava le attrici belle e benvestite, ma soprattutto esenti da ogni ambizione intellettuale. Stava al passo con la Grande Depressione, che voleva la ^persona* muliebre santa o prostituta, acculturata mai. Solo che adesso le professioniste della celluloide, incalzate da doppiaggi e riprese, tormentate da agenti e truccatori, invitate a cena fuori quasi ogni sera, pare leggano molto. E quale libro d'estate può tener ferma un'attrice, costretta a spostarsi per mestiere? Claudia Cardinale, interprete legata al cinema letterario con La ragazza di Bube di Cassola e La storia di Elsa Morante, dice d'essere donna di riletture, «n genere che m'appassiona di più è la narrativa. Sto finendo II grande sonno tradotto da Oreste Del Buono e trovo la traduzione molto bella. Il Chandler precedente mi aveva fatto venire una gran voglia dell'originale. Poi passerò a L'amore e le armi di Alice Oxman. Naturalmente metto In valigia anche un mucchletto di "Settimane enigmistiche"». Un'altra amante delle riletture è Lea Massari, che da impenitente realista confessa di aver perso la memoria e l'elasticità di un tempo. «D'estate non m'avventuro più. Seguo vie collaudate, come Una donna spezzata di Simone De Beauvoir, anche perché ne ho tratto, scrivendola insieme a Lucia Demby, una sceneggiatura per la tivù. Contemporaneamente ho Iniziato Tempo d'uccidere di Fiala- (Segue dalla l'pagina) 'La fantascienza è realtà. Basta prendere una rivista scientifica francese come La Recherche del maggio scorso, dedicata alle biotecnologie, per capire quanto siamo andati oltre all'immaginabile. Oggi le possibilità della scienza sono cosi superiori rispetto a ciò che la gente conosce, che l'aspetto più importante della ricerca è diventato il problema etico conseguente ad essa*. Secondo Carlo Bernardini, fisico dell'università di Roma, il primato dell'Immaginazione spetta ancora alla scienza. *Ho sempre l'impressione che la fantascienza sia povera rispetto a quello che si riesce a fare nella realtà. La letteratura del fantastico finisce spesso per proporre situazioni altamente improponibili. Mentre la realtà capisce sempre i limiti delle cose che si possono fare, alla letteratura piace forzare verso conclusioni assurde, spesso ricorre al deus ex machina, trucco che la scienza esclude*. Dello stesso parere è 11 divulgatore scientifico più conosciuto e amato dagli italiani, Piero Angela. Alla fantascienza non riconosce l'Immaginazione e la serietà necessarie per essere volgarizzazione scientifica e tantomeno per anticipare le grandi scoperte. 'Premetto che non sono un lettore di libri di fantascienza. Apprezzo autori come Clarice o Asimov, ma sono pochi quelli che riescono a concentrarsi su una dimensione temporale intermedia. Vanno troppo in là e non possono quindi essere uno strumento di comprensione del nostro mondo. La fantascienza sollecita a entrare in argomenti nuovi, ma spesso lo fa in modo dettante. Invece potrebbe diventare un filone di anticipazione ragionata. D'altra parte è impensabile che la fantascienza possa prevedere le grandi trasformazioni della tecnica. Mi pare che dei superconduttori, tanto no e Le isole del paradiso di Stanis Nievo. Ma non perché abbia vinto il Premio Strega, anzi. Nievo é stato mio compagno di scuola e la mia "cotta" del 15 anni. Solo che lui non lo sapeva». Eleonora Giorgi, che qualche tempo fa dichiarò durante una trasmissione televisiva di aver letto «tutto Nice», ama le scoperte. •Sono letteralmente affascinata da Ida Magli e dal suo pensiero, che ho scoperto 11 giorno della Festa della Donna. Andando In vacanza a Ceylon, porto con me 1 suoi La Madonna e Viaggio intorno all'uomo bianco, che insegna a no! bianchi occidentali chi slamo veramente. Mi sembrano letture adatte alla vita ancestrale dell'Asia, lontana dal chiasso del media. E comunque, detesto 1 cosiddetti "libri leggeri"». Anche Lina Sastri, che fui appena girato B caso Fonte insieme al figlio di Ora dovrei rileggermi D'Annunzio, visto che torno al teatro con La figlia di Iorio. Ma con questo caldo, chi se la sente». Giuliana De Sio, reduce dal successo televisivo della Piovra, non vuole figurare come attrice colta. Anzi, tiene molto alla propria esuberanza caffeinica, tutta riflessi e niente riflessioni. Come una molla, scatta: «Se, parlando, uso i congiuntivi giusti, la gente pensa che sono un'Intellettuale. Ma solo perché il livello culturale delle mie colleghe è basso, bassissimo. Io leggevo già a 11 anni testi difficilissimi. Ora. sono a metà de II giardino di cemento dell'anglosassone Ian McEwan e attaccherò presto /I risveglio di Kate Chopln. Comunque, non me ne frega niente di far vedere che leggo. Io vengo pagata per l'immagine, non per il pensiero». Giovanilmente schietta è anche l'americana 3o Champa, attrice emergente divenuta popolare con La famiglia di Scola, dove interpretava la pianista giramondo allergica al matrimonio. Attualmente è a Montreal, dove sta girando La bottega dell'orefice, che si rifa al testo di Karol Wojtyla. «Leggo Marguerite