Josephine diva delle avanguardie

Tutto libri Tutto libri Il mito della Baker (che piaceva a futuristi e surrealisti) rivive in una mostra a Taormina Josephine, diva delle avanguardie CATTOLICA — C'erano una volta i «tipi da spiaggia-, adesso c'è la *cultiira balneare: Con l'occhio dell'antropologo, un gruppo di ricercatori, coordinati da Ugo La Pietra e Gadda Morpurgo, ha osservato abitudini, comportamenti, rituali del •popolo vacanziero* e ha studiato come è cambiato, per architettura e design, l'ambiente nei centri balneari di Cattolica e Mondello. Le immagini raccolte e commentate si possono vedere, fino al 30 agosto, in mostra al Centro culturale polivalente di Cattolica. Il catalogo è pubblicato dal'editrice Alinea di Firenze. Colti da clic furtivo del fotografo, sfilano campioni delle palestre e nemici di ogni dieta: una sequenza multicolore di corpi vestiti, nudi, abbronzati, truccati, bagnati, unti; un mosaico che rivela modelli di bellezza, tecniche di seduzione, riti dell'ozio. Sullo sfondo, le immagini di un ambiente ^lasciato a sé stesso, non progettato o progettato male*, le contraddizioni di una cultura 'Cresciuta troppo in fretta, senza consapevolezza di sé: RITORNA Josephine Baker, ritornano le Immagini degli Anni Venti. La popolarità della danzatrice è stata direttamente proporzionale alla Bua capacità di riassumere tanti miti epocali, divertlssement, frenesia del ballo, esotismo, erotismo, esplosi, all'Indomani del primo conflitto mondiale, come frenetico contraccolpo. Alla Venere Nera, che ha saputo interpretare al ritmo di charleston e black-bottom 1 sogni d'evasione d'un'epoca, viene dedicata una mostra che si apre 11 20 agosto a Taormina nella Biblioteca Comunale. La cura Vincenzo Mollica, giornalista appassionato di storia dello spettacolo, con un catalogo ricco di testimonianze, ricordi della stessa Baker, memorie d'epoca, da Paul Colin che l'ha raffigurata sin dal 1925 nel celebre manifesto per la Revue Negre, a Marine tu che l'ha descritta come invitata speciale ad un banchetto futurista durante l'esposizione coloniale di Parigi, nel 1931, paragonandone la testa «alla più dolce noce di cocco* e le gambe celebri a 'lunghi pennelli africani che forse avevano servito a Prampolinl per dipingere* 1 pannelli esotici che decoravano la sala. Molte foto inedite, accompagnate da omaggi disegnati da Federico Pelimi Garretto, Hugo Pratt, Paolo Echaurren, Milo Man ara, Paolo Conte, ecc. La Baker piacque al cubisti, al futuristi, al surrealisti, perché seppe Incarnare il mito del primitivismo tanto diffuso tra le avanguardie: il suo fascino aveva le irregolarità delle Demoiselles d'Avignon. I marinettiani la veneravano come incarnazione dell'antlgrazioso, del grottesco-caricaturale da Scriveva Enrico Piceni in un vecchio libro Illustrato da Bruno Angoletta: 'Josephine è "nature" come la prima donna: ma il serpente ha dovuto, per sedurla, trasformarsi »n sassofono*. Del sassofono la Baker aveva le mosse sincopate, le smorfie irriverenti. «Nei sincopati del jazz insolente i Venere caffè latte* la definiva 11 poeta futurista Paolo Buzzi. « Viso di cioccolata, / gli occhi: due caramelle, Unica nel mondo* : questa, invece, è la lapidaria poesia pubblicitaria d'un altro futurista. Giovanni Gerbino, destinata ad una nota industria dolciaria, che testimonia il legame tra la maschera sintetica di Josephine e le stilizzazioni della pubblicità dell'epoca. Simbolo di erotismo e nudità peccaminosa, a Sorrìde sempre, ogni tanto mi fa un complimento. A poco a poco ricomincio a respirare. E' vero: mi guarda come un oggetto. SI. in fondo per lui non devo essere una donna: solo una cosa da dipingere. Di colpo lascia cadere il pennello: «No! Non è possibile, quelle mutande!'!. Non capisco il suo improvviso nervosismo. Mi fa dei gesti e paria. Bisogna proprio che impari il francese! Mi fa un disegnino senza mutande. Faccio «No!». E per quella sera non le tolgo. Ma devo posare di nuovo domani. Ne ha parlato in teatro? Il giorno dopo, rutti mi prendono da parte per spiegarmi che non sarei niente senza il manifesto, che non sono né la prima né l'ultima a spogliarsi davanti a Paul Colin, che un artista ha dei diritti e io. piccola debuttante, dei doveri. Sarò su tutti i muri di Parigi... ma nuda! Si potrebbe immaginare una cosa simile a Saint Ixmis? Non so più chi del gruppo mi dice maliziosamente: «Del resto il colore della tua pelle fa "vestito"!». Per farla breve tolgo le mutande. Di colpo cade anche la mia diffidenza. O forse è caduta prima delle mutande. E' difficile analizzare rutto ciò. Il fatto è che mi sento sempre più allegra con il signor Colin. Lo chiamo Paul. Ma gli uomini, anche i più sensibili, capiscono di rado l'emozione che fanno nascete. So che mi piacciono la sua compagnia silenziosa o quasi e le ore passate nella calma del suo studio. Mi accompagna in teatro, mi riaccompagna in albergo; mi dà fiducia. Sotto il suo sguardo, per la prima volta in vita mia. mi sento bella. Roma, per rispetto al Papa, non ha potuto esibirsi negli anni del maggior successo. Ciò che ha colpito l'immaginario collettivo è senza dubbio il fatto che la Baker ha impersonato 11 mito d'una Cenerentola nera. Infanzia povera a 8aint Louis. Giovanissima e cocciuta, cerca di farsi ingaggiare in un musichall a Broadway, ma la trovano troppo acerba, troppo brutta, brutta faccia, brutte gambe... alla fine riesce a debuttare come ballerina comica, a quindici anni (-La cosa che più adoro, nella vita, è fare delle smorfie. Fare delle smorfie è il più delizioso di tutti gl: sport*, ha detto). Nel 1925. a diciannove anni, arriva a Parigi con la Revue Negre, e siccome la vedette della compagnia Josephine Baker è una grassona inadatta al pubblico francese, la snella Josephine riesce a prendere il posto di primadonna; Colin la ritrae nuda, lei ci sta, tanto il nero «fa vestito». Dieci anni di successi dalle Folies-Bergère al Casino. Ha per compagno e manager il nobile Pepito Abatino, originario di Calatafimi, che gestisce il cabaret «Chez Josephine», dove la ballerina si rintana tutte le sere dopo lo spettacolo per mangiare spaghetti. Poi vengono gli anni della maturità, che vedono la Baker impegnala nell'avventura di Milandes. dove realizza la sua «tribù arcobaleno., adottando bambini di vane razze. Durante la seconda guerra mondiale è stata nelle Forze Armate Francesi Libere. Ha ricevuto da De Gaulle la Legion d'onore. Assediata dai creditori, è implicata in una lunga vicenda giudiziaria per salvare il suo castello di Milandes. dove sogna di installare l'università della fratellanza. Partecipa alle battaglie antirazziste schierandosi a fianco di Martin Luther King. Muore nel 1975 a quasi settant'anni. In una delle sue ultime esibizioni, mentre cantava ancora -J'at deux amours*, la canzone degli anni di gloria, ricoperta di piume e lustrini, improvvisamente si interruppe per dire ad uno spettatore munito di binocolo: • Signore, lasci stare: conservi le sue illusioni*. Claudia Salaris •Chez Josephine». Omaggio a Josephine Baker. Mostra a cura di Vincenzo Mollica, Taormina, Biblioteca Comunale, 2031 agosto 1987. Catalogo, Montepulciano, Editori del Grifo, 168 pagine, 20.000 lire.

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