Duras, un'autrice che sento molto vicina al mio temperamento e L'eterno marito di Dostoevskij. Sono letture strane per una della mia età? Certo, per me sarebbe più facile leggere l'Inglese, ma l'italiano è la lingua con cui lavoro. Non credo assolutamente che un libro debba fare l'effetto-narcotico, anzi, è meglio se fa l'effetto-anfetamina-. Forse, se Elsa Maxwell fosse viva, alle sue feste non inviterebbe nessuna delle nostre attrici, che a quanto risulta qui, leggono freneticamente. Marion Brando, si proclama lettrice della professoressa Magli. Magari un po' insoddisfatta. «Ho comprato La Madonna perché mi attirava 11 colore della copertina, oltre al titolo. Ma, trovandolo noioso, l'ho abbandonato a pagina cinque. Per le mie sparute vacanze penso alla Ortese e al suo struggente II porto di Toledo. Ho comprato anche Onde di Virginia Woolf, attirata dalla sua visione della scrittura al femminile Per me Incontrare un libro è come incontrare una persona». Associata lei pure all'immagine della 'napoletanità*, Ida SI Benedetto, l'inquieta protagonista di Regina, sceglie quasi esclusivamente autori sudamericani. Minaccia: «Le mie scelte sono estreme. Adoro 1 climi tropicali di Marquez, 11 suo Cronaca di una morte annunciata, cui sono arrivata solo dopo aver visto 11 film di Rosi. Cinzia Romani per fare un esempio incino, non abbia parlato nessuno. Ci vuole troppa immaginazione, unita a una buona formazione scientifica*. • Quando la fantascienza diventa divulgazione vuol dire che ha fallito. E'pedante e basta*, ribatte un letterato esperto del settore, Carlo Pagetti, docente di lingua e letteratura inglese a Pescara. •Prendiamo Asimov: è uno scrittore che si muove sui due fronti, ma è attento a distinguere tra quando fa divulgazione e quando invece scrive fantascienza. •La fantascienza è si letteratura dell'immaginario tecnico-scientifico, ma con la Scienza ha solo un rapporto tangenziale. Non prevede, non dà idee; fa parte della cultura di massa e riflette semmai la paura e le reazioni del grande pubblico davanti alle novità della tecnica*. Come si trova in questo tempo dell'exploit tecnologico uno scrittore impegnato da una vita a raccontare il fantastico? Lino Aldani ha 61 anni e vive a San Cipriano Po, nell'Oltrepò Pavese. I suoi libri sono tradotti in tredici lingue. «Ho sempre scritto perché terrorizzato dalla tecnica. Quando leggo degli embrioni surgelati rabbrividisco. La mia narrativa è il tentativo di mettere in guardia contro i pericoli della tecnologia e un invito a sopravanzare le scoperte di oggi*. Perché la fantascienza per divulgare il suo punto di vista? •E' un modulo facile. Mi trovo bene nel descrivere una società a breve distanza temporale dalla nostra. E' più facile mettere a fuoco alcuni problemi che altrimenti non avrebbero, nel presente, forza d'urto sufficiente. Se scrivessi un saggio o delia narrativa tradizionale, non otterrei la stessa attenzione nei lettori*. L'ultimo libro di Aldani, un'antologia di racconti intitolata Parabole per domani e introdotta da una nota più che elogiativa di Oreste del Buono, è stato stampato in maggio dall'editore Marino Solfanelli da Chieti. «Abbiamo cominciato a pubblicare fantascienza due anni fa*, spiega Marco Solfanelli, figlio bell'editore. •Sono usciti 15 titoli, divisi tra la collana Minas Tirith (nome di una città della Terra di Mezzo nel Signore degli anelli di Tolkien) e Thule. A settembre inaugureremo una terza serie di narrativa fantastica: il Voltaiuna. Diretta da Oreste del Buono e da Lucio D'Arcangelo dell'università di Pescara, esordirà con II tesoro del poveri, raccolta di racconti fantastici abruzzesi. Tra gli autori, D'Annunzio e Flaiano*. Le escursioni della letteratura tradizionale nel fantastico e nell'utopia sono sempre state frequenti. Due poco note appartengono a Rudyard J. Kipling. Sono 1 racconti Con il postale della notte e Facile come l'ABC, raccolti In un volume intitolato Nel mondo di ABC da una casa editrice specializzata di Milano, la Nord. La collana, battezzata •Docu¬ menti da nessun luogo*, è diretta da Carlo Pagetti e presenta opere con testo a fronte e apparato critico. E' il tentativo di portare questo genere di narrativa all'Università. Due romanzi ad alto contenuto di speculazione scientifica pubblicati di recente sono La ratta di Gunter Grass (Einaudi) e II guasto di Christa Wolf (edizioni e/o). Un terzo s'intitola Cronache da una protrincia dell'Impero (Editori Riuniti) ed è una classica storia di fantascienza firmata da uno scienziato, Vittorio Silvestrini, fisico dell'università di Napoli e autore di diverse opere di divulgazione. Silvestrinl adotta la finzione di fuggire in avanti nel tempo per poter guardare al presente con maggiore spregiudicatezza. Protagonista è uno storico del 2400 che compie degli studi su una civiltà scomparsa: la nostra. Alla fine del romanzo, ecco la sentenza che giunge dal futuro: la distruzione della nostra civiltà è stata determinata dall'eccessivo potere di decisione lasciato alle macchine pensanti. in. n.